Aria’s Story

[Per veri topi di biblioteca] [Game over come se piovesse] [Eye-candy, eye-candy everywhere]

☆ ☆ ☆

Yohoo!
Okay, adesso potrei commuovermi. Sto recensendo una cosa che è uscita negli ultimi sei mesi – no, nemmeno, è uscito da neanche TRE mesi. Non ricordo esattamente da quanto non succedesse… o se sia mai successo, in effetti.
Dunque, avanti! Vi siete mai chiesti cosa sarebbe successo se si fossero messi insieme i libri – un mucchio di libri! – e i videogiochi RPG? Già, proprio quello: sarebbe venuto fuori un gioco amabile come Aria’s Story.

Aria’s Story è un videogioco indie che potremmo definire più-o-meno horror. Sviluppato con l’RPG Maker VX Ace da Lydia (che, però, ultimamente ha messo su un intero team) è stato rilasciato, dopo un’attesa che è sembrata infinita, questo gennaio. Come da intro, è esattamente quel che sarebbe potuto venir fuori mettendo insieme libri, horror ed RPG Maker, il tutto però mescolato con pazienza da una ragazza con degli ottimi gusti e una certa dolcezza di fondo. Ah, giusto, questo gioco può fregiarsi del titolo è ispirato ad Ib e lo ha fatto bene, dunque capite che mi è stato subito simpatico.

Tra l’altro, come avrete potuto intuire dai nomi, Aria’s Story è una release occidentale. Sebbene io abbia recensito per la stragrande maggioranza titoli di origine nipponica e ben pochi da altre parti del mondo (se ricordate i commenti ai giochi dei Freebird Games, o magari Happy Birthday), e sebbene di ultime uscite avessi recensito solo Dreaming Mary, in realtà seguo con interesse anche il fandom occidentale. Anzi, di fatto, dato che i traduttori inglesi hanno di molto diluito i loro lavori… e io non sono ancora così capace in giapponese da potermi giocare le cose direttamente nella lingua madre… penso che in futuro la bilancia potrebbe cominciare a pendere dall’altro lato, e quindi dedicarmi principalmente ai giochi occidentali.
… Certo, questo quando avrò recuperato tutto il lungo elenco di giochi da recensire pregresso, quindi con buone probabilità parliamo del 3018. #La mia TBR mi ucciderà nel sonno me lo sento
Dopo questa appassionante secchiata di fatti miei, continuiamo.

Di Aria’s Story avevo giocato la demo quando uscì, al secolo che fu, e mi era piaciuta tipo… un sacco. La grafica era squisita, ero riuscita a fare un game over nei primi tre minuti, era palese un certo Ib-mood e anche io sono una bibliofila o qualcosa di simile. L’attesa è stata snervante, ma alla fine l’ho giocato il giorno stesso della release, credo. Come dite? Se ha soddisfatto le mie aspettative?
Beh, chissà, alla fine quando aspettiamo qualcosa per tanto tempo tendiamo a farcene un’idea esagerata, e quindi è facile rimanere delus- MA CERTO CHE LE HA SODDISFATTE PLS

Allor, con ordine. Diciamo anche di che parla ‘sto gioco, magari. Purtroppo non posso fare il mega-riassunto perché, per com’è strutturata la trama qui, praticamente vi spoilererei Ogni Singola Cosa, e non mi pare il caso. Quindi riassuntino breve, ma cercherò di essere persuasiva.

 

aria's story library

Per la serie: era iniziato da 30 secondi netti e già lo amavo

 

Aria è una ragazzina che va matta per i libri. Di solito manifesta questa sua fervente passione nella biblioteca più vicina, un posto che Dio santo è meraviglioso posso andarci anche io pretty please (no, capitemi, è pieno di piantine, ha un ottimo arredamento e ci sono dei conigli in giro. Dico. Coniglietti.) Una sera come le altre, la ragazzina si piazza nel suo posto preferito, una panca sotto l’albero grande ma, per qualche motivo, si addormenta con il libro in braccio… e quando si risveglia bene Aria, bienvenue nella TUA storia! Qui iniziano i casini sia per lei, sia per il giocatore – ma d’altronde se avessimo voluto una pacifica serata in biblioteca non saremmo parcheggiati davanti ad un PC con un videogioco horror, che dite?
Al suo risveglio, la ragazzina non trova più nessuno in giro; le luci spente, la porta bloccata… e, se si controllano i libri, alcuni rassicurantissimi messaggi, quali: Gioca con me! Non andartene via! Mai!
La piccola Aria, mostrando subito di essere sì buona e carina, ma anche di carattere, giudica molto maleducato da parte del bibliotecario non essere andata a svegliarla e aver chiuso tutto senza avvertirla; così, lancia in resta, inizia a cercare una chiave di scorta per poter aprire la dannata porta. Fra una cosa e l’altra, se non si fa uccidere in modo truculento da un coniglietto indemoniato, troverà una chiave… che non apre la porta d’ingresso, bensì una porta nascosta dietro una scaffalatura. Una volta superato un certo indovinello, Aria si troverà in uno strano ambiente, dove i libri sono… come potremmo dire? Particolarmente vivaci? Parlano, scherzano, aiutano o possono avere reazioni violente, a seconda di. Qui incontra anche un bizzarro personaggio che si presenta come la Narratrice; suo compito è, semplicemente, narrare le gesta di Aria (e passare degli aiutini sotto banco qualche volta, ma shh). La Narratrice è esattamente il tipo di persona che tutti vorremmo al nostro fianco per alleggerire la tensione in un momento simile: Cerca di non morire subito, o questa storia sarà terribilmente noiosa!
Ahw, grazie, ora sì che possiamo iniziare col giusto sprint. Oltre le minacce di morte, la gentile signorina le spiega che sta per addentrarsi in un’altra biblioteca… una biblioteca magica, pericolosa e strana, ma che per lei sarà reale come quella che ha appena lasciato. E, se vuole trovare la vera via d’uscita, dovrà attraversarla tutta, da cima a fondo. Così Aria, un po’ preoccupata (eh ci credo-), ma anche un po’ incuriosita, si fa avanti, attraversa le pesanti porte e…
… e beh, la storia potremmo piuttosto dire che inizia qui. La aspetteranno un mucchio di cose interessanti. Ad esempio, l’incontro con Lewin, che cerca di spacciarsi per antagonista, ma è uno shota tsundere, e vi lascio capire quanto sia credibile – per metà giocata l’ho chiamato antagonista fallito; il coniglietto psicopazzo si rifarà vivo di quando in quando, sempre ben deciso a brutalizzare chiunque incontri; una vagonata di libri burloni e una cifra ancora più alta di game over acquattati negli angoli. Ma anche delle ambientazioni incredibilmente belle, e una solitaria porta rosa che, a detta di Lewin, non avrebbe dovuto aprire per nulla, nulla al mondo…

 

aria's story screen

Si può non amare un RPG con un libro che fa il giocoliere?

 

E basta così, o vi faccio direttamente un walkthrough. La trama di Aria’s Story è, in realtà, piuttosto semplice; durante il gioco ci sono sì molte cutscene o interazioni con gli altri personaggi, ma servono piuttosto per approfondire il carattere e per stringere i legami. I momenti di trama effettivi si contano sulla punta delle dita, ma va bene così. Non tutte le storie devono essere complesse, anzi. La rivelazione finale era abbastanza telefonata da… ehm, tipo subito. Vista la semplicità generale, era ovvio ci fosse qualcos’altro sotto. Mentre il modo in cui ciò è stato possibile viene hintato all’inizio dell’ultima area. Per quanto, quindi, si arrivi al finale (sempre se avete fatto tutto per bene………. lol) con un mindset già preparato alla verità, non risulta così scontato; soprattutto, sono le motivazioni dei personaggi, e le reazioni dei suddetti – di Aria in particolare – a renderlo un perfetto colpo al cuore ANCHE se avete già capito tutto. E questa, ragazzi miei, è bravura.
Sarà chiaro dal paragrafo qui sopra, ma una delle cose più interessanti del gioco sono i personaggi. Badate bene, non sono dei Personaggi Incredibili Con Complesse Caratterizzazioni Che Pure Io Mi Levo Il Cappello, nah; ma sono dei personaggi piacevolissimi, ben caratterizzati, e ora vi spiego che hanno di bello.
In primo luogo, nessuno di loro è stereotipato o Classico Personaggio da RPG; Aria parla, e pure un sacco. Come accennavo poc’anzi, è quel tipo di ragazzina buona, gentile, educata… che però si fa rispettare quand’è il caso, sempre con la cortesia che la contraddistingue, e in altri momenti sa essere incredibilmente determinata *fissa true end*. Muoversi con lei è piacevole perché è palese come, per quanto la biblioteca alternativa sia davvero pericolosa a volte, lei stessa ci trovi un certo… gusto proibito di fondo. Così, l’ambientazione stessa guadagna qualcosa di più, perché è sconosciuta e paurosa, ma un qualcosa che allo stesso modo attira.
Lewin, come dicevo, è una pallina di tsundere. Ma non è tsundere e basta; sa essere anche lui piuttosto gentile, perfino premuroso… e sarò io, ma ho visto certi hint ship fra lui e Aria… coff. In qualche modo misterioso, questo marmocchio (dovrebbero avere quasi tutti 15 anni) è già un autore pubblicato, dunque cerca di darsi il contegno che ogni rispettabile adulto lavoratore avrebbe. Fallisce miseramente, ma vabbé, è carino. Vedere lui e Aria stringere la loro amicizia nonostante l’iniziale… ehm… possiamo chiamare delle intenzioni omicide reticenza, sì…? Ecco, diciamo, reticenza di lui è stato favoloso. Consiglio soprattutto di checkare quanti più scaffali possibili, si rischia di perdere degli scambi piuttosto spassosi. (“Ho sempre problemi con gli scaffali alti…” “Eh, pure io… no aspetta
NON SONO BASSO”).
Il buon signor bibliotecario (che a ‘sto punto chiunque dovrebbe sapere si chiami Clyde, ma ok) alle sue prime apparizioni sembrava yandere, ma proprio di quelli yanderissimi…
… e no, è un cazzaro. Il moto tsundere che gli viene riguardo i conigli intenti a sgranocchiarsi i libri (nel normal end) è stato a dir poco… illuminante sul suo vero carattere. Mi dispiace sia, a tutti gli effetti, apparso poco in scena… tuttavia l’autrice promette di rimediare con il suo futuro gioco, Clyde’s Story.
Per ultima lei, la nostra buona Narratrice… che nasconde il segreto delle sue mille personalità e pure lei rientra nel conteggio di “quelli che sembravano yandere, e invece no”. Un personaggio piacevole, devo dirlo, ma a conti fatti di lei sappiamo meno che di Clyde, sebbene appaia di più. Anche se questo, visto com’è impostata, era inevitabile. Fa comunque un ottimo lavoro come Narratrice, infopoint e, di quando in quando, quel qualcuno che vuole essere poco rassicurante.
Questo ve lo posso dire: non c’è un vero e proprio antagonista, in questo gioco, ma si sta bene così. In compenso, possiamo apprezzare il solido legame stretto fra tutti i personaggi – cosa che ho apprezzato perché certo è comune vedere un gioco con un gruppetto protagonista, più raro è trovarli a condividere tutti lo stesso legame di amicizia, senza che sia vada divisi per coppie o sottogruppi.

 

aria's story screen

Tsun-time

aria's story cg

Qualcuno ha ordinato del background con un po’ di evoluzione psicologica di contorno?<

 

Il gameplay…
Il gameplay non è affatto difficile. E, tuttavia, può provvedere tutto il divertimento di cui si è alla ricerca. Questo perché ci sono un milione e mezzo di mini-puzzle e mini-giochi, una quantità vertiginosa di stanze e stanzette e porticine e posti segreti in cui cercare, frugare, e probabilmente farsi uccidere. Quando si va da qualche parte per ottenere gli elementi necessari per un puzzle, si trova anche qualche altra cosa, o gli hint necessari, oppure viene fatta una richiesta… e così via, ogni puzzle confluisce in quelli successivi in maniera continua, insomma, uno tira l’altro come neanche i Fonzies… tanto che, vi giuro, è difficile trovare il momento buono per fare una pausa, se non lo stacco fra un piano e l’altro. I puzzle in sé e per sé, però, non sono affatto difficili, a parte qualche piccola bastardata qui e là. Alcuni richiedono una certa dose di fortuna, altri semplicemente essere stati attenti ai dettagli.
E’ anche un gioco dove è molto facile fare game over… questo perché i game over sono stati nascosti qui e là ed è piuttosto difficile indovinarli. Entri in una stanza quando non è ancora il momento giusto? Zac. Morto. Mortissimo. Però, appunto, nella maggior parte dei casi non c’è alcun modo per intuire quando ciò sta per accedere. Certo, sono anche di quei game over, come potremmo dire, usa e getta: per come sono strutturati, possono fregarti una volta sola, non di più. Dunque è consigliabile una buona frequentazione dei savepoint.
Che altro… ah, sì, il branch degli ending. L’autrice, in un moto di pura compassione verso i giocatori, ha messo il branch nell’ultima area, così chi se la canna o vuole vedere tutti gli ending non deve rigiocarlo 900 volte. Questo implica anche che sia un branch abbastanza facile, but well, di ending troll ne è pieno il mondo, non sono sempre necessarissimi.

 

aria's story cg

I puzzle escono dalle fottute pareti – literally

 

La grafica ha un che di magico. Per quel che posso dire, l’autrice ha sfruttato tutte risorse free che ha trovato qui e là per la rete, le ha messe insieme con un po’ di sapiente parallaxes mapping e ha concluso il tutto con luci/ombreggiature suggestive. E’ un mapping quasi minuzioso, con una enorme attenzione ai dettagli. Mettendo poi insieme la fantasia che ha avuto la ragazza nel ponderare le ambientazioni e il suo palese buon gusto, potete capire che è venuta fuori una grafica molto eyes appealing. Ecco perché dice che non è solo un posto dove puoi morire spiaccicato fra due librerie (Game over di Thewitchhousesca memoria), ma anche un luogo che avrai molto piacere ad esplorare.
(Se ve lo state chiedendo, l’area che mi ha colpito di più è quella dell’ultimo capitolo, ma perché va a toccare la mia passione per gli interni con piante integrate.)

 

aria's story screen

Le mappe basate su una specifica storia sono le migliori. (Indizio: il libro qui spacciava fiammiferi.)

 

Le musiche pure credo siano tutte state selezionate fra librerie di materiale free online – alcune le conosco pure, perché erano fra quelle che anche io ho messo da parte come possibilità per il mio gioco! Tuttavia l’autrice ha di nuovo sfoderato il suo buon gusto per reperire le migliori e accostarle a dovere con l’area, o il momento, prescelti.
… certo, a volte ha scelto OST forse un pelino troppo fighe: non so voi, ma nell’area Commedia e nell’area Romance ho dovuto abbassare parecchio l’audio, perché le OST erano così piacevoli da distrarmi dalla giocata.
La scelta più azzeccata, comunque, è stata la piece scelta per il True Ending: era fra quelle che già conoscevo e che mi piacevano, ma in quel momento c’è stata così bene che sembrava composta appositamente pet il gioco. E’ il secondo elemento che ha contribuito a rendere il True End così ricco.

Un’ultimissima cosa: Aria’s Story è sì considerato un horror, e non me la sento del tutto di smentire questa definizione, per quanto non sia davvero precisa. Più che altro, vista l’altissima possibilità di schiattare da un momento all’altro, è un gioco che tiene alta la tensione. Ma pauroso, no, pauroso non è. La cosa più spaventosa sarebbe dimenticarsi di salvare per troppo tempo e poi farsi mangiare da una tigre.

 

 

Eeee sì, questo è quanto. Aria’s Story è un gioco su cui avevo certe alte aspettative, e nessuna di esse è stata delusa. Se dovessi dire l’unicissima cosa che avrei preferito diversa… mah, forse avere più possibilità di muovere anche Lewin, il pezzo con lui è piuttosto breve.
Per il resto, abbiamo un gioco con una trama semplice e bei personaggi che sapranno emozionare sul finale; miriadi di libri e citazioni che faranno la gioia degli appassionati; una delle grafiche che mi sono goduta di più in tutta la mia carriera di giocatrice di RPG, nonché una piacevolissima esperienza audio. Se vi piacciono questi elementi, perciò, è ultra-consigliato! Ma va bene anche per chi vuole un gioco che lo tenga abbastanza impegnato. Staccarsi è facile quanto sarebbe richiudere un pacchetto di Pan di Stelle che è rimasto incustodito e a portata di mano.
Bye!

P.S: Sì, mi sono fatta un po’ prendere la mano con le screen. E non le ho messe neanche tutte.

 

Aria’s Story by Lidya.
Originale in spagnolo.
[Download (Eng/Spa/Chi)]