The Mirror Lied

[Videogioco RPG] [Astratto]

☆ ☆ ☆

Yoh!
Su, su, non c’è bisogno di farvi andare di traverso la saliva. Sto davvero aggiornando questo blog dopo due settimane. Sono quei piccoli, stupefacenti miracoli che di tanto in tanto accadono. *A*
Tuttavia, per non stupirvi troppo, chiariamo subito che questa non è la recensione-mattone promessa a Star Stealing Prince (su cui, comunque, prevedo di mettermi al lavoro prossimamente), bensì quella del fantomatico RPG Assurdo&Oscuro (?) cui ho accennato nel precedente post. Stavolta diamo spazio ai voli di fantasia (o forse al l’autore è un gran trollone) e ad una recensione probabilmente breve ma intensa su The mirror lied!

In primo luogo, che cos’è The mirror lied? Sempre un indie game RPG (sì, mi ci sto appassionando) creato dal gruppo occidentale Freebird Games, i quali hanno già tirato su varie altre cosette (To the moon, Quintessence… dato che la loro tecnica di gameplay mi pare più che buona, forse proverò anche qualcos’altro di loro). Gioco breve – venti minuti se non ci si blocca basteranno – probabilmente sviluppato con l’RPG Maker XP (dico probabilmente perché non ho trovato informazioni in merito ma, ad occhio, mi parrebbe l’XP…).

The mirror lied si presenta come un’operetta insolita, ben diversa anche dalle sue sorelline. Perché?
Prima di tutto, è piuttosto difficile attribuirgli una precisa categoria; spesso l’ho trovato definito “horror”, ma francamente horror non è. E’ un gioco astratto in cui tutto, e dico tutto, è lasciato alla libera interpretazione del giocatore, dove nulla è sicuro e non tutto è sempre logico. Può essere vagamente inquietante, questo sì, ma è un effetto secondario; si finisce per essere inquietati a causa del totale estraniamento a cui il gioco porta, dato che… be’, detto terra terra, è come non avere la benché minima idea di dove ci si trovi e di cosa si debba fare. xD Ci si trova a vagare in modo quasi stranito, stupendosi delle cose che accadono – molto randomicamente e senza il minimo preavviso – e senza ben essere sicuri nemmeno se si stia avanzando oppure no. Ci si ritrova davanti al finale senza accorgersene. E’ un gioco che spaesa molto – ma è lo spaesamento di un qualcosa volutamente ermetico, non di un gioco confusionario frustrante cretino come potrebbe essere Ao Oni.
In qualche modo ci si immerge parecchio nella giocata e quello che sarebbe un enorme punto a sfavore in qualsiasi altro gioco (la protagonista non parla né fa mai una qualunque cosa che possa darle un minimo di caratterizzazione) in questo è perfettamente funzionale alla sua struttura e, anzi, contribuisce al calarsi del tutto nella vicenda. La protagonista, Leah, di cui sappiamo il nome solo grazie al menu e ad alcune e-mail che la stessa riceve, viene definita dagli autori… Una ragazza senza volto in un mondo senza volto. Tanto che lo stesso sprite si ritrova ad avere una faccia bianca.

Descrivere la trama di questo gioco è complesso perché non parliamo neanche di vera e propria “trama”, quanto di una sequenza di eventi che accadono senza che se ne sappia il perché e che condurranno ad un finale ben preciso, come in una storia già scritta e vissuta – cosa che, insieme a qualche indizio grafico, mi spinge a pensare che voglia essere anche il racconto di una vicenda già accaduta, un mettere insieme delle memorie disperse.
Leah si risveglia nella sua stanza e, dato che è attorniata da giocattoli, possiamo presumere sia in realtà una bambina. In tutta la casa non c’è anima viva, nonostante un letto, se controllato, risulti essere “ancora caldo”. E lei non farà altro che girovagare, raccogliendo chiavi nascoste qui e là e ricevendo strane telefonate da un “uccellino”.
Man mano che il tempo passa, i quadri sulle pareti e un planisfero diventano bianchi. L’evento che più colpisce, dei vari, è quando Leah appicca accidentalmente fuoco alla casa… o meglio, tira una leva e la casa finisce in fiamme; l’unica soluzione pare essere dormire e, al risveglio, è ancora viva.
Tra una cosa e l’altra, si troverà una carta magnetica che permetterà di accedere ad un computer; qualcuno le ha mandato molte mail, e in tutte viene pregata di uccidere l'”uccellino”. E Leah ha una pistola.
Alla fine, Leah riesce ad arrivare sul tetto in concomitanza col passaggio dell'”uccellino”, con cui finge di voler andar via; ma appena entrambi si ritrovano in volo, Leah tira fuori la pistola e spara.

Detto così, può sembrare un immenso casino privo del benché minimo senso. Purtroppo è un qualcosa che non rende ad essere raccontato, ma “funziona” solo se affrontato in prima persona. Probabilmente anche io, se l’avessi visto solo in walkthrough, sarei rimasta alquanto perplessa. °A°
A giocarci, invece, non mi è dispiaciuto affatto. Per quanto, sì, lì per lì non si capisca una mazza. xD
Personalmente l’ho interpretato come un assurdo modo di rappresentare il passaggio all’età adulta.
Leah è chiaramente una bambina, girovaga in una casa vuota dove non c’è proprio la porta d’ingresso (ma è come se qualcuno se ne fosse appena andato e i bambini spesso non vengono lasciati uscire da soli…) e, a farci caso, manca anche la cucina, però c’è la sala da pranzo. Quanta attenzione può fare un bambino alla cucina? Spesso poca, non ha molto da fare lì e a volte ne viene allontanato. Volendo, si può afferrare un orsacchiotto e far muovere Leah con quello in braccio, oppure accendere un carillon… tutti oggetti che, in qualche modo, ricordano l’infanzia.
Il fatto di dar accidentalmente la casa alle fiamme può essere visto in vari modi: dato che accade solo se si preme una leva “ad orario” (ovvero una leva che viene giù solo in un determinato momento) potrebbe essere semplicemente il ricordo di qualcosa di accaduto, oppure rappresentare i problemi che si possono avere in una certa fascia d’età… Leah risolve andando a dormire, ma quando si risveglia il suo letto è piombato nel soggiorno. Come uno può piombare in un mondo più adulto – o viceversa, le cose adulte gli piombano addosso. L’uccellino… spesso e volentieri “l’uccellino” viene visto come una figura che rappresenta l’infanzia o i bambini molto piccoli. Leah uccide il suo, di uccellino, e questo potrebbe rappresentare il passaggio vero e proprio. Le mail che la spingevano ad ucciderlo potevano essere viste come le esortazioni che il mondo esterno dà alla cresciuta. Nell’ultimissima scena, poi, si vedono tutti i giocattoli di Leah – solo quelli – sparire.
Potrebbe essere preso come la Leah adulta che ricorda in via astratta la sua infanzia e ha in qualche modo dimenticato anche se stessa – è senza volto.
Tuttavia, questa è la mia interpretazione. Il gioco fornisce abbastanza spunti e dettagli per dare varie interpretazioni di tutti i generi, anche ben più concrete – come che “l’uccellino” rappresentasse una pandemia in espansione partita dall’Europa, et similia. Vedere per credere xD.

La grafica è muy buena. *A* Hanno utilizzato dei tileset non troppo elaborati né chissà quanto rari, ma sono gradevoli alla vista e, soprattutto, combinati con una certa bravura nel creare le mappe, è venuta fuori una cosa graziosa. Le stanze – a parte la mancanza di ingresso e cucina o la disposizione vera e propria – sono arredate in modo realistico e, come dire?, anche un pochino ricercato, dando l’impressione di una casa davvero “vissuta”, dall’atmosfera piuttosto intima. Inoltre il fatto di aver mantenuto tutto sui toni del marrone/beige/sabbia le dà un’aria elegante e crea l’impressione di un insieme “omogeneo”, esattamente come dovrebbe essere una vera casa.
Per la musica, invece. Il brano principale – nonché unico – è quello dei titoli, che è possibile sentire anche durante la giocata qualora venga attivato il carillon. E’ una composizione originale dei Freebird games e devo dire che l’ho trovato piuttosto caruccio (e mi è pure rimasto impresso per giorni, dopo averci giocato). Solo, da parte mia non ho tenuto il carillon aperto durante la giocata perché tutta quell’atmosfera + quella musica erano effettivamente una combo un pelino ansiogena. xD
Il gameplay è ottimo. *O* Prima di tutto c’è da notare che è possibile giocare sia tramite tastiera che tramite cursore – cosa che negli RPG non si trova quasi mai e non so quanto lavoro richieda a livello materiale, comunque era ben fatto. (Anche se io preferisco la tastiera, usare il cursore lo trovo più adatto nelle visual novel (?) e similari). Le cose da fare per avanzare non sono affatto difficili, l’unico problema è che bisogna andare a caso. U.U’ Ci sono vari eventi poi che si possono avviare come no e non avranno il minimo influsso, così come vari “dettagli” carini posti tanto per gradire – poter cambiare l’abito alla protagonista, suonare il pianoforte, poter girovagare con il peluche, l’orologio che se esaminato fa apparire il quadrante… Cose carucce che ho apprezzato, certo, però credo che oggettivamente siano quel genere di “chicche” che starebbero meglio in un gioco un po’ più elaborato e lungo. °^° Sono i tocchi che si danno per impreziosire, ma in un contesto del genere si prendono fin troppa attenzione… xD (E poi, diciamolo, prima di mettere le decorazioni devi avere una base).
Mi ha dato l’impressione di essere stato fatto anche un po’ come “prova” per vedere quante funzionalità e particolarità potessero essere aggiunte e come. Forse è uno dei motivi per cui anche io l’ho apprezzato abbastanza, visto che mi sto interessando di game making. °^° *L’ha visto un po’ come uno studio sul campo*
L’unico punto a sfavore è lo schermo intero fisso; okay che dovrebbe teoricamente aiutare l’immersione nella giocata, ma se io voglio giocare e chattare insieme… xD *Così bisogna stare a fare i giri da start…*

Non è stato facilissimo recensire questo gioco, nonostante la brevità. E’ molto “particolare” in ogni sua parte.
Che piaccia o meno dipende fortemente dai gusti e da cosa si cerca in un gioco. Se si vuole horror o presunto tale, ad esempio, è decisamente la porta sbagliata; se si va alla ricerca di qualcosa di semplicemente strano, invece, direi che fa al caso vostro. Può piacere a chi è affascinato dalle cose più astratte o, come me, è curioso di vedere varie “tecniche” di gioco messe in atto – insomma, gli studi sul gameplay, lol. Non lo consiglierei neanche a chi cerca “giochi con pochi dialoghi o trama”: questa è la quintessenza della mancanza di dialoghi e trama, ma tanto che diventa complesso. Per chi vuole la semplicità, sfocerebbe in un qualcosa di insoddisfacente. ù_ù’

Screenshot!

Si comincia. E guardate che bel soggiorno!

 

Una delle stanze che più incasina la vicenda, fra email, batteri e interruttori della corrente per terra

 

Per l’uccellino non finirà troppo bene… U.U’

 

Coming next... abbiamo già appurato che dico una cosa e poi ne faccio un’altra, quindi stavolta prendo il sicuro offrendo diverse possibilità! Fra le opzioni, dunque, recensione-mattone a Star Stealing Prince, commento a Nira Oni (ebbene sì, uno dei fangame di Ao Oni. No, non mi hanno dovuta legare alla sedia) oppure il commento a Hello…? Hell… o?.
(Oppure switcho e passiamo alla prima recensione manga.)
Vi saluto.
Bye!

 

The Mirror Lied (Title Screen)

The Mirror Lied dai Freebird Games.
Originale in inglese.
[;Download (Eng)]