[Post del 19/10/14, trasferito dal precedente blog.]

Commenti a giochi RPG e non

Yoh!
Nella migliore delle tradizioni, riaggiorno con uno di quei ritardi di tre, quattro mesi. Ma fra vacanze, Romics, raffreddore, robi
… e poi lo sapete, su-
Maaaa quest’oggi vi presento una diversa tipologia di post! Ho altre recensioni in cantiere, forse anche di opere d’altro genere (è stata un’estate alquanto soddisfacente in termini di libri, anime e videogames) perciò, nel frattempo, ci trastulliamo con qualcosa di nuovo.
Stavolta farò una raccolta di commenti veloci a vari giochini su cui mi va di spendere qualche parola; non approfondirò come al solito, è più… una botta e via. Prendiamoli come degli appuntini, ecco. Dunque questo è il primo post dove commento più cose in una volta ùwù Lo farò anche in caso di demo, in futuro.
Metto pure un sommario qui su che fa figo. (?)

[In questo post parleremo di…
* Kuro Oni
* Densha
* Akemi Tan
* Quintessence – The blighted venom

Occhio che alcuni hanno dei paragrafi molto molto brevi-]

– Kuro Oni

Nnnnon mi occuperò di questo genere di giochi sul blog a meno che non… beh, mi vada. Ora, Kuro Oni – sempre della serie fanmade su Ao Oni – si pone come semplicissimo punta e clicca, di tipo venti minuti, ambientato in una casa abbandonata con oni che ti viene dietro.
Sinceramente? L’ho trovato migliore dell’originale. L’unico suo scopo è far spaventare e correre, ed è quello che fa.
Soltanto… ma perché l’oni diventava un ragno, alla fine…? x°D

 

kuro oni title screen

Kuro Oni
– In effetti, si presenta subito bene.

 

– Densha

Ora iniziano i paragrafini più corposi! *O*/
Densha è un gioco RPG sviluppato da *controlla* Field of the Wheat; probabilmente è l’unico gioco suo conosciuto perché l’ha tradotto Vgperson, ma ne ha fatti (almeno) altri due, Mayohiga e Seventh Night, tradotti invece da Tosiaki.
Al momento ho iniziato Seventh Night e, quando mi ricorderò quando avrò finito Pokemon Squadra Rossa lo concluderò anche, dunque potrebbe essere soggetto di recensione; ma per ora ho GIA’ giocato Densha, perciò parliamo di questo.
Densha, il cui titolo vuol dire semplicemente treno elettrico (e viene usato per riferirsi sia a quelli regionali che alle metro) è ambientato appunto su un treno.
E’ un gioco astratto con pesanti riferimenti alla mitologia giapponese; nel suo essere “astratto”, il protagonista nemmeno ha un nome, rimanendo sempre solo ragazzo.
Ora, il gioco mi è piaciuto. Perché non lo recensisco?
*Brividi freddi*
Orbene, quando dico che è astratto, intendo che è astratto forte. E pure surreale. Il suo scopo è di straniare il giocatore, metterlo di fronte a cose a malapena comprensibili.
Per dire: anche una cosa innocentissima come andare ad aprire una cassettiera (il gioco è ambientato su un treno, sì, ma non ha necessariamente l’aspetto di un treno.) potrebbe portare all’apparizione improvvisa di tizi con maschere da oni che cominciano a far riflessioni filosofico esistenziali. Con magari una impennata dell’audio. E kanji che piovono sullo schermo. No, sul serio.
I puzzle sono, in teoria, abbastanza comprensibili, anche se a volte da trip mistico. Non si può attraversare tutto il treno come se niente fosse, e nemmeno si devono aprire le porte. No, bisogna girare le placche che segnano il numero della cabina appese ai muri; così facendo, per dire, un 6 diventa un 9, e ci si può spostare. Ma le placche si possono anche ribaltare e, onestamente, a volte è un po’ complicato tornare al punto di partenza.
La trama? In effetti c’è, anche se bisogna andare a ricomporsela. Una volta concluso il gioco, viene svelato l’arcano: il protagonista si era addormentato sul treno e, nel suo sogno (/viaggio), ha ricostruito tutto il passato della nonna che stava andando a trovare (ad ogni puzzle completato, si ottiene un “frammento” del passato).
Iiiil problema è che non c’è un ordine obbligatorio da seguire per completare i puzzle, dunque tutte le informazioni vengono date alla rinfusa e non sono spiegate in modo molto chiaro.
Questo è il motivo per cui non lo recensisco: non ho onestamente la voglia di andare a rigiocarlo in ordine e per bene e mettermi a ricomporre TUTTO il passato come si deve. x°
In generale, comunque, l’ho trovato un gioco piuttosto gradevole; l’ho attraversato tutto d’un fiato, senza soffermarmi troppo a riflettere, lasciando che mi colpisse. Ha funzionato, ne ho un buon ricordo.
Ma è bastata la prima giocata. x°
Ah, ultima cosa: ha una grafica alquanto carina. à.à

 

densha title screen

Densha
– Trovo affascinanti i titoli con inquadratura sulla storia

 

– Akemi Tan

Ah, il celeberrimo Akemi Tan…
Ammetto candidamente che NON mi andava di giocarci. *O*
Tuttavia io e Soe eravamo curiose di quanto facesse paura il leggendario (?) Akemi Tan, perciò, una bella notte di luglio, siamo andate a vederci un walkthrough. (Il link per scaricarlo è sempre da Tosiaki, qui sopra)
Uhm…
Ora, NON lo boccio, ma da un videogioco tanto decantato mi aspettavo un qualcosina di più x°
Per fare paura, fa paura. D’accordo. Ci sono ottimi jumpscare, cose molto poco carine, altre cose che “autore cazzo ti sei fumato” (LA STELLA MARINA ARANCIONEEE). Per il resto ha pure una trama e, per quanto mi sia parsa tirata in alcuni punti, ha il suo svolgimento e la sua logica conclusione.
Cos’è che non mi ha davvero convinta?
… in certi punti è lentissimo °A°” Alcuni puzzle non danno il minimo indizio nemmeno di esserci e, in quell’ora e mezza che uno girovaga cercando di capire che accidenti deve fare, tutto l’effetto degli spaventi, per quanto buoni, viene via. Inoltre c’è davvero pochissima atmosfera – gli ambienti riportano poca traccia della maledizione in corso, non fosse per pochissimo sangue qui e là o il robo arancio a stella marina… -, preferendo concentrare tutto l’horror su eventi improvvisi… che così hanno il massimo impatto sul momento, ma perdono dopo. In sostanza, ci si ritrova un’alternanza di momenti in cui è un perfetto horror e momenti, fin troppo lunghi, in cui si è costretti a vagare per ambienti noiosi.
La conclusione è che è senza dubbio un gioco horror, ma aveva la potenzialità per essere molto, molto più spaventoso.
La trama poi ha un certo sottinteso simbolico che riprende dalla Bibbia con Giuda traditore e Cristo risorto, ma non so quanti ci abbiano fatto caso, lol. Non era questa tramona, ma non era neanche arrabattata a caso.

 

akemi tan title screen akemi-tan

Akemi Tan
… questo fa a gara con Paranoiac srsl (In giapponese perché non avevo voglia di cercare l’inglese)

 

– Quintessence – The blighted venom

Come sempre detto amo seguire anche il fandom anglofono/resto del mondo con le sue produzioni e non solo quello nipponico, perciò mettiamo qualcosina anche qui!
Orbene, per chi ricorda The Mirror Lied, è stato prodotto dal team Freebird Games; i suddetti hanno anche svariati altri giochi, tra cui Quintessence e il più famoso To the moon.
To the moon progetto di vedere il walkthrough prima o poi Cry, tu l’avevi fatto, vero? Ma sì che l’avevi fatto- mentre Quintessence, un bel giorno, spinta dalla mancanza di un RPG fantasy figo, me lo sono scaricato.
Non lo recensisco per un motivo soltanto: è incompleto. No, non è una demo, ma veniva rilasciato a capitoli e, attualmente, è rimasto fermo a 11 su 14. E non si sa neanche se usciranno mai gli ultimi tre, dunque…
In questo caso parliamo di un RPG fantasy nella migliore delle tradizioni: medievaleggiante, alchimia, gente che si fa la guerra per motivi noti solo a loro.
La storia in sé non è eccezionale; è piena di quei clichettucoli di cui sono infarciti l’80% dei low fantasy. Vengono però resi nel modo meno monotono possibile e, uniti a personaggi più o meno gradevoli e la storia che non è sempre così prevedibile, sono accettabili nel contesto.
Questo non vuol dire non ci siano boiate o risvolti così prevedibili che per quanto accaduti al capitolo 9 si intravvedevano già dal capitolo 3 (sapete la quest per salvare la fanciulla in pericolo di vita che finisce in modo molto tragico? Tipo). MA queste cose si alternano a scenette piacevoli e di tanto in tanto qualche siparietto comico ben fatto.
Il suo punto di forza, poi, direi che è la grafica: qualunque cosa accadesse, era così bello girovagare là in giro *A* *Forse è per QUESTO che si è sciroppata tutto il gioco, piuttosto.*
Con tutto è stato sviluppato con l’RPG Maker XP, ma ha una grafica che pialla tranquillamente anche svariati giochi fatti col VX Ace. Dimostrazione lampante che non dipende tanto dall’engine, ma dall’impegno messo. (L’unica cosa non strepitosa della grafica sono i faceset, che mi pare siano stati fatti con un facemaker online)
Poi. Ora, senza dubbio è un gioco in cui ci si è messo tanto impegno. Volevano renderlo unico, pieno di particolarità, di sfizi. Cose che alcune volte sono andate bene, altre male: ad esempio, potrei dire che mi sono fatta tante risate quando ho trovato in vendita nei negozi le figures dei protagonisti (?). Tuttavia le cose non sono andate così bene quando hanno deciso di inserire la possibilità di muoversi a cavallo o in carrozza all’interno delle mappe.
… le STESSE mappe che si utilizzavano quando ci si muoveva a piedi, dunque a misura di sprite. Muoversi risultava un pelino complicato, oltre al fatto che ovviamente le proporzioni delle mappe e della carrozza/cavallo facevano molto a pugni.
La parte peggiore, tuttavia, risultavano essere alcuni minigiochi inseriti – più che puzzle, in tutto Quintessence ci sono veri e propri minigiochi; volevano farli difficili… ma davvero difficili, eh! Tanto che per risolvere il primo ci ho messo all’incirca un’ora e mezza – d’orologio, sì – e uno degli ultimi altrettanto. (Il primo implicava far passare un cervo su una trappola mentre ci si rincorreva per un labirinto di alberi, ma il cervo correva nella direzione opposta rispetto alla persona. Il fatto era che correva in direzione opposta pure alla trappola. Alla fine, per disperazione, ho trovato un punto cieco. O forse è il cervo che si è rotto le balle e ci si è lanciato spontaneamente.)
Certo… devo dire che questo gioco, a suo modo, mi ha aiutata a tracciare una distinzione fra molto difficile ma possibile e oggettivamente impossibile: i minigiochi erano complicati e laboriosi ma, anche se alcuni mi hanno preso moltissimo tempo, li ho superati tutti e senza neanche guardare le guide. … anche perché guide non c’erano così come walkthrough completi x°D (Che è uno dei principali motivi per cui molti giocatori l’hanno piantato in asso-)
AH, il sistema di battaglia è piuttosto buggato – succedono cose tipo venir catapultati fuori dalla mappa e poter continuare ad attaccare da lì, ovviamente senza ricevere alcun danno. Poi, d’accordo, QUESTO era un bug comodo, LOL.
Non sono sicura che lo consiglierei come gioco. A me non è dispiaciuto e superare quei stramaledettissimi minigiochi, a volte, è stato alquanto soddisfacente. Se usciranno gli ultimi tre capitoli, penso lo completerò. Però… ho come l’impressione che, per qualcuno con meno pazienza, il tutto potrebbe essere solo molto frustrante. x°D

 

quintessence the bloghted venom title screen

Quintessence – The blighted venom
– Messo così, mi rendo conto sembri non c’entrare un tubo con gli altri giochi. Comunque già da qui si vede che ha una bella grafica.

 

E per stavolta è tutto! Non so se potrò proporre una novità anche la prossima volta, ma vediamo. Intanto ho una coda molto interessante di robini da recensire… à.à
Bye!