"La rosa rossa è l'incarnazione dello spirito." [Ib]

Recensione – Alice Mare

Alice Mare

[Videogioco RPG] [horroresque] [miwashiba]

☆ ☆ ☆

Yoh!
Avrei dovuto recensire Star Stealing Prince, stavolta – anche perché finisce che poi me lo devo rigiocare per ricordare tutto a dovere.
Dovrei dare la precedenza a cose viste/giocate prima – giusto per logica&coerenza.
Ma… no. Non posso resistere.
Non posso resistere ad una colonna sonora bella da impazzire, a finali che strappano fiumi (o quasi) di lacrime, ad ambientazioni fiabesche, a quella cosa incredibilmente pucciosa che è Allen.
Perciò, fresca fresca della mia recente giocata (= ieri ci ho fatto una serrata) vi presento la recensione di Alice Mare!

Alice Mare (che può essere letto come un’unica parola, Alicemare – d’altronde è da nightmare che deriva) è un videogioco RPG sviluppato con il Wolf RPG Editor da Miwashiba, nota illustratrice di canzoni dei Vocaloid – famosa in particolar per aver illustrato perle del panorama musicale nipponico quali Toluthin Antenna e, soprattutto, Gigantic O.T.N. *rotola*. Per non parlare delle cover di Tsukema Tsukeru e PONPONPON. I suoi fans, sicuramente, avranno già sentito parlare di questa nuova operetta. Come al solito, ormai, la traduzione ce la presenta l’immancabile Vgperson, sempre a caccia di novità da tradurre. Da notare che il titolo con cui è stata concepito all’inizio il gioco era Nightmare Syndrome.
Sebbene Miwashiba sia indiscutibilmente un’allegra pirla amante di colori pastello e vestiti improponibili e del torturare Len, il gioco che ci presenta non ha neanche per sbaglio le stesse atmosfere allegre e brillanti delle canzoni su cui l’abbiamo già vista all’opera, anzi; Alice Mare è alquanto malinconico, ha una trama per certi versi a dir poco complessa e molte delle ambientazioni presenteranno colori scuri o dettagli dark. Ciò non vuol però dire che sia horror: c’è molto di quel che potremmo considerare horror psicologico (praticamente il background di tutti i personaggi + alcuni degli ending) e vari jump-scare, tuttavia nulla di spaventoso in stile ho ribaltato la sedia. E’ una storia a tratti triste, a tratti davvero dolce, di sogni (incubi) che ricalcano le favole… sogni da cui ci si vuole svegliare. E il protagonista, Allen, sarà quello che cercherà di trascinare tutti fuori da questi mondi (Mondi).
Ma vediamo la trama più nel dettaglio e_e9

 

Alice Mare (World)

Crocicchio fra i mondi

 

 

Il gioco inizia con Allen, il piccolo protagonista puccissimo, shota e biondo – e vittima di una recente perdita di memoria – che viene introdotto alla vita nella sua nuova casa. La “casa” è gestita da un misterioso nonché gnocco (?) individuo, il quale rifiuta di rivelare il suo vero nome: per la quasi totalità della giocata, verrà conosciuto come Maestro.
Come in una sorta di orfanotrofio privato, l’uomo pare aver preso sotto la propria cura anche altri bambini senza un posto dove stare, per la precisione quattro: Letty, Chelsy, Joshua e Stella. Per quanto Letty e la doppia mobilia della sua stanza garantiscano che ci sia anche un quinto, Rick – che si troverà in giro solo una volta fatta notte.
Tutti i bambini sembrano trovarsi bene, anche se pare che ognuno di loro abbia un qualche peso sulle spalle.
Quando fa buio Allen, seguendo il saggio (forse) suggerimento di Joshua, si reca al piano superiore, dove il Maestro aveva proibito loro di andare la sera. Là, in una mini-biblioteca, si trova solo, con l’unica compagnia di una farfalla sotto vetro.
L’unico problema è che la farfalla sta chiedendo aiuto. Allen, quindi, che come già detto è puccissimo, si affretterà a cercare di aiutarla, ma questo porterà solo alla demolizione della teca. Con un record di corsa la cui tempistica è equiparabile solo al tempo che passa fra un game over e l’altro in The witch’s house – ovvero poco, neanche due secondi dopo il rumore il Maestro si precipita nella stanza; dopo aver controllato che Allen non si sia fatto niente, si premurerà di spiegargli che la farfalla è defunta da un pezzo, perciò anche la sua anima se n’è già andata… e qualcosa senz’anima non può certo chiedere aiuto.
Dopodiché, Allen zampetterà di nuovo nella sua stanza, mesto, ma… ohibò! All’interno, incontra un gatto saltato fuori dall’armadio; dato che, massì, perché no d’altronde, nelle Cronache di Narnia finisce bene, il piccolo segue il gatto nell’armadio… trovandosi catapultato nel sogno, o meglio, nel Sogno. Ma questo lo saprà dopo.
E così, a seguito di un paio di conversazioni con Cheshire – il quale apparirà Ogni Singola Volta in pieno stile pop-up, specie se dopo schermate nere perché, sì, sta deliberatamente cercando di far prendere un colpo sia ad Allen che al giocatore – e con il Bianconiglio, Allen viene informato di trovarsi in un “Sogno”. In questo Sogno, si può accedere ai “Mondi” di tutte le altre persone che si trovano lì… ovvero tutti gli altri personaggi. Visto che Allen pare un tipino a posto (?), il Bianconiglio gli chiede aiuto: tutte le chiavi dei vari Mondi sono sparite. All’interno di ogni Mondo, c’è la chiave per aprire quello successivo, e così via… Se fosse così gentile da riportare tutte le chiavi, lui potrebbe consegnargli quella di un ALTRO mondo, il loro, per poter tornare indietro.
Ed è qui che parte la giocata vera e propria. Dato che ci si trova nel Sogno, nel sogno di Alice, è così che vengono chiamati tutti i bambini, indipendentemente, da gatto e coniglio.
Attraverso quattro livelli/Mondi – la maggior parte dei quali sulla falsariga di alcune favole; abbiamo Hansel e Gretel, Il bambino che gridava al lupo, Cappuccetto Rosso e un vago accenno a Biancaneve, oltre ovviamente alla struttura stile Alice – Allen scoprirà il passato dei bambini e cosa li ha portati a finire senza famiglia. Tutti saranno costretti a rivivere i propri traumi, con Allen al loro fianco. Letty è stata abbandonata dalla matrigna senza cuore e ha generato Rick, la seconda personalità, come meccanismo di autodifesa; Rick, per lei, ha gettato la donna nel camino e poi dato fuoco alla casa. Joshua ha un passato da “buono a nulla”, sempre ignorato in favore dei fratelli diligenti… come se non bastasse, ha visto entrambi i suoi genitori suicidarsi. Chelsy ha per sbagliato guidato un ladro e assassino a casa della nonna, cosa terminata con la morte di quest’ultima; quando l’uomo ha cercato di uccidere anche lei, però, il padre della bambina è intervenuto a sorpresa, facendolo a fette ma traumatizzando così la figlia. Stella ha visto morire tutto il proprio villaggio per una maledizione cui solo lei era immune… Insomma, tutte vicenduole amene (?). Durante il gioco, si farà spesso riferimento al fatto che questi bambini hanno perso il loro XXXX, che una persona senza XXXX finirà col morire e… beh, l’XXXX è uno dei punti cardine del gioco, ma cos’è lo si scoprirà poi. xD
Il fantomatico XXXX si trova sparpagliato in frammenti per i vari mondi – tranne quello del Maestro, dove ce n’è solo uno che sarà lui stesso a dare ad Allen se ha trovato anche tutti gli altri.
Una volta superati QUESTI Mondi, si hanno tutte le chiavi, perciò il Bianconiglio, come promesso, consegnerà la chiave del mondo normale, aggiungendo però che, per utilizzarla, una delle “Alice” dovrà essere sacrificata, pugnalandola con la chiave. Questo la porterà a morire nel sogno ed entrare in coma nella realtà (anche se TUTTE le implicazioni si scoprono poi). Non consigliato infilzare un bimbo a caso perché ciò condurrà ad uno degli ending “mica tanto good” xD, oltre che finire la partita con largo anticipo e perdersi informazioni essenziali sulla trama.
Nel quinto Mondo, invece, privo di alcun accenno favolistico, si affronta un livello insieme al chibiMaestro (altro shota) e si viene a conoscenza del suo passato, che anche lui e sua sorella Fiona erano bambini abbandonati e, soprattutto, entrambi erano già stati nel “Sogno”. Il Sogno, i Mondi, non sono altro che una dimensione parallela, costruita sui sogni e le emozioni degli ospiti, dove creature come Cheshire (non il Bianconiglio perché lui si rifiuta), attirano i bambini tristi e addolorati per poter divorare le loro anime. Vista dall’esterno, è definita come nightmare syndrome, una malattia che fa cadere addormentata la vittima e non le permette più di svegliarsi, tormentata dagli incubi… anche se alla fin fine è qualcosa di ben meno prosaico.
Se una persona muore nel Sogno non ne può più scappare, rimanendo alla mercé del Cheshire; Fiona, quindi, per evitare che suo fratello si sacrificasse per lei, è morta prima nel sogno… e poi, non è del tutto sicuro come, è riuscita a svegliarsi e accoltellarsi da sola, per precludere qualsiasi possibilità sia al fratello pirla che al gattaccio.
Il Maestro è “pirla” per un semplice motivo: ha sempre pensato di non aver ricevuto quel sentimento che bramava più di ogni altra cosa, di non poterlo dare, o ricevere, di non conoscere alcun tipo di calore. Tanto da odiare se stesso e rifiutarsi di accettare il proprio nome, che gli ricordava appunto quel sentimento. Non si è mai reso conto che quella cosa che tanto desiderava l’aveva sempre avuta, da tutti…
Verso il finale Allen, che non aveva dato alcun segnale in quel senso, riesce finalmente a ricordare anche del suo passato: i suoi genitori sono morti durante l’irruzione di un criminale a casa loro quando lui non c’era; al ritorno, per lo shock, ha perduto la memoria. (Ringraziamo anche Fiona LOL)
Quando poi si arriva al mondo “attuale” del Maestro, l’uomo prenderà la chiave del mondo ad Allen… e la userà per accoltellarsi da solo, di modo da consentire a tutti i bambini di tornare indietro e distruggere il Sogno. Prima di… mh… collassare, spiega le ultime cose: quello è il SUO Sogno, il SUO Mondo. E’ adulto fuori, ma ancora bambino dentro. Ha preso con sé i bambini, inizialmente, perché così avrebbe potuto monitorare la loro nightmare syndrome (poi, vabbé, è diventato un fratellone puccioso).
Il suo Sogno ha inglobato i “Mondi” degli altri bambini, costringendoli tutti lì; forse è stato Allen a causare l’inizio, aprendo la porta principale, ma in realtà ha solo avviato l’inevitabile, perché erano già tutti sull’orlo del baratro.
Così, grazie al suo sacrificio, i bambini possono tornare indietro sani e salvi. Allen correrà nella sua stanza, ma lo troverà addormentato e senza alcun segno di reazione. Potrà leggere il suo diario, volendo (= consigliato perché vi porta all’ending migliore), diario dove ancora chiede scusa a tutti.
E dopo i titoli di coda si assiste all’ultimo dialogo del gioco. Un dialogo di Allen che va a trovare il Maestro, ancora addormentato. Dove gli spiega che non potranno mai dimenticarlo, perché è stato il loro Maestro, li ha salvati. E che finché non troveranno un modo (per farlo svegliare, assumo) loro glielo manderanno. Tutto quello che diceva di non avere. E questo finale si chiama Recipient of Love, perché quel che il Maestro tanto agognava e i bambini avevano perso – e ritrovato, l’XXXX… era semplicemente l’amore.

 

Alice Mare (Allen, Fiona)

L’avevo detto che David è un puccioso pirla e Fiona tsundere.

 

Poi, d’accordo, non sono stata ad inserire OGNI cosa perché altrimenti si faceva notte – peraltro, vari dettagli della trama si scoprono solo attraverso gli altri ending; nello specifico ce n’è uno (il peggiore), quello di Cheshire, che è straspoileroso – mi sono limitata alle cose fondamentali per godere appieno della storia nel suo svolgimento. (Perciò sì, tranquilli, il Maestro ha pensato a chi si sarebbe preso cura dei bambini una volta che lui avesse compiuto il fattaccio (?), sono io che non l’ho specificato prima).
Dunque, questa è… una bella trama. Anzi, una cazzutissima bella trama. E’ affascinante e intricata ma, per quanto complessa, non si perde in se stessa, non ci sono buchi di logica; è solo un po’ complicata da capire ma, una volta raccattati tutti i pezzi qui e là, il meccanismo funziona benissimo. Poi, sì, è vero che alcuni dettagli che chiariscono quella o l’altra ambiguità si trovano solo in alcuni ending, ma in generale la storia si regge benissimo semplicemente seguendo la route migliore (quella del True Ending, giustappunto xD).
E’ un po’… agrodolce, sì. Ma davvero bella, toccante perfino. Il finale è abbastanza inaspettato (oddio, almeno finché non si sa che bisogna infilzare una delle Alice per tornare, poi qualche dubbio viene…) e dannatamente emozionante.
Un plauso anche per la distribuzione, che non avrebbe potuto essere migliore; il passato dei bambini e la situazione attuale si scoprono in pratica di pari passo, il finale è del tutto ignoto fin quasi alla linea d’arrivo e, comunque, non così scontato. Non ci sono buchi di vuoto o noia, in tutti si vengono a sapere molte cose sia del presente che del passato. L’unico livello un po’ piatto da questo punto di vista è quello di Stella, molto più metaforico e simbolico degli altri, ma a conti fatti senza troppe cose da fare/vedere (penso sia anche uno dei più brevi, in effetti). Tuttavia ci sta visto il suo personaggio, dato che abbiamo una bambina molto… ehm… eterea che parla sempre di cose incomprensibili e filosofeggia random.
Davvero carina l’idea di mostrare il passato dei bambini tramite pagine di libro sia illustrate che scritte da raccattare in giro. *A* (Vabbé, non proprio in giro; alcune si trovano per caso, ma la maggior parte si devono ottenere). Solo, il passato di Stella (sempre lei) senza la scena extra di Fiona non sarebbe del tutto comprensibile, considerando che ha pure una pagina sola… °^°” *Anche se sospetto fosse un effetto voluto.*
E’ stata brava anche a non cadere nella trappola (?) e ricordare spesso dell’amnesia di Allen – nelle mani di un autore meno capace, se ne sarebbe parlato ad inizio/fine (forse neanche alla fine) e buonanotte. – tramite appositi dialoghi.
Mi è piaciuto molto e trovo oggettivamente apprezzabilissimo il modo delicato in cui l’autrice ha saputo trattare temi tanto “duri”, ma anche il modo in cui sia riuscita a fare profonde riflessioni rimanendo sempre leggera… vedendole esattamente con gli occhi dei bambini. Bambini a cui è stata resa davvero giustizia, stavolta, con un’interpretazione perfetta sia nel lato più, appunto, infantile, che in quel tipo di “maturità” che solo loro hanno.

 

Alice Mare (NuTetris)

Ah, ci sono degli scoiattoli che vi sfideranno a Tetris.

 

I personaggi sono tutti scandalosamente adorabili.
Allen all’apparenza sembrerebbe il tipico-protagonista-silenzioso-da-RPG; invece ci sono svariati momenti in cui parla in prima persona, sia con gli altri che per riflessioni assortite, oltre che il (l’amabile) dialogo finale. Ma non solo, il suo carattere, la sua dolcezza risaltano in tante piccole cose, sia il modo di esprimersi – le descrizioni degli oggetti – che alcuni dettagli, come quando torna dal Mondo di Chelsy e il Bianconiglio gli chiede perché stia piangendo, o quando prima di entrare nel mondo di Joshua gli tremano le mani e non apre subito l’armadio. Tuttavia non è ingenuo e non si fa troppi scrupoli anche a fare cose più indelicate se è per proteggere i suoi amici: spinge senza esitazione l’ombra che minacciava Letty e colpisce con l’accetta il lupo che cerca di aggredire Chelsy. E’ un protagonista “forte”, di quella forza silenziosa che non ha bisogno di essere sbandierata.
Gli altri bambini, ugualmente, sono tutti puccerrimi ben caratterizzati, pur non rimanendo in scena troppo a lungo; eppure ognuno ha abbastanza tempo per sé e non è raro che se ne riparli/ci si faccia riferimento nelle scene degli altri. Tutti hanno lo stesso spazio, gestito benissimo, dove il loro carattere e attitudini vengono ben spiegate – il fatto che alcuni momenti siano ambientati nelle case dei ragazzi, poi, fornisce anche vari dettagli extra; ad esempio per Joshua scopriamo che ama i dadi, o che Chelsy adorava cogliere i fiori anche se non poteva farlo.
E’ delizioso anche come il Maestro riesca, nonostante sia oggettivamente un gran cretino, a farsi amare da tutti, sia per la gentilezza e le premure nei riguardi dei bambini, sia per come li ha salvati tutti alla fine. Ad ogni modo, il suo vero nome è David. ù_ù Da notare che anche Fiona, pur comparendo pochissimo e solo per una scena, ha la sua caratterizzazione (sostenuta/confermata da varie cose dette da David stesso poi). *E qui trovammo la tsundere della giornata.*
Abbiamo poi Cheshire e il Bianconiglio,entrambi affascinanti. Il Bianconiglio ha anche momenti un po’, ehm, LOL, l’unico peccato è che non appare poi così tanto – ed è abbastanza passivo, come PG, sarebbe stato più bello vederlo un po’ in movimento… Cheshire, invece, si fa vedere pure troppo. E’ fortemente hintato (in alcuni caso detto proprio) che sia stato lui a causare/dirigere molti degli eventi poco carini dell’infelice passato dei ragazzi: è stato involuto nell’omicidio dei genitori di Allen, ha confuso ancor di più le idee al giovane David (abbastanza confuso di suo…). Inoltre è stato lui a dare il “colpo di grazia” ai bambini, spingendoli nel Sogno del Maestro: ha rubato loro l’amore, conducendoli così alla nightmare syndrome. E’ un piccolo sadico bastardo che ci gode nella sofferenza altrui, ha un gran senso dell’umorismo e se la spassa un sacco a saltar fuori dagli armadi. Tuttavia c’è da dire che perlomeno ha un validissimo motivo per fare quello che fa, almeno dal suo PoV: se non mangiasse anime, col tempo, svanirebbe – ed è per questo che il Bianconiglio è piuttosto malconcio, lui si rifiuta di farlo.
Alcuni dettagli su Cheshire e Bianconiglio si scoprono solo nell’ending di Cheshire, appunto, ma in generale è tutto chiarissimo comunque. ù.ù

 

Alice Mare (Puzzle)

Sì, tutto il livello di Stella è così.

 

Come sempre accade in questi casi e come abbiamo già accennato, è un gioco multi-ending! In totale ce ne sono ben sette, con quattro che teoricamente sono classificabili bad ending MA non muoiono tutti, l’ending very bad, il “good” (che in questo caso si pone come “quasi uguale al migliore ma senza dettaglio essenziale”: lo potremmo benissimo paragonare al Memory’s crannies di Ib…) e il migliore.
I primi quattro costringono a terminare la partita ben prima del momento e senza aver visto il Mondo di David – quindi non si capisce la parte fondamentale sia della trama che del suo personaggio. xD
Questo ending si ottengono infilzando con la chiave del mondo uno degli altri bambini una volta che se ne ha la possibilità (argh, no). Per alcuni comunque potrebbe essere interessanti vederli a parte; i “titoli di coda” hanno immagini diverse a seconda dell’ending che se viste attentamente approfondiscono le storie. In più si possono leggere i diari dei bambini, subito prima della fine.
L’ending “buono” si ottiene semplicemente completando tutta la storia e, alla fine, guardando il Maestro dormire.
Il migliore arriva laddove si hanno TUTTI i frammenti di XXXX del gioco e, quando si corre nella stanza del Maestro, si legge il suo diario. OCCHIO a non cascare nell’altro finale, che l’opzione per guardarlo dormire ve la dà anche se avete tutti i frammenti!
Per Cheshire, invece, bisogna sempre rispondere “Non lo so” a tutte le domande che vengono poste al PG – e andare in un determinato posto. Questo porterà Cheshire a riconoscere Allen come “vuoto” e fargli venire un’idea curiosa… (Diciamo che finisce con sterminio di massa, psycho-Allen e David intrappolato per sempre. L’avevo detto che era “very bad”.)
Una cosa decisamente buona dell’organizzazione dei finali/dei requisiti per ottenerli è che arrivare al migliore anche al primo colpo NON è impossibile mentre ottenere il peggiore per caso è piuttosto difficile, dato che quasi bisogna andarselo a cercare di propria volontà. Quelli delle quattro Alice forse sono ingannevoli ma, d’altronde, se si è visto che c’è un’ALTRA porta ancora da attraversare, è abbastanza logico ci sia un’ultima area di gioco.
Poi, quantomeno, tutti gli ending integrano un qualcosa, anche se magari non proprio ultra necessario, che può rappresentare un minimo di attrattiva.

Veeeenendo allo scomparto tecnico. Partiamo dal gameplay.
Il gameplay, come uno poteva aspettarsi visto il contesto d’eccellenza, è ottimo. Stavolta non ci sono inseguimenti, corse contro il tempo o che altro, quindi anche i meno esperti della mano lesta non avranno alcuna difficoltà a tener testa ai suoi ritmi! … Certo, sempre se se la cavano bene con gli indovinelli e i puzzle a base di pura logica.
Perché, sì, buonissima parte dei puzzle di Alice Mare sono enigmi di logica e ragionamento, nella maggior parte dei casi fatti appositamente per depistare e portare a credere di doverlo risolvere in un modo, quand’è tutt’altro (e magari molto più semplice di quanto si fosse pensato). Con anche indovinelli bastardi nudi e crudi appostati qui e là, sempre ben felici di far venire i brividi non appena appare la simpatica casellina di inserimento del testo.
Sono difficilotti, ma non impossibili; l’avanzare non è cosa troppo complicata, se non ci si perde. Basta giusto tener conto che dopo tre tentativi, chiunque abbia proposto l’indovinello sarà così gentile da regalarci un game over extra.
Gli altri puzzle/richieste sono cose invece semplicissime e intuibili, come quando si trova Letty assetata e bisogna andare prima al pozzo a prendere dell’acqua, poi a recuperare una tazza che è scomodo bere dal secchio, poi riempirla e portarle il tutto… nulla di complesso.
L’ambientazione favolistica poi è d’aiuto, specialmente nella parte finale del livello; quando ci si trova davanti la scelta “Spingere” o “Saltare davanti a Letty”, l’ombra sta davanti al camino e qui parliamo di Hansel e Gretel, be’… quale sarà la scelta giusta? xD
Non tutto però è puccettoso come sembra, dato che ci sono simpatici game over appostati qui e là. Nulla di insgamabilissimo, ma alcune volte possono sorprendere – e farvi prendere un coccolone quando invece va tutto bene, LOL.

 

Alice Mare

Esempio di indovinello. Buon divertimento.

 

Ora, sulla grafica.
Distinguiamo, ci sono vari campioni di grafica nel gioco: le mappe coi loro tileset, le iconcine dei personaggi e gli sprite, le immagini di intermezzo.
Almeno riguardo alle mappe, è l’unico “lato” del gioco che non brilla di luce propria: sono… accettabili, non v’è alcuna Cantonata Storica, ma soprattutto nella prima parte possono lasciare un po’ spaesati. Questo perché tutti gli ambienti della casa di David sono enormi, inutilmente enormi direi, e piuttosto spogli.
Anche se riflettendo sono arrivata ad una possibile spiegazione: il nostro protagonista è un bambino e abbiamo la SUA percezione. Forse gli ambienti enormi all’inizio servono per rispecchiare la SUA idea di una casa enorme, come può capitare a tutti i bambini così piccoli in un nuovo ambiente… David stesso poi dice che la casa è troppo grande per lui. Riguardo alla scarsità di mobili, la colpa è sempre di David: dopo un po’ diviene ben chiaro che l’unica mobilia di suo gusto sono libri e librerie. xD Solo, in questo senso dico che ci si sarebbe anche potuti risparmiare l’enorme corridoio vuoto con la stanza 101 (?) *Che mai verrà aperta e mai servirà*. xD Immagino fosse vagamente intesa per spiegare dove si siano sistemati i nuovi tutori dei ragazzi alla fine – visto che Allen accenna al fatto che si sono trasferiti lì – ma nel caso… stanno tutti in UNA camera? xD Metteva tre porte con cartello “stanza degli ospiti” e si faceva prima.
C’è un po’ la ripetizione ad oltranza di alcuni dei tile (rivedremo le stesse due-tre librerie per l’intero gioco e stanze con libri ce ne sono tante…) ma per il resto, appena si cambia ambientazione – già dalla stanza del Bianconiglio – il “problema” della varietà della grafica va attenuandosi, fino ad arrivare a mappe semplici ma carine. ^^ In tutto ciò comunque le mappe funzionano benissimo nell’ambito della giocabilità, quindi direi che si può pure far finta di niente.
Gli sprite e le iconcine a sagoma intera (in pixel) dei personaggi, in particolar modo le seconde, sono davvero adorabili. °A°”
Le immagini di intermezzo, poi. Beh, niente da dire se non: Miwa io amo i tuoi disegni-. Il primissimo “lavoro” dell’autrice è quello di disegnatrice e… beh, si vede. Tutte le illustrazioni sono davvero gradevoli, anche quelle più stilizzate per raccontare i background. Per chi apprezza, consigliato un giretto nel sito ufficiale del gioco, ci sono i ritratti dei personaggi e alcuni omake molti graziosi. *ç*

 

Alice Mare (Room 101)

L'(in)utilità fatta a corridoio

 

Per quel che riguarda l’area musicale… Cielo, ho amato la colonna sonora di questo gioco. *__*
Come già detto il brano dei titoli, Playing with dolls, è eccezionale; un brano dolce, malinconico, con qualche nota vagamente inquietante a sorpresa, coglie appieno lo spirito del gioco e non poteva essere miglior presentazione. Se non sbaglio, è quello che si sente anche durante la scena del sacrificio di David – che già uno piange di suo, la musica dà la mazzata finale. L’unica OST dei titoli alla pari di questa, a memoria mia, è Memory di Ib.
Ma qualsiasi brano è davvero piacevole e adeguato al contesto, anche solo quello della casa di David o il tema da gatto gangstar (?) di Cheshire. Momento molto LOL quando, nel Mondo di Letty e Rick, si ode una musica familiare: è uno dei brani dello Schiaccianoci. xD
Da far notare che nessuna delle OST è personalizzata/fatta fare appositamente, eppure l’autrice è stata bravissima ad accostarle e usarle in modo del tutto personale; a parte lo Schiaccianoci xD, non mi pare d’aver sentito nulla (soprattutto, nient’altro di altri giochi) che fosse già stato usato altrove.
E’ un po’ uno di quei giochi che volte ci si godrebbe anche ad occhi chiusi.

 

– Sezione extra, perché mi piace strafare

 

Alice Mare VS Gigantic O.T.N

Alice Mare VS Gigantic O.T.N
Qualcuno riesce ad intravedere somiglianze fra le due immagini.

 

Toluthin Antenna VS Cheshire Cat

Toluthin Antenna VS Cheshire: perché, sì, E’ LA STESSA FELPA. Versione neko, ma sempre quella.
Ora ho capito perché Cheshire è COSI’ stronzo: dopo ciò, ha dovuto impegnarsi tanto per essere preso sul serio.

* Esiste anche la novel di Alice Mare, che è stata tradotta in inglese sempre da Vgperson – forse in futuro la tradurrò io in italiano. Dato che è sparpagliata per il suo tumblr, ve la raggruppo qui: parte 1, parte 2, parte 3, parte 4.

 

In conclusione.
Una gran figata di videogioco. Ci regala una trama memorabile, personaggi carinissimi e location suggestive seppure senza far sfoggio di chissà quale graficona; è sempre divertente, sfida, induce a fermarsi e riflettere, con la storia stessa che a volte si pone come indovinello. I richiami favolistici, poi, danno quel… tocco in più. xD
Può essere liberamente giocato anche da chi non è molto amante dell’horror, visto che horror non è – perlomeno nella parte pratica.
Fra tutti gli RPG che ho giocato/visionato, è uno di quelli che ho preferito, praticamente ai livelli di Ib. *^*
E direi che abbiamo finito. Ho davvero un bel po’ di recensioni/commenti da fare, nei prossimi tempi cerco di darmi una regolata con la frequenza. e_e9
Vi saluto.
Bye!

 

Alice Mare (Title Screen)

Alice Mare da Miwashiba.
Originale in giapponese.
[Download (Eng)]

Precedente

Recensione – The Mirror Lied

Successivo

Recensione – Hello? Hell… o?

  1. Leprottina

    No ma io voglio sapere cosa si trova nella stanza 101. Un cadavere? Un santuario per Fiona? Fan art su Chesire?

    • Tayr

      Il santuario per Fiona sembra la più probabile vista la maniacalità in merito di David x°D, ma sospetto che la stanza manterrà il suo segreto. Insomma, è il fulcro del suo fascino. (!) (Scherzi a parte, credo semplicemente fosse un’altra camera da letto dove sono andati a stare i nuovi tutori dei bambini dopo, non ricordo se l’avevo scritto nella recensione)

  2. Martina

    Il sogno che più non ho sopportato è stato quello dei gemelli… con le due zone speculari dove dovevi trovare le differenze. Quello di Stella l’ho trovato inquietante ma divertentissimo nella parte dove bisognava ritrovare le parti del corpo mancanti del cadavere. Comunque grazie per aver spiegato la storia di Stella, non c’ero proprio arrivata al fatto che fosse sopravvissuta a una maledizione

    • Tayr

      Ti dirò, il sogno dei gemelli è uno dei miei preferiti, MA in effetti il puzzle delle differenze è odioso…! Ho rigiocato Alice Mare 50 volte e, puntualmente, ogni volta che arrivo lì ci metto venti ore per ricordarmi come si risolve. x°
      Prego! Eh sì, la vicenda di Stella è piuttosto criptica, ma mettendo insieme la sua “pagina” e il diario bene o male si capisce. Veder morire tutti intorno a lei è quello che l’ha resa così fredda e pessimista; infatti Cheshire, quando dice di aver rubato “qualcosa” (l’amore) ai bambini, per lei aggiunge “… non che tu ne avessi più molto da rubare.” Povera.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén