"La rosa rossa è l'incarnazione dello spirito." [Ib]

Recensione – The Midnight Hour

Yohoo!
Se qualcuno chiedesse, direi che questa recensione è stata scritta solo perché The Midnight Hour mi è piaciuto moltissimo. Naturalmente. Non certo per persuadere voi lettori di andare a darci un’occhiata (leggasi: ascolto) o, che so, convincere Gianmarco e tutto lo staff di Paranormal Zone che la quarta serie è necessaria (al mio benessere psicofisic- al pubblico, volevo dire al pubblico).
No, certo.
Magari cominciamo pure a dire di che si tratta, va’. Signore e signori, benvenuti alla recensione di The Midnight Hour!
(Se già conoscete la saga, prego, immaginate la parte corsivata detta con la voce di Ultra_AleM).

In primo luogo, coordinate così non ci perdiamo nessuno per strada. Rimaniamo ben ancorati nei soliti generi, ovvero horror e sovrannaturale, tuttavia ci spostiamo molto riguardo al mezzo: perché quest’oggi, ragazzi miei, parliamo di un audiodramma.
Sì, avevo esperienza con le serie originali su Youtube, naturalmente. Ma audiodrammi, proprio mai. Avevo giusto sentito un paio di puntate registrate alla bell’e meglio di un audiodramma basato su alcuni numeri di Dylan Dog. E, sebbene fossero stati piacevoli all’ascolto, non avevo pensato di approfondire il discorso. E poi… e poi arriva L’Inspiegabile, un altro Youtuber fiQo che seguo, a presentare questa serie in cui figurava anche lui come doppiatore: The Midnight Hour. Grazie, Luca. Non avevo idea di cosa mi stessi perdendo.
Dunque, un audiodramma originale pubblicato su Youtube dai membri dello staff di Paranormal Zone. So già che il concept risulterà accattivante per molti di voi: la serie, inizialmente, si pone come un programma radiofonico – The Midnight Hour, appunto – condotto da Allison Sullivan. In ogni puntata della trasmissione verranno presentate, esplorate e sviscerate le più famose creepypasta di cui Internet abbonda… ma raccontate come se fossero fatti reali, vere leggende metropolitane e misteri irrisolti. (Per dire, uno dei primissimi episodi è dedicato all’immancabile Jeff the Killer, in cui viene intervistata la sua vecchia vicina di casa). Ma questo è solo l’inizio. The Midnight Hour, per ora, si snoda in tre serie: la prima è quella prettamente dedicata alle creepypasta e dove vengono introdotti i personaggi e i temi principali; la seconda, invece, è quella dove la fanno da padrone i racconti della Fondazione SCP, i malvagi (?) dottori… ma anche il punto in cui la trama effettiva prende il sopravvento. L’ultima è quella meno incentrata su creepypasta o racconti specifici (a parte Slenderman, che è un… figurante molto laborioso), semplicemente è dove viene sbrogliata la trama una volta per tutte. (Più o meno.) Ah, sì, è anche la serie dove appare quel figo di Maynard.
Devo dire che preferisco di gran lunga le ultime due stagioni. Per quanto ci fosse un che di affascinante nel vedere inscenate le creepypasta in modo così sentito e ben studiato, non ne sono mai stata troppo appassionata… ce ne sono di sicuro di molto belle, ma le ho sempre trovate un po’ horror a buon mercato, diciamo così. Considerando poi che le può buttar giù e poi pubblicare chiunque, è difficile trovarne scritte in modo efficace. Ecco, la prima serie di TMH è riuscita a farmi superare questo mio iniziale distacco per l’argomento sia per l’impostazione realistica, sia per i personaggi interessanti che presenziavano nelle vicende, sia per i vari hint di una trama più grossa che si facevano lentamente strada… tutte le sere, instancabili, ogni volta che Allison prendeva posto sulla sua sedia (me la immagino su una sedietta di quelle girevoli), riassumeva mentalmente gli appunti e poi faceva un cenno ai membri dello staff per segnalare di essere pronta ad andare in onda.
Io sono Allison Sullivan e sarò la voce amica in questo viaggio…

Si capisce fin da subito che la trama nasconde qualcosa di ben più grosso, ma non sarei esattamente andata a figurarmi che la vicenda avrebbe implicato realtà alternative e un simpatico reset della razza umana. (Posso dirlo senza spoilerare troppo, no?). Gli scrittori – Gianmarco ed Eliana – sono stati decisamente bravi nel trovare, fra le creepypasta e i racconti della SCP, non solo avvenimenti inquietanti con cui condire le puntate, ma anche motivazioni plausibili per quello che stava succedendo. Non hanno creato solo una raccolta di leggende metropolitane, hanno creato un intero mondo – o più di uno – con la sua storia, la sua mitologia alternativa, e a volte anche una diversa Storia (effetto Mandela, anyone?). Sono stati anche molto bravi nel modificare la creepypasta/racconto iniziale laddove serviva, apptofondirla, spiegarla anche meglio dell’originale. Oppure usarla come spunto per creare qualcosa di del tutto nuovo – e intrigante.
Se, quindi, TMH fosse stato un semplice programma radiofonico fittizio per farvi venire qualche brivido qui e là… si sarebbe valso giusto la prima stagione, rischiando di venire a noia subito. Invece TMH è una storia intricata che tira in ballo i mostri sotto al letto, personaggi complessi e… beh, diciamo, riuscire a prendere il treno giusto.

Della trama in sé e per sé, non mi è piaciuta un’unica cosa… *rullo di tamburi*
… il finale. Quello complessivo, il finale della terza stagione. Non è incoerente, per carità, e no, non mi ha lasciata insoddisfatta solo per affetto nei confronti dell’opera. Leggete a vostro rischio e pericolo.
[SPOILER GROSSO COME UNA CASA] Essenzialmente, alla fine si conclude con tutti, buoni e cattivi, che finiscono bloccati in un loop. Un loop eterno in cui si ripeteranno quella manciata di giorni in cui TMH è passata dall’essere un programma radiofonico alla condanna di Allison, i giorni dove Sally è morta, Rachel e Jason hanno perso la testa, etc. Non vince la Fondazione col Guardiano che vuole il reset dell’umanità, ma non vincono nemmeno gli altri che vorrebbero solo tornare alle loro vite.
Un finale agrodolce, testardo in un certo senso che, per carità, in un horror potrebbe anche starmici.
Non mi convince per un semplice motivo. E’ il tipo di finale che rientra nella categoria “il personaggio si dimentica tutto ciò che gli è successo” (cosa che in effetti accade). E perché non mi piace questo tipo di finale? Perché una storia si suppone ti porti da qualche parte, e i personaggi si suppone finiscano in modo diverso da come hanno iniziato. Per quanto la buona parte abbia avuto – chi più chi meno – la sua brava evoluzione psicologica, con il loop temporale viene annientato anche questo. Annie continuerà a cercare David; David continuerà a tossire ad Hellbound; Sally continuerà ad avere quell’idea geniale che è andare in un parcogiochi maledetto, e così via. Rimarranno uguali, perché per quanto possano prendere decisioni diverse, torneranno sempre a quel punto. Sarebbe come se, alla fine di un videogioco, mi ritrovassi punto e a capo; verrebbe un po’ da pensare Quindi perché l’ho giocato?.
Non mi pento certo di aver seguito TMH, questo no. Non lo recensirei con tanto entusiasmo, altrimenti. Ma spero che ci sia una quarta serie, e nel caso spero che… pur magari non cambiando quello che è già stato deciso… possa risultarmi un po’ più convincente, come conclusione.[/SPOILER]

Altra cosa squisita di TMH sono i personaggi. Dio, ce ne sono di favolosi. I miei preferiti sono senza dubbio il dottor Arthur Clef, il dottor… che dubito vorrebbe essere chiamato in tal modo… Stephen Gears e il succitato George Maynard. Mi sono piaciuti molto anche Annie e David e tutto il loro sottotesto romance, ma parlando di quelli preferitissimi… Il buon Arthur mi è piaciuto molto non solo perché, diciamocelo, fa la sua figura, ma anche perché risulta un personaggio decisamente complesso. Il genere di personaggio di cui mi piacerebbe scrivere, per intenderci. (#Perché scrivo di psicopatici) Il tratto che lo caratterizza maggiormente sembrerebbe essere il sadismo, eppure… nah. Io direi che il tratto principale di Arthur Clef è, in un certo senso, l’avidità. Vuole sapere più cose, vuole un mondo che gli faccia meno schifo, vuole tutto il riconoscimento che gli spetta. E’ un personaggio che brama le cose e lo fa con vorace passione. E’ anche un uomo di buon gusto, a cui piace far bella figura. Sta benissimo nel contesto iniziale in cui era stato calato – la Germania nazista – cosa che spiega anche buona parte del suo modo di essere. Nel (suo) finale, possiamo anche vedere come non sia del tutto malvagio, e possa benissimo provare emozioni come la paura (e, forse, la paura poteva averlo tormentato per tutta la sua lunga vita). Credo sia tutto sommato il personaggio più complesso di TMH, e uno dei migliori in cui mi sia imbattuta ultimamente.
Su George Maynard non mi dilungherò allo stesso modo, sappiate solo che dopo aver saputo il suo background entrerete a far parte del team #SalviamoMaynard2018. Soprattutto, mi risulta affascinante perché è uno di quei personaggi che amo: non è del tutto chiaro se sia buono o cattivo, il confine della moralità in quello che fa e quello che ha fatto è sempre molto sfumato… ma anche un personaggio incredibilmente determinato, e quando appare sai già che sta due passi davanti agli altri. (Di qualunque fazione essi siano). Come il mio amato Tremotino di Once Upon a Time, per dire, dove alla fine è lui a giostrare i capisaldi della trama.
E Gears… a parte che anche lui ha bisogno di essere salvato, ma davvero… diciamo che lo adoro perché sono schifosamente di parte, LOL.
In generale, poi, ho apprezzato tutti i personaggi – come non amare Frank? Ridere quando Rachel e Jason battibeccano? O lasciarsi incantare dalla narrazione del detective che si occupò del caso de La cantina di Mr Bear? – l’unica che non mi piace è Allison.
*Sdeng* No, sul serio. Anche se chiariamo, non è che Allison mi stia sulle scatole. Per qualche misterioso motivo, mi sembra essere il personaggio più scialbo di tutti. Tralasciando che di lei non si sa niente, a parte che canticchiava in macchina The cat came back quand’era bambina – e, suppongo sempre dalla canzone, ha i capelli rossi – perché questo non è necessariamente un difetto… man mano che va avanti la serie, Allison mi è sembrata sempre di più la Protagonista Buona Standard. Quella che si sveglia la mattina e decide che deve farti i discorsi di etica e morale perché sì, perché lei sai cos’è giusto e cosa sbagliato, punto. Questo difetto l’ho trovato esasperato soprattutto nel prequel Il braccio della morte: l’ho adorato per l’atmosfera e le parti del condannato a morte Erik, ma Allison in certi punti era insopportabile. Sì, credo Erik ci fosse già arrivato da solo che uccidere dodici persone era una cosa brutta, non è necessario rimarcarlo. Per il resto okay, Allison fa il suo onesto lavoro di protagonista, unico motivo per cui non l’ho trovata del tutto insopportabile.
Ma a parte questo piccolo inconveniente, gli altri personaggi sono tutti bravi intrattenitori.

Parliamo di un audiodramma, e dunque mi sembra doveroso spendere due righette sul doppiaggio.
Il mio parere in merito potrebbe essere riassunto con “‘na meraviglia! <3<3″ ma credo non sarebbe troppo professionale, e quindi.
Nei primissimi episodi della prima stagione, si inizia con calma: le voci sono certo piacevoli e sanno recitare, ma si sente che devono ancora calarsi nel personaggio. Poi si prendono bene, la recitazione va in un crescendo fino a raggiungere i picchi stellari della seconda serie – e stabilizzarsi così anche per la terza stagione. Sono tutti molti bravi – e alcuni magari non sono bravissimi-issimi, ma sono molto in linea col personaggio che interpretano (Frank, ndr). La voce che ho preferito in assoluto è quella di Gianmarco (che non solo ha una voce oggettivamente splendida, ma recita in modo divino e, sebbene doppi svariati personaggi, riesce benissimo a diversificarli tutti.) Ma hanno una voce piacevolissima anche Francesca (Allison) e Veronica… che in effetti dà la voce ad un sacco di gente, ma ok. Se poi volessimo proprio strafare, potremmo parlare del talento di Luca/L’Inspiegabile nel recitato, o della narrazione squisita di Horrorside, oppure della preziosa partecipazione di Gianandrea degli ODS nel ruolo del dottor Gears.
E okay, sto fangirlando, quindi credo questo paragrafo si possa anche chiudere qui.

Ci sarebbero anche altre cose da dire… come la fantasia degli autori nell’aggiungere alcune volte dei pezzi video o effettivamente recitati (si ha meglio modo di vederlo nell’altro spin-off, Annie96 sta scrivendo) oppure con un format particolare… quando è partito l’episodio impostato come un video dell’Inspiegabile, pensavo seriamente di aver cliccato sul video sbagliato. Ho persino riavviato la pagina prima di accorgermi. x° Ed è stata anche la scelta migliore, perché così piuttosto che fare un lungo spiegone su George Maynard – il quale avrebbe spezzato la narrazione, piuttosto cupa, dell’inizio della terza stagione – si è potuto tranquillamente approfondire su di lui in modo quasi… distaccato. Come se davvero esistesse un altro Inspiegabile da qualche parte, o la Wikipedia di un’altra dimensione a cui far riferimento.

Stiamo per concludere questa… eccessivamente entusiastica recensione, me ne rendo conto, ma capite che TMH mi è piaciuto come non avrei mai creduto! Dato che prima ho specificato qual è la cosa che mi è piaciuta meno, vorrei concludere in bellezza con invece la cosa che mi è piaciuta di più…
… ovvero l’epico finale della seconda stagione. Abbiamo, nell’ordine: il flashback di Gears, da brividi – Benvenuto alla Fondazione, dottor Gears!, il climax dirompente, una rottura della quarta parete fatta con una classe senza pari e… beh, non posso spoilerare più di così, ma il finale era molto stile Io Devo Continuare Questa Cosa Ora.

So. Sì, sono stata piuttosto di parte, ma ho cercato di essere il più onesta possibile anche con i difetti. I punti di forza della serie sono i personaggi, l’atmosfera e il doppiaggio; i punti deboli sono alcuni episodi (specie l’inizio della seconda serie) che possono risultare alquanto lenti causa un mucchio di spiegazioni sul background storico e riflessioni filosofico-esistenziali. Il finale non saprei se contarlo fra i contro; boh, a me non è piaciuto granché, ma credo rientri ancora nell’ambito dei gusti. Ad ogni modo, se pensate di ascoltarla, avrete una serie mediamente horror che saprà tenervi ottima compagnia!
Giusto per fare le cose per bene. In questa playlist trovate tutta la serie effettiva, The Midnight Hour (gli ultimi episodi sono stati gentilmente ospitati sul canale dell’Inspiegabile). Dopodiché, qui trovate il prequel, Il braccio della morte, dove si può intuire come tutto sia iniziato. Infine lo spinoff, Annie96 Sta Scrivendo, per chi vorrebbe invece approfondire le figure di Annie e David e il loro rapporto di coppia – appare anche Maynard!
Consiglio comunque un’approfondita esplorazione di tutto il canale di Paranormal Zone: la loro nuova serie Cadaveri Squisiti sembra molto promettente (NB: avevo scritto questa recensione un mese fa-), ma in generale in tutti i loro video ho sempre trovato lavori di buona qualità. Se vi piace il paranormale, probabilmente farà la vostra gioia.

E, sì… ora ho finito sul serio. Nel caso, vi auguro un buon ascolto.
But the cat came back the veeery next day~

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  1. Diana

    Ciao, ho appena scoperto questo blog e mi è subito salito il fangirling nel vedere che hai recensito “The Midnight Hour”. Ho adorato questa serie e sono d’accordo con tutto ciò che hai detto (anche io sono rimasta un po’ delusa dal finale), putroppo sono pochi quelli che ascoltano audiodrammi su Youtube ed è un peccato perché Paranormal zone ha fatto un lavoro notevole. Hai già visto Cadaveri Squisiti?

    • Tayr

      Buonsalve (?), ma forse ti dovrei più dir benvenuta! Chiedo scusa anche a te per il ritardo nella risposta, ma appunto, mi sono appena rimessa sui blog. e.e
      Come dicevo nella recensione io stessa ho appena scoperto gli audiodrammi, mea culpa (?) se ne hai altri sullo stile di TMH sono tutt’orecchi! (Cioè, intendo, che sia magari sull’horror andante e con buone voci, non con la stessa impostazione ovviamente x°)
      Cadaveri Squisiti l’ho iniziato (mi pare di essere arrivata al 4° episodio) e mi stava già piacendo un sacco, si nota parecchio il salto di qualità – amo le sequenze video di Gianmarco lol il corso di teatro ha dato i suoi frutti. Anche se c’è da dire che è pure tutt’altro genere rispetto a TMH, quindi fare paragoni è un po’superfluo forse-. Appena lo finirò, è molto probabile recensisca anche quello!
      Ti ringrazio molto per il commento. Alla prossima!

  2. Valentina

    Grazie mille per questa recensione! Non conoscevo questa piccola perla ma l’ho subito recuperata e niente, sto adorando. Penso che adesso mi ascolterò tuuuutta la produzione di PZ perché sono davvero troppo bravi. Quindi grazie di avermeli fatti conoscere! :3

    Ps. Sarei davvero curiosa di leggere un tuo pg psicopatico tipo Arthur, credo che ti verrebbe fuori un gran figo xD

    • Tayr

      Saaalve!
      Scusami moltissimo per il ritardo, ho tipo appena ripreso in mano i blog post vacanze! e__e”” Aaah che bello, amo far conoscere cose nuove e di qualità <3 davvero felice che ti sia piaciuto! Prego prego~
      PS2: oddio, da come parli potrei supporre tu abbia letto qualcosa di mio? (Di narrativa dico) OAO e beh, sì, anche io sono molto curiosa di come uscirebbe… coff nel romanzo che sto scrivendo ora la quota psicopatici l’abbiamo già coperta, ma chissà, per un futuro!
      Molte grazie per aver commentato, alla prossima~

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