"La rosa rossa è l'incarnazione dello spirito." [Ib]

Recensione – Your Lie in April [Anime]

Your Lie In April

[Anime a tema musica, piano e violino] [Divertente, colorato…] [… E con tanti dannatissimi feels]

☆ ☆ ☆

Yohoo!
Mi accingo a fare una di quelle cose che non faccio mai, ovvero recensire un anime. Ma… *Inspira a fondo, scruta la locandina* quando ci vuole, ci vuole.
Per il resto, non temete: preparavo varie recensioni insieme, per cui tornerò (presto, tipo) anche in altri ambiti.
Ma non quest’oggi. Quest’oggi sono qui per parlare di musica e colore, e di come la storia di due piccoli artisti sia riuscita a strapparmi il cuore, buttarlo sull’asfalto e passarci sopra. Due volte. La retromarcia, sapete. Quest’oggi parliamo di Your Lie in April!

Your Lie in April (四月は君の嘘 | Shigatsu wa Kimi no Uso), in effetti traducibile come “la tua bugia ad aprile”, è un anime di 22 episodi prodotto dalla A-1 Pictures (che a me è sempre piaciuta come casa di produzione, ma dopo questo ho concluso di averci l’abbonamento) nel 2014. E’ stato tratto dal manga di Naoshi Arakawa e con questo possiamo anche chiudere la parentesi ufficiosa che voglio fangirlare.
Avviso: questa recensione potrebbe sembrare schifosamente imparziale, ma perdonatemi. In un atto di puro masochismo, ho amato ogni singolo episodio. Vi spiegherò subito il perché e cercherò di essere… persuasiva <3
[Nota che ci tengo a fare: questo fiore di anime l’ho trovato perché, mentre cazzeggiavo su Pinterest, mi è capitata innanzi una fanart davvero figa. Anche se un po’ melodrammatica. Vista così solleticata la mia curiosità, ho fatto le dovute indagini, ed eccoci tutti qui riuniti. Morale: Pinterest è un’ottima fonte di ispirazione in qualsiasi campo.]

 

Come generi, potreste trovarlo definito uno “shoujo/tendenzialmente commedia scolastica/drammatico”.
Ora, no, cerchiamo di essere più specifici. Potremmo anche chiamarlo shoujo o jousei, la storia d’amore c’è, ma non è incentrato su quello. Your Lie in April è la storia di un giovanissimo pianista traumatizzato che ha perso la bussola, e di come lui scopra che la sua musica ha cambiato la vita di molte più persone di quanto avrebbe mai sospettato – compresa quella che si troverà ad amare. Poi si parla di dolci, di tentativi di omicidio ai danni del proprio migliore amico, di fughe spericolate e gente che non ha seriamente capito un tubo. E alla fine si piange un sacco.
Ecco di che genere è Your Lie in April.
Ma un’effettiva introduzione saprà dire molto di più…

 

your lie in april

 

I presupposti della storia sono i seguenti: il protagonista è Kousei Arima (che verrà chiamato con nome e cognome dal 95% del cast, l’80% delle volte per nessun motivo), un pianista prodigio di quattordici anni… che, però, non suona più da due anni – sennò era troppo facile. A detta sua, non riesce più a sentire le note, quando suona – ma solo quando suona lui! Kousei di solito s’accompagna a Watari, il Ragazzo Immagine della situazione, e Tsubaki, la sua vicina di casa nonché amichetta d’infanzia e potete già immaginare come andrà a finire. Tutti e tre sono amicissimi-issimi fin dalle elementari. Poi c’è Kaori, una… graziosa violinista bionda matta come un cavallo. Quando le vite di tutti e quattro vengono a cozzare, nasce Your lie in april.
All’inizio, Kousei si trova in una consolidata situazione di status quo. Vive da solo – la madre è morta due anni prima, il padre è sempre lontano per lavoro; fa un lavoretto part-time in cui deve usare il pianoforte, ma solo di rado (trascrivere a orecchio gli spartiti delle canzoni più recenti da passare ai karaoke. Giusto per ricordare a tutti che è un genio. x°) Va a scuola tutti i giorni, cazzeggia allegramente con Watari e deve sopravvivere ai puntualissimi tentativi di omicidio di Tsubaki – la quale, a quanto pare, ogni volta che si allena a baseball lancia pallonate verso l’aula di musica e, ogni volta, riesce a disintegrare una finestra e prendere Kousei in pieno. Non sappiamo bene come sia sopravvissuto finora, ma d’accordo.
E… buh, niente, a lui andrebbe bene anche così. Dimenticarsi del pianoforte, delle brutte cose, dell’esigente mondo fatto di concorsi e spartiti e Chopin di cui faceva parte quand’era bambino. Ma se così rimanesse non ci sarebbe nessuna storia, e dunque…
Un bel giorno, la buona Kaori, che sta in classe con Tsubaki, si rende improvvisamente conto di amare tantissimo Watari (?) e prega Tsubaki di organizzare un’uscita di gruppo per presentarglielo. Lei non ha nemmeno nulla in contrario, ma se andassero solo loro tre si ritroverebbe a reggere il moccolo, dunque anche Kousei viene trascinato all’appuntamento con la violenza. (#Kousei Sprizzava Gioia Da Tutti I Pori)
Nonostante il suo entusiasmo fosse più sottile di un batterio, Kousei è proprio il primo ad arrivare all’appuntamento; una volta lì, trova un paio di scarpe e dei leggins appesi ad un albero. (…?) Dopo essersi fatto qualche ragionevole domanda, parte alla ricerca della fuggitiva nudista. E così, di lì a poco, la vede per la prima volta: Kaori che si è arrampicata in alto e sta lì, in mezzo a tanti alberi di ciliegio in fiore perché dio buono è una cosa romantica giapponese okay? Ok, a piedi nudi, mentre suona una melodica. (Se non avete idea di cosa sia una melodica, perché pure io non ne avevo mai visto una prima, sarebbe ‘sta cosa.)
Si scambiano quel che si dice uno sguardo eloquente e il buon Kousei si perde in— cinque secondi netti.
A quanto pare, Kaori e dei monelli di zona stanno suonando i loro strumenti per attirare i piccioni (COSA) e, alla fine, ci riescono pure! (MA PERCHE’-)
Tuttavia, per un simpatico malinteso – Kousei voleva fotografare la scena perché facevano molto musicanti di Brema – finisce che invece sembra Kousei la stia fotografando sotto la gonna.
Kaori è una ragazza intelligente e moderata, comunque, e capisce subito l’inghippo.
Infatti, quando poi arrivano Watari e Tsubaki, la trovano intenta a strozzare Kousei con un flauto. Oh, beh.
Un primo incontro entusiasmante, insomma.
Comunque sia, Kaori è una violinista, appunto; e per far colpo (non specifico su chi) ha ben pensato di invitarli proprio il giorno di una competizione di violino. Kousei piuttosto che rientrare nello stesso posto in cui faceva i concorsi anche lui preferirebbe mollarli tutti e scappare di corsa, ma un bel sorriso di Kaori e anche lui viene trascinato all’interno.
In effetti l’idea di Kaori è stata buona: è un’eccellente violinista, appassionata, con una capacità tutta sua di rielaborare il brano, e il suo piccolo pubblico – Kousei compreso – soprattutto Kousei – rimane ammaliato dalla sua bravura ed energia. Perfino lui le fa i complimenti.
Quindi Kaori si sente perfettamente legittimata a dichiarare Kousei come suo futuro accompagnatore al piano, e non vede affatto necessario che il diretto interessato sia d’accordo, convintissima che riuscirà a trascinarlo sul palco con lei.
Beh, sì, ci riuscirà, ma Kousei ha opposto fiera resistenza. Per praticamente tutta la settimana prima della successiva competizione Kousei passa il tempo a fuggire da lei e Tsubaki (che ha deciso di aiutarla perché, a suo modesto parere, Kousei sarebbe più felice se riprendesse a suonare il piano). All’inizio entrambe puntano per “attacchi” al limite dello stalkering, ma alla fine Kaori opta per la soluzione più efficace: il giorno stesso della gara trova Kousei all’ultimo minuto e gli fa un discorso che in primo luogo lo fa sentire una persona orribile, in secondo luogo lo commuove. Perciò… accetta.
Quando si ritrova sul palco, deve cominciare ad affrontare i suoi fantasmi. Il vero problema di Kousei è il ricordo, o meglio il trauma, lasciato da sua madre – che fu la sua istruttrice di piano, ma aveva dei metodi di insegnamento… poco convenzionali. Ci vuole poco perché panichi e cominci a delirare. Mentre la performance di Kaori è perfetta, lui suona con foga, con rabbia… paura. Alla fine, si ferma per non continuare a “rovinare” la musica di Kaori. E invece cosa? Anche Kaori si ferma, sebbene questo decreti la sua squalifica dalla gara. Si ferma, si gira a guardarlo e dice solo una parola: Again!
Colpito dal gesto, anche Kousei riprende a suonare. E’… semplice, gli basta seguire la musica. O seguire lei e basta. Facendo così, riesce a suonare bene perfino senza sentire le note e, dopo tutto questo, il pubblico esplode. Lui non ricordava di essersi mai divertito tanto durante un concorso.
E sì, io ci ho fatto una cosa bella lunga, ma questo è solo l’inizio. Da qui in poi ci sarà Kousei che si innamora sempre di più ma, intanto, intraprende quella che qualcuno definirà “strada del demone”. Una strada difficile, con tante brutture da affrontare. Kaori avrà ancora moltissime cose da dargli, ma il tempo di lei non è infinito… à_à E poi okay, ci sono colori pastello, Watari che è un simpatico fighetto ma probabilmente alla fine della fiera è l’unico normale, Tsubaki che scade nel più becero shoujo, ci sono lucciole e salti giù da un ponte! Ci sono anche una montagna di canelé e di gente che corre.
Alla fine c’è musica, un sacco di musica.

Prima di commentare, ci tengo a fare una specifica: io non vedo/leggo MAI storie puramente “sentimentali”, men che meno incentrate sul romanticismo. Quindi, prima di iniziare Your Lie in April ero un po’ titubante.
Ebbene, mi ha conquistata sin dal primo episodio, il bastardo. e_e
In primo luogo, è divertente. Si presenta effettivamente come una commedia scolastica: solo nel primo episodio abbiamo Kousei ucciso per la ventordicesima volta da una pallonata vagante, Watari e le sue fangirl, Kaori che dimostra quanto può essere letale un flauto… tutti i personaggi sono simpatici, carichi, e reagiscono sempre in modo un po’… giocoso ed esagerato. Sanno sfruttare il loro spazio sul palco, ecco.
Anche se la partenza è vivace e allegra, non ci vuole molto per scoprire cosa nasconda Kousei. Ho amato com’è stata trattata la faccenda: tutti i suoi traumi, fantasmi e paure vengono presentati in modo chiaro e semplice (spesso con rapidi flashback triggerati dalla più innocente delle cose, come quando Kousei vede il peluche del gatto… anche se ammetto che in quell’occasione sono saltata su dicendo circa “Kousei, ti capisco, ma non ti può prendere una crisi esistenziale per un peluche Madonna“. Vi garantisco che in generale è più sensato x°) e il percorso per superarli non è troppo semplice – ci vorranno tanti discorsi, tanti diversi approcci, e tanto sostegno – ma non viene nemmeno trascinato in modo esagerato. A poco più di metà serie riesce a superare il trauma più grande, ovvero la parte peggiore del ricordo di sua madre. Questo permette di introdurre anche nuovi ricordi, più positivi, e di mettere il personaggio della madre in una luce migliore (no perché fino ad allora pareva una psicopatica pesante).
Altra cosa ammirevole è come viene inserita, e poi trattata, la malattia di Kaori. Non viene detto subito, anzi. Dopo un po’, cominciano a dare qualche piccolo indizio… come ad esempio lei che, dopo aver salutato Tsubaki che era sullo stesso pullman, scende qualche fermata dopo, all’ospedale. O meglio, neanche scende, la si vede solo prenotare la fermata. (La classe). Oppure, subito prima della nuova esibizione pubblica di Kousei, la si vede intenta ad uscire dal bagno mentre rimette in borsa una inquietante quantità di medicine e pasticche. Sarà solo molto più avanti che i suoi problemi prenderanno il sopravvento e la relegheranno all’ospedale, eppure la cosa era diventata pian piano chiarissima – e Kaori riesce comunque a dare il meglio di se stessa in qualsiasi situazione.
Per questo non posso dire che Your Lie in April abbia UNA “fase drammatica”. Perfino il primo episodio, che pure è così allegro, non è del tutto intonso dalla tristezza. I protagonisti devono scontrarsi con delle brutte cose, ma ci viene mostrato chiaro e tondo. L’impressione che si ricava è più che i personaggi, pur sapendo benissimo delle cose tristi, vogliano essere felici comunque.
Questo viene aiutato anche dal lato comico di Shigatsu (ogni tanto lo chiamo così per abbreviare-) perché… nonostante le tragedie varie ed eventuali… vedendo questo anime si ride mooolto più del lecito… x°
Come ho detto all’inizio, è divertente! Non che si cerchi di indorare la pillola, anzi. Alcune scene, come le due volte che Kaori collassa, arrivano di botto, nude e crude. E sono davvero brutte.
Ma per il resto… questa gente non si arrende. Capita spesso che, quando meno ce lo si aspetta, i personaggi abbiano qualche reazione assurda (tipo menare qualcuno, o mangiarsi tutti i suoi dolcetti < realmente successo) o dicano qualcosa che… beh, non si sarebbe mai pensato. Ma parola mia: non ce n’è UNA che sia inappropriata, rovini la scena o sembri fuori luogo. Hanno sempre il potere di allentare la tensione quanto basta. L’idea è quella di sorridere fra le lacrime, credo.
La storia d’amore fra Kousei e Kaori, poi, è… non so nemmeno come spiegarlo. Le vicende non sono incentrate sull'”amore”, eppure è uno dei motori fondamentali. E’ ricordandosi di un momento felice con Kaori che Kousei riesce a suonare di nuovo bene per la prima volta; e, come dice Kaori, è “tutta, tutta colpa tua” se alla fine lei decide di tentare un’operazione rischiosa e avere almeno qualche mese in più… non molla perché sogna ancora di salire sullo stesso palco con lui. Quella parte di Kousei che si sentiva un bimbo sperduto e abbandonato capisce di non essere solo perché c’è lei.
E’ tutto così incredibilmente… delicato, ma persistente. Come dice Kousei, “sei dentro di me e ancora non mi permetti di arrendermi”.
Il tutto in mezzo al fraintendimento che a lei piacesse Watari e Kousei non ci ha mai nemmeno provato – in QUEL senso – per lealtà verso l’amico. Ringraziamo che Kaori abbia avuto la bella pensata di scrivergli una lettera, sennò questo a fine serie non aveva ancora capito un accidente.
Sebbene nato tutto da una bugia di aprile, però, è stato uno degli amori più semplici e onesti che abbia mai visto in una storia.

“Dentro di me…
tu esisti!”

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Ma c’è qualcosa di stonato in questo anime così perfetto che sembra me lo sia inventato? Ovviamente sì! Perché, per fare una citazione banale ma sempre efficace, la perfezione non esiste.
Well, il problema è Tsubaki. O meglio, come personaggio in sé; di suo è pure simpatica – quando si sta calmina.
Ma era proprio, proprio, proprio necessario il triangolo? Per inciso, è un triangolo che non esiste: a Kousei piace Kaori, a Kaori piace Kousei, a Tsubaki piace Kousei ma nessuno lo saprà mai.
Tutte le scene di Tsubaki in crisi mistica perché è gelosa di Kaori (cosa che diventa un po’ squallida, quando Kaori viene ricoverata) e perché deve “fare chiarezza sui suoi sentimenti” – nota: per lo spettatore è ovvio fin dalla opening che anche a lei piaccia Kousei. Lei se ne rende conto al 14° episodio, circa. – sono di una noia mortale.
Perché non si fa altro che sentire l’ovvio e lei che si lagna di Kousei o raccontare a povera gente che ha incastrato momenti della loro infanzia (a volte di cui si è pure già parlato).
Ora, non dico che non si possa innamorare di chi le pare. Ma… tutte quelle scene erano risparmiabili. In termini di trama, tutta questa faccenda è perfettamente inutile: per le vicende dell’anime non cambia niente che lei scleri o no, Tsubaki è l’unica a saperlo (insieme alla sua compagna di classe che è un personaggio secondarissimo). Agli altri personaggi, di tutto questo, non verrà mai in tasca nulla – nel bene e nel male. L’unica cosa che dirà Kousei in merito sarà “certo che le ragazze sono strane”, e in realtà stava pensando piuttosto ad un litigio avuto con Kaori poco prima.
L’unica vaghissima giustificazione è che Kaori non ha chiesto direttamente a Tsubaki di presentarle Kousei perché aveva intuito le piacesse e pareva brutto, ma per il resto…
Non dico che non si dovesse inserire questa cotta, solo, si poteva gestire mooolto meglio. (Anche perché accostata a tutto il resto non ci fa una gran figura). Sembra abbiano presentato all’autrice un elenchino di “elementi tipici da shoujo” da seguire alla lettera, in pratica. Il tutto per una sottotrama che non porterà da nessuna parte. Oookay…
Avrei di gran lunga preferito che almeno la metà di quelle scene superflue le avessero investite per approfondire Watari – che è tanto caro, ma ha pochissimo screentime – o Takeshi ed Emi. °A°

Visto come ho posto il commento alla trama direi che per i personaggi posso fare giusto qualche appunto brevissimo, e dunque.
Kousei è capacissimo di sorprendere. E sì che, prima della visione, me lo aspettavo come un enorme kuudere. Sa essere molto più vivace di quanto ci si aspetti x°
Poi okay, io amo Kaori e questo credo si sia intuito-
Di Watari… posso dire che è molto caruccio e per fortuna si intuisce che ha ben più carattere di quanto possa sembrare di primo acchito – che passa per il fighetto di turno, poi fa i discorsoni da citazione a Kousei e cambia tutto. Il problema è che, appunto, il poveretto lo si vede solo nelle scene di gruppo. Ha due (2) scene da solo. Di ben… mezzo minuto, suppergiù. #DifendiamoWatari
Poi, appunto, Tsubaki va benissimo finché il suo cervello non approda – o naufraga, per meglio dire – alla solita tiritera del “Mi-piace-Kousei-non-è-vero-sì-che-è-vero-okay-forse-sì-Baka-Kousei”. Quindi diciamo che finché sta nelle scene di gruppo è fattibile. Tra l’altro, non nego che quando si comporta bene è una figura d’aiuto e sostegno per Kousei, che la sua presenza sia importante. Ma non quando si fa prendere dallo shoujo potente.
Tutti gli altri personaggi, comunque, anche se appaiono meno del gruppetto protagonista tranne Watari sono piacevoli e ben caratterizzati. Anche se devo dire che ho un debole per Nagi. Che bimbetta malvagia. x°

 

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Ricordiamoceli così

 

Come accennavo quassù, a quanto pare sono un’abbonata dello Studio A-1. In quanto tale, posso affermare con piacere che Your Lie in April è probabilmente uno degli anime con cui si sono impegnati di più, a livello di grafica.
Non c’è un episodio, e dico uno, che sia disegnato… non dico neanche male, ma un poco meno bene. No: si pone su un certo livello di qualità (alto) e lì rimane, con picchi di quando in quando.
C’è un sacco di colore. Nei primi episodi, soprattutto, c’è moltissimo rosa. Ma ha senso anche questo: la storia inizia in primavera, e la primavera rimane uno dei temi principali dell’anime.

“La primavera è la stagione in cui ti ho conosciuta.”

 

Per il resto, tutta la grafica brilla di colori pastello piacevoli e vivaci! Giallo, celeste, verde chiaro… oppure le caldissime sfumature del tramonto, essendo un sacco di scene ambientate nel tardo pomeriggio e/o al rientro da scuola.
Ah, c’è anche dello splendido foodporn e… esiste il flowerporn…? x° Beh, certe inquadrature erano superbe. Davvero tutto molto… eyes appealing, una gioia per gli occhi.
Questi bei colori allegri contrastano poi con i flashback e le paure di Kousei – dove tutto è cupo e grigio. Ma come dirà lui, una delle cose che l’ha più colpito di Kaori è che dopo averla conosciuta il suo mondo ha iniziato a ritrovare colore.
Comunque, sì… possiamo dire che i colori sono una cosa importantissima di Shigatsu. Praticamente fanno l’altra metà del lavoro dopo le parole, per raccontare le cose non dette insieme alla musica.
Il design dei personaggi è fedele al manga, per quello che ho visto. E’ uno stile che sulle prime potrebbe non convincere, ma di mio dopo essermici abituata è risultato anche molto piacevole. Sono riusciti perfino ad attenuare la tendenza che ha l’autrice ad accentuare le labbra; nell’anime sembra semplicemente che le ragazze abbiano il gloss, mentre ai maschi per fortuna non hanno messo niente (Grazie. Ho visto qualche pannello del manga e la cosa sfociava nel tragicomico.)
Ah, e quant’era figo come hanno animato l’interno del pianoforte? *A*

 

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So che in un anime basato sulla musica pare scontato dirlo, ma quando una cosa è figa è figa e qui le musiche sono tutte splendide.
I brani di musica classica che suonano Kousei, Kaori, Emi, Takeshi, Nagi… sono tutti adatti a loro. Come dimostra tutta la storiella imbastica su Love’s Sorrow. Un brano che a Kousei ricordava sua madre, usato dalla donna per insegnargli a riconoscere il dolore, ma che era stato scelto da Kaori stessa per suonarlo insieme. Quanti retroscena dietro un’unica canzone!
Ovvero… non sono solo fighe a livello qualitativo, ma anche per gli accostamenti ai personaggi e come vengono calate nel contesto.
Manco a dirlo, pure le OST originali sono una più bella dell’altra e Again mi ha spezzato il cuore più di una volta.
Quanto alle opening/ending. Sarò onesta: la seconda opening è una delle pochissime cose che non mi sono piaciute, non so, troppo stucchevole. La prima ending non mi piaceva granché come musica ma gradivo il video; la seconda ending è tipo il colpo di grazia dopo essere annegati nei feels per tutto l’episodio.
Poi c’è lei. La prima opening, Hikaru Nara. Se splendesse.
Credo di averle dichiarato amore eterno. A parte che lo strumentale è jazzoso quindi già partiva bene, la grafica è eccezionale (ecco, quella opening è un ottimo spaccato per avere un’idea di com’è tutto Shigatsu) e nel ritornello ci sono pezzi che ritorneranno poi nell’ultimo episodio… ma la lyrics. La lyrics! Il testo è esattamente quello che è successo, il resoconto perfetto del rapporto fra Kaori e Kousei, e gioca su tutte le metafore e le simbologie della storia, soprattutto quella delle stelle. Per concludere, è la quintessenza del romantico, ma rimanendo la cosa più lontana possibile dallo smielato. Una signora opening.

“Sei stata tu, proprio tu ad insegnarmi
che se anche l’oscurità brilla, diventerà un cielo stellato.”

Perché Your Lie in April è questo: musica, colore, un limpido cielo stellato.
Ad ogni modo, quel che davvero trapanerà il cervello post-visione è Twinkle, Twinkle Little Star. à_à

 

your lie in april

[Una official art che pareva brutto non mostrarvi questa gente! Kousei è quello tutto in blu, Kaori la biondina, Tsubaki la mora e Watari il fighet- ehm, il ragazzo castano]

Potrei dire anche qualche altra cosa, come che i titoli degli episodi sono semplici ma essenziali e pur sempre scenicissimi (“Monocromatico/Colorato”, “Rieccheggia”, “Neve”, “Vento di primavera”) e che, pur essendo io del tutto neofita in ambito di pianoforte e violino, sono abbastanza sicura che l’autrice sia mooolto pratica, o che abbia fatto un gran lavoro di ricerca. Ma credo di aver detto anche troppo, perciò possiamo chiudere il sipario.

Penso di poter affermare con certezza due cose:
A. Your Lie in April è uno degli anime migliori che io abbia mai visto e
B. E’ un anime superbo oggettivamente parlando. Andate in pace.
x° No, sul serio. I difetti sono pochi e i pregi li coprono abbondantemente. Sarebbe difficile pensare ad altre storie che, una volta concluse, lascino così… un po’ di tutto, e riescano a titillare il cuore ogni qual volta tornano in mente.
In breve: vedetelo e vi regalerò dei biscotti – e un pacchetto di fazzoletti. Ne avrete bisogno.

Bye!

 

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Recensione – Oceania

  1. Grande recensione per un grande anime, una grandissima storia. Lo visto in due giorni e sono 5 giorni oramai che in TV non riesco a guardare altro se non rivedere scene di your lie in April. Vorrei sottolineare il finale di una tristezza immonda con lei che muore ma non ti da la sensazione che davvero lei ci sia? Oddio che magia di anime.

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