Substitute Sacrifice Girl

[Videogioco RPG] [Horroresque]

☆ ☆ ☆

Yoh!
Buh, sorpresa. Sì, di tanto in tanto torno alle origini. (?) (No, in realtà aggiorno a caso.)
La cosa divertente è che questi giorni avevo iniziato un’altra recensione… e pure innovativa, eh! Commenti ad un anime!
… Poi mi sono detta: Ma perché non giocare tre RPG di fila, d’altronde, è da addirittura un mese che non ne provo di nuovi!
*L’ha effettivamente fatto.*
Quindi, okay, niente innovazione: anche oggi recensiamo un videogioco RPG horror di origine japponica.
Anzi, aspetta, un’innovazione c’è… suddetto gioco è stato tradotto da Tosiaki e non Vgperson, quindi è moooolto meno conosciuto! <3
Bentornati e mettetevi comodi, anche se le poltrone sono un po’ impolverate.
Vi presento Substitute Sacrifice Girl!


Substitute Sacrifice Girl (身代わり 少女, Migawari Shoujo) è un indie RPG game – horror o quasi – sviluppato col Wolf RPG Editor da… uh… Sakana ga Saka Sakana. Già. Sì, fra autori di RPG è un vezzo alquanto diffuso avere nomi improponibili. Ma non è questo il tema della recensione! *O*/
Come dicevo, è stato tradotto da Tosiaki (anche lui ha una bella lista di videogiochi ed è molto più veloce di VG, dunque vi consiglierei caldamente di buttarci un occhietto). Tenete presente che per giocare dovrete cambiare la locale del vostro computer e settarla su “giapponese”: l’ho fatto anche io, il gioco fila e non vi causerà nessun problema al PC (al massimo potrebbero crushare alcuni programmi, ma se volete essere sicuri al 100% vi basta tornare alla locale italiana prima di aprirli).
Substitute Sacrifice Girl è quel genere di gioco che… non attira molto l’attenzione, davvero.
La trama, riassunta, non pare brutta… ma nemmeno eccezionale. La grafica non fa lacrimare sangue, le mappe sono sistemate in modo realistico, da casa “vissuta”… ma tutti i campioni utilizzati sono grafica standard per il Wolf RPG, già rivisti in chissà quanti altri giochi. E’ horror… ma non troppo, non spaventerà a morte ma non si potrebbe neanche definire altrimenti. Per concludere, dura al massimo un’oretta. L’unica nota un poco poco diversa dal solito è che la protagonista, Hitomi, è davvero giovane, una bambina di cinque anni – cosa che può piacere o meno a seconda dei gusti.
Dalla panoramica generale, insomma, ci si trova davanti un gioco del tutto nella media: non ha nulla di ammaliante, ma non è nemmeno da buttare. Il primo istinto sarebbe di metterlo in lista per un’occhiata più approfondita in un… futuro prossimo anteriore, circa.
Ed era quello che anche io pensavo di fare senza troppo rimpianti… se non fosse stato che, mentre cercavo qualche info in più, ho notato che nelle immagini la bambina veniva sempre rappresentata con un uomo non vecchio ma neppure giovanissimo, ad occhio e croce avrebbe perfino potuto essere il padre. E lì mi è scatto il pallino: oooh, un RPG che ha per protagonisti padre e figlia!? *A*
E fosse anche solo per verificare ciò, l’ho messo nel carrello della spesa (?) di questo mese (si fa per dire, è un gioco free-).
Ovviamente, come sempre accade, ci ho preso e il gioco ha avuto modo di stupirmi in via alquanto piacevole.

Ad accogliere noi e la nostra piccola protagonista nel gioco è un’ospite d’eccezione: la dea della morte. (E già qui uno può assumere che, tutto sommato, forse il gioco non è così scrauso-) (Anche se comunque potremmo anche dire UNA dea della morte, visto che parliamo di shinigami…)
La dea, in poche frasi, chiarisce subito la situazione: la bambina sta per morire, e lei è giunta fin lì per portar via la sua anima.
Tuuuttavia, c’è qualche piccola specifica da fare. Per la bambina non era affatto scoccata la sua ora, come dire; se si trova in questo stato di sospensione fra la vita e la morte è colpa di un’altra persona… qualcuno che l’ha usata come sacrificio sostitutivo. Perché in questo universo, quando qualcuno è in punto di morte, attraverso una certa pratica può trovare un sostituto da sacrificare al proprio posto… rubandone, così, tutta la vita rimanente.
La dea della morte, però, riconosce che la bambina ha un’anima pura e sarebbe un peccato farla morire così giovane, dunque opta per un piccolo compromesso e le propone… una prova. La dea le cancellerà la memoria a la rimanderà a casa sua; una volta lì, dovrà trovare la persona che ha deciso di sacrificarla prima che essa arrivi alla fine della sua vita.
Se non ci riuscirà, il sacrificio sostitutivo avrà luogo e lei dovrà morire.
La bambina, che ora ci viene svelato chiamarsi Hitomi, accetterà – non che avesse molta altra scelta, lol – e così si ritroverà nella sua casetta, anche se in una dimensione alternativa, dove la partita ha davvero inizio.
E… be’, per il resto si tratta di girovagare per casa e ricordarsi dei parenti uno per uno, facendo qualche salto ai vari jumpscare sapientemente imboscati (?) e vari indizi della trama che vengono dati poco per volta, mentre Hitomi ricorda.
Tra una cosa e l’altra, la dea della morte decide anche di creare l’ombra di una persona cara che possa aiutarla durante l’avventura: l’ombra sarà quella della prima persona che Hitomi ricorderà e, così, è capitato allo zio Yoshihiro, il suo adorato zio che gioca sempre con lei e le fa sempre compagnia. Quindi, no, è un RPG che ha per protagonisti una cinquenne e suo zio! *A* *… be’, sempre molto poco frequente, come cosa.*
Durante la sua ricerca, oltre che negli indizi, Hitomi e Yoshihiro si imbatteranno anche in ben poco simpatiche Ombre Creepy (nome testuale) le quali sarebbero proprio tanto felici se Hitomi si unisse a loro… per sempre, tipo! (Ergo: toccatele o lasciatevi acchiappare ed è game over.) Ma si incontrerà anche Gyoiko, lo spirito protettore della casa, che tuttavia al momento non si trova in condizioni per aiutare, privato del suo “corpo”.
Nella rotta per il true ending, si potrà scoprire anche che Hitomi è stata adottata.
Comunque sia, man mano che si avanza, i sospetti paiono puntare tutti verso una persona specifica. Ogni abitante della casa era sempre troppo occupato per giocare con Hitomi – zio a parte – cosa che, comunque, la bambina accettava, capendo la situazione; il padre campava tutti con il suo lavoro di autore; c’era qualcuno che “non può giocare con lei anche quando gli altri sono liberi”; la madre era in ospedale; a qualcuno servivano delle medicine… insomma, ogni indizio pare urlare che sia stata la madre.
Ovviamente, così non è.
Perché solo alla fine fine fine si otterrà la chiave dell’ultima stanza… quella della seconda sorella maggiore di Hitomi.
Sorella maggiore di salute molto cagionevole, così come la madre, che a causa della stessa era morta anni prima. (Dan.)
Mentre si va in giro per la casa, si possono incontrare le ombre dei vari parenti della bambina, ma non interagire con loro; eppure, con questa sorellona ci può interagire eccome, perché lei la vede e sente benissimo. Ed eccola qui, l’atroce colpevole.
La sorellona, Ayako, si presenterà subito bene; nemmeno due minuti dopo che Himiko è arrivata in camera sua, le si avvicinerà, pregandola di aiutarla…
… e cercherà di strangolarla. Va’ a fidarti, oh.
… Però… Hitomi non reagisce. E Ayako, in lacrime, la lascerà andare, chiedendo – urlando – perché non si stia difendendo. Hitomi le spiega che lei le vuole bene… perciò, se ha davvero tanta paura di morire, potrà essere il suo sacrificio sostituto. Ricorda quando è morta la madre, e che erano tutto così tristi.
Ayako – per fortuna – le fa notare che anche se morisse LEI sarebbero tutti tristi. Non importa che sia stata adottata, sono tutti parte della famiglia. Quindi, forse, è arrivato anche il turno di Ayako di essere coraggiosa.
E qui la dea della morte riappare, perché Ayako ha accettato l’idea di morire. Dopo poche frasi di rito, le due se ne vanno insieme.
Hitomi si risveglierà nel suo letto, con il padre. Ma quando correrà dalla sorella, ovviamente, lei non ci sarà più.
L’ultima scena si svolge durante il funerale di Ayako, dove la bambina re-incontrerà la dea della morte. Essa, facendole da tramite, le permetterà di avere un ultimo dialogo con la sorella. Sorella che la implora di perdonarla, di non odiarla, perché in realtà le ha sempre voluto bene, e a farla impazzire era stata solo la paura di morire.
Hitomi, che la ricambiava, ovviamente accetta, per poi scoppiare in un pianto irrefrenabile.
E… sapete una cosa? La dea della morte appare ad ognuno con le sembianze della persona più cara. Hitomi la vedeva con l’aspetto della propria sorella.

 

Substitute Sacrifice Girl (Hitomi)

Hitomi-chan è PUCCIA! *A*

 

Una trama non troppo complessa, ma non banale, specie considerando il plot twist. Il gioco VUOLE indurre a pensare che la colpevole di tutto sia la madre… ed è molto facile cascarci, anche se c’è pure da dire che l’esistenza della sorella maggiore è hintata solo in UNA cutscene in cui è facilissimo perdersi quel piccolo dettaglio, quindi a discolpa di chi ci ha pensato (pure io x°D) posso dire che in teoria la colpevole è una pg che nemmeno ci si aspetta che esista. Ad ogni modo, il trucco funziona, con una piccola svolta degna di un giallo.
Per quanto sia breve, è senz’altro curata nei dettagli, cosa che ho apprezzato molto; ad esempio, nel true ending, la dea della morte spiega che chi sopravvive alla sua sorte tramite un sacrificio sostitutivo non potrà mai essere felice. Si ammalerà nuovamente, non andrà più d’accordo con nessuno… eppure non potrà morire, costretto a vivere quanto avrebbe vissuto l’altra persona. E nel bad ending – dove Ayako riesce nel suo intento – si può notare che lo zio pare quasi scettico nei suoi confronti, l’altra sorella si arrabbia con lei… dettaglio che diventa chiaro solo nel true ending, indice di buona costruzione.
Oppure c’è da dire che pure la madre appare nel presente della storia… U.U
I personaggi non sono straordinari, ma hanno la caratterizzazione che serve. Per dire, il fatto che Hitomi abbia cinque anni non pesa minimamente sulla storia/gioco; certo, forse a volte si dimostra fin troppo intelligente… ma c’è pure da dire che i bambini giapponesi sono piuttosto precoci, quindi nulla di strano x° l’unica rimostranza in merito è che per quanto intelligente Hitomi non si pone MAI nemmeno il dubbio che sia la madre, la colpevole… okay, è proprio quello che vogliono far pensare, ma essendo dubbio legittimo che non ci pensi proprio mi pare un po’… °A°
Lo zio… certo, lo zio non appare davvero se non in due degli ending, dato che quella che ci segue per tutto il gioco è solo un’ombra a sua immagine e somiglianza. Con tutte le restrizioni del caso: per quanto voglia “difenderla”, di fronte alle Ombre Creepy non può far nulla di concreto. E qui apprezzo la coerenza e il non voler fare le cose troppo facili, però è un peccato perché pare un personaggio interessante ma limitato e_e’
Ayako non fa una gran figura per la maggior parte del tempo. Giusto nel true ending, al “è stata la paura di morire a farla impazzire” si può, vagamente, capirla… ma, certo, non giustificarla. Anche se si considera che, per esempio, ha scelto come sacrificio sostituto proprio Hitomi – piccola – piuttosto che non la sorella più grande, Keiko… perché la sorellina, vista l’età, aveva più anni davanti a sé? Mmh…
Insomma, non sono personaggi che entreranno nella storia dei videogiochi, ma hanno il loro carattere e le loro fondate – o no – motivazioni, e va bene così. (Anche considerando la brevità complessiva…)

Iiiil gameplay…
E’ abbastanza semplice – non c’è nessuno puzzle che spinga ad atti di violenza nei confronti del PC o dell’autore – ma riesce a non essere troppo sistematico, sebbene l’obiettivo principale sia riuscire ad aprire tutte le porte della casa. Si alternano ritrovamenti fortuiti, puzzle… che sono difficili solo finché non li si capisce, LOL, un inseguimento a sorpresa trollissimo – con tanto di labirinto spuntato dal nulla che tirerà fuori le migliori imprecazioni – e cutscene ben distribuite durante la giocata per non lasciare troppi momenti di “buco”.
Ci sono tre ending – che di mio suddivido in bad/normal/true – e quello più facile da prendere è decisamente il normal; basta proseguire nel gioco visitando tutte le aree possibili (o così uno crede.) saltare un piccolo passaggio molto nascosto e completare. C’è da dire che la trama, comunque, si snoda del tutto anche lì, si perdono giusto un paio di dettagli extra – e il true è un po’ più coinvolgente, ma okay. Non è una buona cosa (in termini di simpatia, non di tecnica x° non posso esattamente criticare una cosa del genere in un gioco horror), invece, che anche il bad ending sia relativamente facile da beccare – se uno ha, come dire, troppa fretta. U.U”

 

Substitute Sacrifice Girl (Puzzle)

Troll-puzzle che diventano d’improvviso facilissimi

 

Due paroline anche sul genere.
Questo gioco è “horror”… sì, in teoria.
E’ di sicuro il più horror fra i tre giochi cui mi sono dedicata l’altro giorno – che sono horror solo di definizione – ma, nonostante questo, non è che sia spaventoso. °A°’
Ha qualche jumpscare nei punti migliori – sapete quando uno va bello bello a checkare un armadio…? Ecco. -, qualche amichetto (?) che si affaccia da specchi o finestre e un paio di ambientazioni che diventano un pelino creepy… ma sempre cose molto veloci, non davvero d’impatto. (Per dire, nulla di davvero paragonabile alla stanza delle bambole di Ib… che NON è horror, come gioco. Quindi…) Perciò è quello che da parte mia reputo horroresque: tende all’horror, è d’atmosfera, forse un salto lo fa fare, ma nulla di più.

 

Substitute Sacrifice Girl (Creepy)

Gli amichetti vi osservano.
… Letteralmente.

 

La grafica è, come detto all’inizio, standard. Non sbrilluccica (?), i faceset dei personaggi sono – presumo – di quelli già pronti… Però le mappe sono state create con cura, non sono surreali; l’arredamento è ordinario, comune, ciò che è normale trovare in una casa. Pur mantenendo largo spazio per muoversi – o scappare, in certi casi.
A quanto mi ricordo, durante la giocata non si sente musica, ci sono giusto un paio di canzoncine poco carine nei titoli e se si accende la radio prima di essere andati avanti nel gioco, poi le colonne sonore degli ending. Molto, uhm, ironico che però nel bad ending ci siano solo campane a morto. x°

 

Substitute Sacrifice Girl (Screen)

Mappette semplici ma carine

 

Orbene, in conclusione.
Un gioco breve, semplice, molto “fattibile”; tuttavia non è così banale o mediocre. La trama vale il tempo impiegato, gli ending si fanno desiderare. Va bene per chi cerca qualcosa che di horror abbia solo il sapore, giusto un po’, e non sia particolarmente impegnativo – anche se occhio che i puzzle, per quanto non impossibili, avranno bisogno d’essere ragionati.
E ricordate, mai giudicare un RPG senza averlo aperto. *A*
Cooon questo, vi saluto! Non so quante possibilità ci siano che recensisca anche gli altri due tre giochi da me provati questi giorni – o finire quell’altro post – ma, ehi, al mondo accadono cose misteriose. (!)
Bye!

 

Substitute Sacrifice Girl (Title Screen)

Substitute Sacrifice Girl da Sakana ga Saka Sakana.
Originale in giapponese.
[Download (Eng)*
* E’ necessario settare la locale su giapponese prima di avviare il gioco.]