The Witch’s House

[Videogioco RPG] [Horror] [La più bella collezione di game over della storia degli RPG]

☆ ☆ ☆

Yoh!
Long time not seen! Perché ti spacci per britannica, Tailuchan…?
Be’, in realtà no, almeno secondo gli standard miei e di questo blog. xD D’altronde sono giusto tre mesi dall’ultima recensione. Anche se in realtà preferirei/c’è una minima possibilità che cominci a postare ad intervalli un po’ più frequenti, dato che anche solo la lista dei videogiochi da recensire pian piano si alluuunga, e…
*Magari se la smettessi di vedere WT o scaricarne… ma come potrei…*
(Cercate di capirla: deve sfogare il suo trauma. Ha scaricato Cooking Mama 3 per le solite vie traverse, salvo poi scoprire che la R4 è un po’ defunta. Sono stati momenti di profondo dolore e sconforto.)
Ad ogni modo, anche quest’oggi ho consacrato la giornata al miglior cazzeggio che fosse a disposizione e quindi, sì, ho visto altri walkthrough. E ho giocato ad una cosina nuova, un assurdo RPG che forse nessuno di voi avrà sentito nominare. Maseppurtuttavia, oggi NON parleremo di quello, bensì di un videogioco aggratis abbastanza noto anche nei lidi italici. Perché sì, approfittando dell’ultimo aggiornamento, mi sono decisa a scaricare anche The Witch’s House!

The Witch’s House o Majo no Ie che dir si voglia (= La Casa della Strega) è un indie RPG horror, a tratti un pelino splatter, orientato in special modo sul puzzle solving. (Ma non temete, ci sono anche inseguimenti in abbondanza per tutti!). L’autore/trice è Fummy, mentre alla traduzione inglese – nonché al renderlo popolare spammandolo su tumblr – è stata l’arcinota Vgperson.
Dato che come detto su ho approfittato dell’aggiornamento per scaricarlo, la versione di cui tratto qui è la 1.07 col finale segreto nuovo di pacca.
Ora, sarò del tutto sincera. Io con questo videogioco ho un rapporto combattuto.
Inizialmente – avevo già visionato dei walkthrough mesi fa – non l’avevo proprio mandato giù; poteva essere carino da giocare, ma la trama mi si era letteralmente incastrata in gola (e ho fatto il possibile per toglierla da lì al più presto. *Tailuchan e i modi raffinati per dire “la trama mi causò moti di disgusto”*). Questo non tanto per problemi evidenti della suddetta (per quanto NON sia esente da difetti) ma proprio perché, oggettivamente, l’avevo trovata crudele; soprattutto, non mi è andato giù che l’antagonista principale vincesse, in maniera inappellabile, in tutti e 3 gli ending ufficiali. (Ora sono quattro e, indovinate un po’? Vince pure lì).
Quindi questa sarà una recensione negativa? *Sospira* No. Non del tutto, almeno. Sul lato della trama non ho cose carine da dire, ma riconosco che, perlomeno, si salva dalla banalità di Mad Father (sempre parlando della trama, almeno quanto all’essere un gioco horror possiamo dire che fa il suo lavoro), i crateri logici di Misao (edit: dopo l’aggiornamento, Misao l’ho un pochino rivalutato) e l’inesistenza di Ao Oni. E non posso ignorare il lato tecnico eccellente o il gameplay assolutamente buono e piacevole (a parte gli atti di pura cattiveria che ogni tanto il personaggio è felicissimo di è tenuto a compiere).

La storia si apre con una bambina dalle corte trecce bionde che si sveglia su un letto di fiori (ah ah ah- no, sul serio. Tranquilli, il seguito è BEN diverso.). Si trova in mezzo alla foresta e, no, non saprete mai come ci sia finita, cosa che può risultare vagamente WTF a seguito delle scoperte che faremo sul finale. (EDIT: no, in effetti viene spiegato nella novel come ho aggiunto qua sotto.)
La giovane che, come il menu ci informa, si chiama Viola (e qui non posso far altro che aggiungere un (?). Chi già conosce capirà.), a quel punto, si trova ad un bivio; da un parte, una fantomatica “casa della strega”, dall’altra “l’uscita della foresta”. Entrambe le strade sono bloccate da un cespuglio di rose – piccolo nel primo caso, immenso nel secondo. A questo punto, come tutti i bravi bambini sperduti nella foresta, si mette a frugare là intorno, imbattendosi in un simpatico machete. Sì, un machete. No, non si pone domande. Il giocatore, invece, qui comincia a farsi qualche idea riguardo al soggetto con cui avrà a che fare…
– Se sospettate di avere a che fare con una psicolabile, be’, siete sagaci.
Comunque sia, la partita vera e propria potremmo dire che cominci solamente quando Viola (?) taglia il piccolo cespuglio di rose con tale grazia che il machete va in frantumi. Una volta fatta pulizia, può avanzare, e finalmente arrivare davanti alla casa della strega.
E quando entrerà lì dentro, se eviterà di farsi schiacciare da un paio di pareti a 845 km/h, una nota appesa al muro la inviterà in un certo luogo. Vieni nella mia stanza.
Durante la quasi totalità della giocata, in realtà, non accade nulla di particolarmente significativo ai fini di trama; si possono leggere come no i “Diari della strega” sparsi in giro, per quanto siano piuttosto radi, che raccontano il background della sedicente strega così ansiosa di trucidare Viola (?) (ansietà che si può dedurre da come QUALSIASI COSA cerchi – e spesso riesca, con grande shock/frustrazione del giocatore alla prima corsa e sommo gaudio alla seconda – a uccidere la fanciulla nei modi più fantasiosi possibili). Per il resto, il numero dei dialoghi rasenta lo zero. Si parla alcune volte con gli “inquilini invisibili” della casa (i quali, però, sono semplici componenti di quest/puzzle necessari all’avanzamento) e con un curioso gatto nero che ci segue per tutto il tempo. La cosa bella del suo essere SEMPRE lì è che funge da savepoint. (Sì, in seguito avrà un senso e non sarà solo una chicca del gioco). Ah, si parla pure con cose particolarmente desiderose di uccidere Viola (?). Ma questo si era capito.
Tutti i dialoghi, comunque (esclusi quelli di quando ci si avvia al finale) non dicono nulla sulla situazione attuale, né passata. Certo alcuni indizi sulla trama vengono dati fin da subito, tuttavia risultano comprensibili solo alla seconda giocata…
Tornando ai diari della strega, che sono l’unica cosa che salva il gioco dall’essere senza trama fino praticamente alla fine. In essi viene spiegato che la strega Ellen, all’inizio, era una bambina molto malata, perciò confinata in casa e priva di compagnia. Secondo quanto dice, i suoi genitori non la amavano (… parole sue, tuttavia in seguito sorge qualche dubbio su cosa intendesse esattamente per non amare). Da lì, poi, i diari hanno una svolta: dato che non si sentiva amata, ha semplicemente ucciso i suoi genitori. Da allora, ha sempre abitato nella casa… un giorno, però, ha incontrato Viola, con cui ha fatto “amicizia”… Sì, la stessa Viola (?) che muove il giocatore. Forse. Diciamo così.
(Dimenticavo: alcuni libri, nella casa, danno indizi su come una strega ottenga i poteri. Nel caso di questo gioco, è richiesto un patto con un demone che ha assunto forma fisica. E le predilette dai suddetti sono quelle di gatto nero. Got it?)
Quando infine la ragazza arriva davanti alla stanza in cui era stata cortesemente invitata, si ha libero accesso all’ultimo diario della strega. Qui è svelato il colpo di scena che, a conti fatti, è l’INTERA TRAMA del gioco (perché, no, i diari precedenti implicavano BACKGROUND, che sono due cose diverse): quando Ellen ha stretto il patto col demone, ha chiesto una cura per la propria malattia; ciò che si è vista dare, invece, è stato un incantesimo per scambiare i corpi. Incantesimo che, per essere messo in pratica, richiede approvazione dal bersaglio e un legame di fiducia… proprio ciò che un bravo amico potrebbe dare. E in quel momento, sì, si scopre che Ellen è in realtà colei che si è mossa per tutto il tempo, perfettamente a suo agio nel corpo sottratto “all’amica” Viola.
Tuttavia Viola – quella vera – non si è ancora arresa e quindi, nello stesso momento, appare, trascinandosi nel corpo seviziato di Ellen (a cui mancavano gambe e occhi, eliminati DA ELLEN STESSA). Da qui c’è l’ultima scena della giocata, ovvero l’inseguimento ad ultra velocità fra Viola ed Ellen. A seconda di cosa si fa qui, si potrà avere uno dei due ending “principali” (Good Ending e True Ending). Per il primo, basta scappare dalla casa. Per il secondo, invece, durante la fuga, bisogna recuperare il pugnale di Ellen, nascosto in un armadio che è rimasto chiuso fino a quel momento.
(Ci sono altri due finali, ma le modalità per averli sono un po’ diverse).
Tutti i finali hanno un dettaglio in comune che lo rende effettivamente a bad ending: Viola muore e Ellen scappa. Tuttavia, a seconda di quale sia il finale, le cose sono più o meno crudeli.
In tre su quattro, Viola muore perché il suo stesso padre, un cacciatore inoltratosi nella foresta in cerca della figlia, scambiandola per un “mostro” (…?), le spara. Nel quarto finale, invece, muore semplicemente per questioni di tempo.
Il true ending è quello più “gratuitamente crudele”, con una certa nota beffarda. Per la prima volta in tutto il gioco, Ellen parlerà direttamente, mostrandosi per la grandissima stronza persona malvagia che è: sfotte Viola per la sua ingenuità nel cederle il corpo, le rinfaccia di come si godrà al posto suo l’amore del padre. (Tanto per concludere in bellezza, la pugnala sul viso). Dopo aver indotto il padre ad uccidere la stessa figlia, poi, se la ride, probabilmente della stessa filosofia di Kuroha e del suo ridiamoci su!
Gli ultimissimi secondi vedono il succitato gatto/demone ritornare in scena e sparire insieme al corpo martoriato di Ellen, per fare cosa non ci è dato sapere.

 

The Witch's House (Splat)

Pareti a 845 km/h (Screen fatta prima dello SPLAT.)

 

The Witch's House (Frog)

Perché Ellen è una stronza

 

The Witch's House (Bear)

E’ meglio pensarci due volte prima di sbudellare un peluche potrebbe apparirne uno più grande e incazzoso

 

(Nota: nel resto della recensione, per “Viola” ed “Ellen”, intendo proprio LORO due, a prescindere da quale corpo avessero.)

Ehm, fantastico. Sì, davvero fantastico. No, anzi, sto scherzando.
Penso che da questo piccolo riassunto si sia capito perché non l’ho particolarmente apprezzata. D’accordo, ammetto con tutto il candore che io preferisco di gran lunga i “lieto fine”. Ma non è tanto questione di “lieto fine”, è questione che, oggettivamente, per tutta la partita non si è fatto altro che aiutare l’antagonista a fare qualunque cosa volesse, portandolo ad una vittoria. E questo, per me, è odioso. (Infatti io NON completerò la partita, ma lascerò tranquillamente che Viola acciuffi Ellen alla scena dell’inseguimento. Conta come game over e nemmeno come bad end? CHISSENEFOTTE.)
Per il resto, è proprio “cruda” e i personaggi positivi ne escono parecchio male – insomma, anche il padre ingannato… – e gli unici che ci guadagnano sono quelli negativi (sebbene, c’è da dirlo, il demone non risulta particolarmente malvagio, quando più… be’, un demone).
L’avanzamento stesso nel gioco è vincolato ad atti “cattivi” – che, d’accordo, teoricamente servono come indizio per capire che tipo sia Ellen, però… – visto che alcuni puzzle, per essere risolti, richiedono cose… come dire, poco simpatiche. C’è Ellen che sventra senza problemi un orso di peluche o, il caso più famoso in questo senso, quando non si fa scrupoli a gettare una rana in pasto ad un enorme serpente che le occupava la strada… peccato che la rana l’avesse aiutata fino a quel momento ad andare avanti, senza neanche chiederle nulla in cambio. Altro cosa meno citata ma a mio parere ugualmente stronza se non di più, è quando uno dei fantomatici “inquilini invisibili” della casa le chiede della corda per legare insieme dei libri; se si torna indietro dopo, in realtà, si scoprirà che la corda l’ha usata per impiccarcisi. Certo, qui si potrebbe dire “ma non sapeva che l’avrebbe fatto”… sul serio? Ellen è la padrona della casa e la conosce benissimo, quindi è lecito pensare sappia come si comportino i suoi “ospiti”; inoltre, dopo che è successo, la porta di quella stanza si riapre da sola, come un invito a ritornare. Dal mio punto di vista, la porta si è aperta perché Viola voleva mostrarle le conseguenze delle sue azioni, rimarcare la sua perfidia; nel caso fosse una teoria corretta, sarebbe una riprova che l’ha fatto in via del tutto consapevole. E questi sono solo alcuni esempi.
Viola è stata torturata in ogni modo possibile ed immaginabile; giusto per dire, subito dopo lo scambio dei corpi, dato che gridava per il dolore, Ellen le ha dato una medicina.
Ovviamente, era una “medicina” che le avrebbe bruciato la gola, rendendola incapace di parlare.
Per non parlare poi del padre che spara a suo figlia (ad ogni modo, mio buon (?) signore, sarebbe anche da chiarire COME le sia saltato per la testa; il corpo di Ellen non aveva sembianze mostruose, era solo una ragazzina ferita a morte e ricoperta di sangue. Ma tipo prestare soccorso, no…?) o anche di dettagli stupidi e quasi casuali – ma ugualmente risparmiabili – come, ad esempio, che alla fine il demone abbandona il suo ultimo corpo ospitante. Questo verrà poi ritrovato come cadavere abbandonato e sta anche in mezzo al passaggio, rendendo quasi obbligatorio calpestarlo (dico quasi perché FORSE si può evitare passando di lato). Personalmente ritengo che il gioco avesse già la sua buona ambientazione dark con solo l’utilizzo degli scenari cupi e di vari (parecchi) jump scare al punto giusto; tutta ‘sta roba è ridondante e, per me, semplicemente di pessimo gusto.
Finora ho parlato di pareri un po’ più soggettivi quindi, vediamo, la trama presenta anche qualche difetto oggettivo?
Sì, direi di sì. xD Ora, in generale è una trama breve e senza eccessive pretese di complicatezza (fa il suo buon lavoro come cornice e giustificazione di gioco e azioni, non di più). Non ha immensi buchi logici né di coerenza e, sebbene non sia oggettivamente Originalissima come tutti la spacciano (NON dico sia banale, per carità, ma inversione di Cattivo e Eroe non è neanche la prima volta che lo si vede…) scorre, funziona. Magari non piacerà, ma non è oggettivamente insensata.
Eppure qualche difettuccio generale lo si trova comunque.
In primo luogo, direi, non è ben chiara la tempistica delle vicende raccontate. Ovvero, non si capisce quanto sia passato fra lo scambio di corpi e il tempo della giocata. Teoricamente poco, dato che Ellen stava ancora nella foresta e Viola era prossima alla morte. Eppure, all’inizio, si trova una lettera del padre preoccupato per la figlia che si è avventurata nella foresta, quindi… almeno un paio di giorni? Non torna molto, anche considerando che il famoso machete trovato all’inizio probabilmente era stato nascosto da Ellen stessa. Una cosa molto WTF riguardo la timeline è, invece, data dai diari stessi: qualora il giocatore riesca ad arrivare fino alla fine senza mai salvare, otterrà un dialogo extra con il gatto nero e il diario finale sarà un po’ diverso, più approfondito. … Il problema è che parla anche di cose successe DOPO che lei e Viola si sono scambiate e lei è scappata, quindi… quando cacchio le ha scritte…? *Insomma, c’è un leggero problemino di consecutio temporum.*
Altra cosa che non torna. Ellen afferma di essersi amputata le gambe e cavata gli occhi DA SOLA cosicché Viola, una volta nel suo corpo, non potesse cercare aiuto. Ora, a parte i forti disturbi mentali di Ellen, che diamine…? Dice che Viola dopo è stata scioccata di scoprire che il corpo di Ellen stava cadendo a pezzi. … Okay, ma non è che la mancanza di gambe e occhi sia una cosa difficile da notare… (per le gambe magari le ha nascoste con le coperte visto che era a letto al momento dello scambio, d’accordo, ma gli occhi…? E non avrebbe dovuto perdere un fantastiliardo di sangue? Com’è che non è morta lei, nel frattempo?). (E se era in grado di bloccare la perdita di sangue con la magia, be’, c’è qualcosa che non torna comunque, visto che in teoria allora avrebbe dovuto poter bloccare anche i dolori della sua malattia…). Una cosa su tutte: Ellen, avresti anche potuto andare in ospedale. Tipo.
Poi, vabbé, non è ben chiaro nemmeno in che epoca si svolga la vicenda, ma questi ai fini di trama è un po’ ininfluente (a parte se parliamo dell’epoca moderna, nel qual caso la mancata visita all’ospedale è più grave).
Altra cosa non troppo chiara è il fatto che Ellen sia tornata indietro di proposito nella foresta. (Dato che il gatto nero in un dialogo extra dice “Non saresti dovuta tornare qui di tua volontà…”) Perché okay, Viola la blocca con il cespuglio di rose, ma Ellen in generale PERCHE’ è tornata lì…? Allora la persona con cui ha litigato il padre di Viola era già Ellen e non la vera Viola? Quindi quanto diamine di tempo è passato? OAO (In tutto ciò, devo prenderlo come buchino logico o semplicemente è perché Ellen è stronza e voleva assicurarsi che Viola fosse morta…?)
Per il resto, potrei dire anche che la trama è un pelino striminzita; il colpo di scena fa DEL TUTTO da trama, a Viola e suo padre non viene praticamente dato un minimo di spazio e nemmeno la questione del demone viene toccata granché.
Tutto sommato, con dei finali un po’ più decenti ed escludendo le cattiverie gratuite e inutili, la trama avrebbe potuto anche essere interessante, con un po’ di approfondimento qui e là. °^°

(Nel 2016 – tre anni dopo aver scritto questa recensione -, ci tengo a fare qualche piccola aggiunta qui. In seguito, l’autrice/autore ha ben pensato di scrivere una novel sul gioco. Ho avuto modo di leggerla e, devo dire, per quanto continui ad odiare cordialmente Ellen e a pensare che i finali siano cattivissimi, l’ho trovata una lettura piacevole. La trama nella novel è molto più articolata e approfondita che non nel gioco e, come sospettavo, messa così ha un certo fascino, nonostante le vicende quasi grottesche. Inoltre la novel ha risposto a quasi tutte le mie domande: Ellen era appena fuggita dalla casa con il corpo di Viola, quando inizia il gioco. Semplicemente, Viola è rimasta terrorizzata all’idea di cosa sarebbe potuto accadere al padre, lasciato in balia della piccola psicopatica. Così, con le ultimissime energie, è riuscita ad usare la poca magia rimasta nel corpo di Ellen per “restaurare” la casa e bloccare la fuga dell’altra – nella speranza di fare in tempo ad acciuffarla. Quanto ai diari, pare che si scrivano da soli per volontà stessa della casa, quindi è spiegato perché ci fossero cose che in teoria avrebbe potuto scrivere solo dopo. x°
L’ultima cosa: spiegano anche che una strega non può morire per malattie o dolore; l’unico momento in cui una strega muore è quando cede alla disperazione. Questo implica che, alla fine, Viola sia morta non tanto per i proiettili e le ferite, ma per il dolore di vedersi sparare dal suo stesso padre.
Certo, continua a non tornarmi che Viola non si fosse accorta di QUANTO stesse messa male Ellen…)

Osservando lo scompartimento personaggi, poi, abbiamo un’ulteriore riprova di quanto la trama sia breve e Ellencentrica; a conti fatti, i personaggi sono solo quattro (Ellen, Viola, il padre di Viola, il gatto nero), laddove: Viola appare solo alla fine del gioco e non può nemmeno parlare; il padre di Viola appare ancora dopo – solo negli ending – e, sostanzialmente, l’unica cosa che fa è sparare alla sua vera figlia; il gatto nero di solito dice una frase ogni volta che lo si re-incontra in una diversa area della casa, ma si tratta al 90% di battute o commenti arrandom. Tutto quello che sappiamo sui personaggi è detto da Ellen, visto con gli occhi di Ellen, “filtrato” da Ellen; nei suoi diari racconta di come Viola fosse una ragazza gentile e solare (Parole sue: Così gentile, così allegra, eppure così stupida.) o, dal discorso finale che fa a Viola, si sa che la famiglia della ragazza era composta solo da lei e dal padre. Sono pochissime le cose che si possono desumere solo giocando. Potremmo dire, ad esempio, che Viola era decisamente attaccata alla vita, visto tutto lo spettacolino che ha messo su per cercare di recuperare il suo corpo – e considerando che, senza occhi, gambe e voce, ancora si trascinava in giro, disperata. Dal mio punto di vista, Viola si è dimostrata ben più forte e apprezzabile di Ellen, a prescindere da quanto la suddetta abbia fatto di male.
La lettera del padre di Viola, invece, ci testimonia che il padre tiene molto alla figlia, volendosi assolutamente scusare anche per un piccolo litigio.
Il gatto nero, appunto, non ha eccessiva caratterizzazione, però qualche idea ce la si può fare: si presenta come ironico e scherzoso, nonostante la sua effettiva “natura”.
Poi c’è, appunto, lei. Ellen.
Ellen, riassumendo, è uno dei personaggi più bastardi che abbia avuto il dispiacere di vedere in scena.
E’ crudele, è sadica, è del tutto incapace di provare un minimo sentimento di pietà; come se non bastasse, è di un egocentrismo spaventoso, cosa che la porta ad amare nessun altro oltre se stessa.
Ci sono quelli che dicono “Ma povera bambina, ce l’hanno fatta diventare, lei voleva solo essere amata”. … Ma anche no. Non stiamo parlando di Mary di Ib, dove ci sono TUTTI gli estremi per interpretare in maniera più positiva il suo personaggio e giustificarne la follia; visto il carattere di merda che ha Ellen, non si può AFFATTO sapere cosa intendesse lei per “non essere amata”. La tenevano rinchiusa in una stanzetta campandola a tozzi di pane raffermo o non le avevano comprato il bambolotto che voleva per il compleanno? Considerato il soggetto, propendo più per la seconda.

(EDIT: nella novel, viene lasciato vagamente intuire che il padre fosse un buono a nulla e passasse tutte le giornate a drogarsi con non si sa bene cosa. La madre invece si prendeva sempre cura di Ellen e le voleva bene; tuttavia un giorno, stanca di quella vita, ha deciso di fuggire con un altro uomo. Come ben sappiamo, Ellen non ha approvato. Certo, continuo a dire che uccidere i tuoi genitori, darli un pasto ad un demone e poi dar fuoco alla casa mi pare comunque un po’ drastico.
Curiosità: ci sono tracce dei genitori di Ellen anche nel gioco! Lo scheletro che fuma dalla pipa di giada è suo padre; le scarpette rosse, invece, erano di sua madre.)

Ellen non mostra nulla che possa far supporre anche un minimo di bontà da parte sua o un accenno di rimpianto; non c’è niente “di buono” che possa essere associato alla sua figura. Non mostra gratitudine verso il gatto nero che l’ha sempre aiutata e continua ad aiutarla per tutto il gioco, considera Viola una povera imbecille e non si fa scrupoli a sfotterla; non esita a danneggiare la casa che l’ha ospitata fino a quel momento – e che tutt’ora la riconosce come sua padrona – e trova tanto divertente aver costretto il padre ad uccidere la sua vera figlia. Non ha mai il MINIMO impulso caritatevole nei confronti degli altri; anche quando nella casa aiuta qualcuno durante le quest o i puzzle è solo perché le torna comodo, non certo perché gliene freghi qualcosa.
E’ un personaggio fortemente negativo; pur di salvarsi lei, porta distruzione e generico “male” a qualunque cosa gli stia intorno. Tutti i personaggi – a parte forse il demone – sono danneggiati dalla sua presenza. Perfino le ambientazioni (chiaro esempio ne è il giardino del penultimo piano che, dopo il suo giro turistico, è praticamente ridotto in cenere).
Tende ad eliminare e trattare male QUALUNQUE cosa non le piaccia o non le interessi, con un menefreghismo pauroso. La cosa più inquietante, a questo riguardo, è il trattamento che riserva al suo stesso corpo – da lei odiato perché malato – che la spinge tranquillamente a mozzarsi le gambe, cavarsi gli occhi e bruciarsi la gola da sola, lasciandolo in uno stato più che miserevole.
Sinceramente non c’è UNA sola cosa che la salvi o possa rendere le sue azioni un minimo comprensibili. E’ semplicemente “cattiva”, in un modo insindacabile. °_°
Dato che tutta la storia è appunto incentrata su di lei e ogni cosa a lei fa riferimento, si potrà ben capire perché ho serie difficoltà ad apprezzarla.
Comunque sia, tutta la sua caratterizzazione è desumibile solo a gioco completato – pure più di una volta – e quindi, per quanto se ne possa dire, non è che manco lei abbia questo approfondimento psicologico immenso…
D’accordo, “approfondire” i personaggi non era l’intento del gioco. Bene, appunto, visto che c’eravamo, Ellen poteva anche essere un PELINO meno stronza. xDD

Tutto il lato tecnico è senza dubbio quello più apprezzabile; è ciò che rende la giocata piacevole ad ogni modo, che la storia piaccia o no, e che spinge a chiudere un occhio sulle malignità di Ellen tanto per vedere come prosegue la partita.
La prima cosa che ci si trova davanti è la grafica. Buona parte viene dritta dritta dagli RTP – la grafica preesistente – dell’RPG Maker, eppure Fummy si è preparata comunque da sola i tileset, aggiungendoci vari campioni di grafica apposita presa altrove (un buon compromesso fra l’utilizzare gli RTP e fare del tutto una cosa personalizzata, qualora non ci si possa preparare tutta la grafica a mano).
La scelta di suddetta grafica si presenta altresì piuttosto azzeccata, con mobilia che non sfigura in una casa della strega e le dà un’aria quasi “signorile” (simpatiche robe a parte). Oltretutto è palese come l’autore/trice sia piuttosto talentuoso nella creazione delle mappe; nessuna è mai troppo piena o troppo vuota, le stanze (quelle normali, almeno) sono tutte sistemate in modo realistico e non viene mai a crearsi il fastidioso problema di “simmetria” che spesso si riscontra negli RPG (ovvero quando l’autore non sa bene come riempire la mappa e crea le due parti “a specchio”. No, in questo caso non conta la stanza riflessa LOL).
L’unica cosa della grafica che non mi ha convinta granché potrà sembrare una sciocchezza, ma nell’ambito complessivo è un po’ un pugno nell’occhio: all’esterno della casa, fra l’erba e il sentiero, non c’è il minimo stacco. Essendo poi l’erba verde scuro senza nemmeno un gradiente prima della strada sterrata, viene a crearsi un effetto “stradina squadrettata” poco carino. U.U’
Riguardo la musica non mi esprimo particolarmente perché, sarò sincera, quando gioco disattivo le OST (non per altro, ma se gioco di notte fanno un po’ casino; abbassare il volume non è ideale, visto che mi servono gli effetti sonori…). (Non lo faccio sempre, però con questo è capitato xD)
Sono comunque andata ad ascoltarmi alcuni brani a parte; a parte fare i complimenti a Fummy che ha inserito nella colonna sonora anche due sue composizioni, ho trovato notevole il brano Lost chair.
… Forse un pelino troppo notevole, visto che è un brano molto piacevole e ricco che s’accompagnerebbe meglio ad una storia un tantino più emozionante e coinvolgente. Ad ogni modo, rimane un’ottima OST. ù__ù
Farei notare, poi, che nella cura maniacale riposta nel lato tecnico, sono stati aggiunti effetti sonori anche per le minime scemenze, come ad esempio rumore di vetri infranti se si calpesta una bottiglia rotta o l’alleggerirsi dei passi se si cammina su dei fiori caduti.

 

The Witch's House (Intro)

Sentieri squadrettati

The Witch's House (Screen)

L’arredamento ha un senso logico

 

The Witch's House (Game Over)

Questo lo metto perché è il mio game over preferito.

 

Il gameplay, come si potrà ben supporre visto le premesse del lato tecnico, è ottimo.
I puzzle e le quest sono difficilotti ma mai impossibili; quasi sempre c’è una nota o qualche altro dettaglio che funge da indizio. Non sono complessi tanto per il capire cosa fare – quello risulta sempre abbastanza chiaro – ma più che altro nel capire come farlo, anche perché un approccio errato ad uno degli “enigmi” porterà inevitabilmente ad un qualche simpatico game over – eccezionali in questo gioco, dopo ne parliamo un po’ più approfonditamente…
Non è mai noioso e i puzzle sono della più varia natura. Non ci saranno mai chiavi da trovare (Le chiavi non aprono le porte nella casa della strega) ma ciò non significa che manchino le quest, anzi. Le cose da fare possono variare dallo scoprire le trappole presenti in una stanza all’aiutare gli inquilini invisibili della casa; a volte ci sono passaggi segreti da trovare, altre volte ci si trova in mezzo ad inseguimenti a sorpresa. Uno dei puzzle più carini, secondo me, è quello in cui bisogna fare in modo che le due stanze adiacenti siano l’una lo specchio dell’altra. xD Molto spassosa anche la stanza successiva, in cui l’unica regola è non farsi distrarre da nulla e nessuno; qualora invece ci si faccia distrarre, anche per scansare un coltello volante, si finirà in una piccola stanzetta dal pavimento insanguinato, senza uscite. Poco dopo, Ellen verrà spiaccicata da un grosso sasso. <3
Come quest’ultimo citato dimostra ampiamente, molti puzzle tendono ad essere discretamente trolloni e ingannevoli e non è consentita alcuna possibilità d’errore: sbagliare implica morire, punto. Perciò è bene salvare appena possibile, o dopo ogni progresso.
Poi, i game over. Oh, cielo, i game over. x°D Direi che sono praticamente una delle parti migliori del gioco – nonché quella che maggiormente ha spinto me a giocarci LOL. Ce ne sono almeno una trentina diversi, TUTTI con apposite animazioni, la metà dei quali spuntano fuori così a sorpresa e sono tanto fantasiosi da assumere praticamente un risvolto comico (non saprei se volontario o meno).
Però, ehi, badate bene, per quanto siano a sorpresa, sono comunque game over che hanno una qualche connessione logica con quello che si è fatto – o non fatto; non sono assurdi e inspiegabili come quelli di Misao o di Corpse Party, dove anche entrare in un corridoio piuttosto che un altro implica game over.
Il mio preferito, devo dire, è quello dove Ellen viene schiacciata da una grossa pendola. La cosa divertente è proprio il suo svolgimento: *Tocca pendola* “Uhm, non sei stata trafitta da dardi né ferita mortalmente da-” *SPLAT*. *E Tailuchan ride* (La frase tra virgolette appare sul serio, non l’ho inventata io xD). Altro molto LOL è quello che si ottiene qualora si indossino delle scarpette rosse prima di averle lavate (indovinate perché erano rosse…): la testa si stacca e il corpo va via da solo. (Eh, già). Questo è un piccolo esempio di quello che dicevo sopra, game over assurdi ma non impossibili da sgamare: già dalle favole, le “scarpette rose” sono interpretabili negativamente. Inoltre, una nota nel muro scritta in ROSSO, un po’ strana, l’aveva invitata ad indossarle; sarà mica un trappola? Una volta lavate, invece, diventano un paio di scarpette di vetro… decisamente più positive di quelle rosse nell’immaginario collettivo. xD *Insomma, se si presta attenzione ci sono tutti i presupposti per superare la maggioranza dei game over anche alla prima giocata*.
Altro game over che ho trovato piuttosto simpatico. C’è un corridoio dove bisogna semplicemente evitare dei pugnali. Se si entra dentro e poi si torna alla stanza precedente, uno dei coltelli, a sorpresa, sbucherà dalla porta e infilzerà Ellen al volo. Pfft…
Possiamo dire che, in un certo senso, il gioco è fatto appositamente per spingerti a rigiocarlo e dare la caccia a tutti i game over possibili: non di meno, c’è un certo gusto malefico nel vedere Ellen schiattare in 1001 maniere.

The Witch's House (Game Over)

Il game over che rende giustizia all’infame sorte della rana

 

The Witch's House (Puzzle)

Evita di morire e potrai avanzare. *Ironia…*

 

wh-spech

Specchia le due stanze, il puzzle più carino del gioco

Sì, abbiamo quasi finito. *O* Ultima cosa cui vorrei accennare, il fantomatico intrecciarsi di grafica e giocabilità già nominato nella precedente recensione. Avevo detto che ne avrei parlato solo nel caso in cui si fosse messi estremamente male, ma rettifico: vi accennerò anche quando sta messo estremamente bene. Una definizione più corretta, però, forse sarebbe “intrecciarsi di STORIA e giocabilità”. Nel caso di The Witch’s House, è un’altra delle cose più apprezzabili del gioco, una di quelle che fa piacere trovare e in qualche modo colpiscono per il suo “starci benissimo”.
In primo luogo, parliamo del gatto nero. Il gatto nero è il demone che ha dato ad Ellen i suoi poteri e la casa stessa, va bene. Ma perché fa anche da savepoint? La risposta è abbastanza semplice, in realtà. Teoricamente, il contratto fra lui ed Ellen era ancora valido; lui le aveva promesso una cura per la propria malattia e una casa. Dato che la casa era ancora in piedi ed Ellen era in pericolo, la aiuta… sostanzialmente, si può interpretare come se il gatto, ad ogni morte/game over, la riportasse in vita. Probabilmente sarebbe intervenuto anche se Viola fosse riuscita ad acchiappare Ellen (non per cattiveria, semplicemente per tenere fede al contratto); questo spiega perché Ellen se la scampi in OGNI ending. Fintanto che avesse avuto il gatto dalla sua parte, era praticamente immortale.
Altra cosa, le note sparse in giro per la casa. Oggettivamente, servono per dare un qualche indizio al giocatore su come diamine debba comportarsi. Tuttavia non sono solo “utilità” di scena; come Ellen stessa afferma – e anche il gatto nero – la casa ha cercato di aiutarla per tutto il tempo, in quanto riconosceva la sua “vera padrona”. Un modo molto elegante per coprire e giustificare le piccole esigenze sceniche. xD
Ah, poi, una piccola nota sul “fattore paura”.
Ho notato che molti definiscono The Witch’s House un videogioco spaventoso, di quelli agghiaccianti.
…? Come dire, no. E’ sicuramente catalogabile nel campo “horror” (non come Ib che, più che altro, è “inquietante”), ma in un certo senso è più horror il fattore psicologico, pensare a quello che ha fatto Ellen, non le scene viste. (Ad esempio, in una stanza piena di medicamenti e similari si trova un aggeggio che serve per fermare il flusso sanguigno delle gambe. … Col senno di poi è un pochino…) Non ci sono mostri terrificanti, non ci sono immagini orride che popuppano all’improvviso (a parte se si fa game over durante l’inseguimento fra Viola ed Ellen, ma… sapendo che quella è Viola, perde un po’ d’effetto…), non ci sono cose davvero spaventose.
E’ inquietante, è d’atmosfera, a tratti scivola nello splatter, ma non è mai davvero spaventoso.
Ammetto tuttavia che sono sobbalzata più volte vedendo/giocando rispetto a qualsiasi altro videogioco horror con cui abbia avuto a che fare (a parte forse Hello? Hell…o?). Questo non tanto per chissà quali cose spaventose, quanto per dei dettagli particolarmente inquietanti che servono per mantenere alta la guardia e ricordarti che, sì, ogni cosa che fai ha una reazione; è quasi divertente notare come un pacchetto che cade da solo dopo aver frugato in una pila di regali possa fare più presa di una pozza di sangue. Questo accade perché Fummy è stato bravo a giocare col fattore realismo; non si sarà troppo coinvolti nella storia, forse, ma ci si cala abbastanza nella giocata. E in questo senso fa il suo lavoro da bravo – molto bravo – videogioco horror, sì.
Ma non aspettative cose che vi facciano staccare la spina dal PC e correre via urlando. x°D

The Witch's House (Horror)

… A proposito del fattore psicologico horror. Ora, non si sa bene che ci facessero quei cuscini lì. Tuttavia, quelle sono scale e c’era una tizia senza gambe in giro. Qualche indizio…?

* EXTRA, sempre perché mi piace strafare
– L’autrice/tore del gioco, Fummy, ha anche scritto la lyrics di una canzone di Miku Hatsune, Can’t I even dream?
– Alla domanda “Ci sarà un sequel?” l’autore risponde “Sono indeciso”.
– La novel potete leggerla in inglese qui: capitolo 1, capitolo 2, capitolo 3, capitolo 4, capitolo 5.
(PS: scusate la bassa qualità delle screen ma le ho fatte da video su youtube, che mentre giocavo mi è proprio passato di mente. U.U’)

Un videogioco dunque perfetto e impeccabile riguardo il lato pratico, ma che viene un po’ sciupato da una trama discutibile e fortemente legata ai gusti personali (immagino che ad un appassionato d’horror possa piacere…) con una protagonista(/antagonista) crudele al massimo e degli ending insoddisfacenti. Giocarci può risultare comunque piacevole, direi, ma forse solo se si è “psicologicamente pronti” a quello che si va incontro. °^° (Insomma, se già vi siete spoilerati tutto.)
Coming next… al 90%, Star Stealing Prince, con cui daremo una bella variata al tono e genere delle storie di cui abbiamo parlato finora. Aspettatevi una recensione mattone, perché è un gioco con almeno dieci ore di gameplay. x°DD
Bye!

The Witch's House (Title Screen)

The Witch’s House da Fummy.
Originale in giapponese.
[Download (Eng)]