Moonlight Ghost

[Videogioco RPG] [Reverse horror] [Sovrannaturale]

☆ ☆ ☆

Yoh!
Buh! *O*
Sì, mi sto mettendo a recensire dopo NON tre mesi. Sono più sorpresa di voi, parola mia. La colpa tuttavia è anche di Vgperson, quella gran trollona: ha tradotto un altro gioco a sorpresa, e io che mi accingevo a recensire The Sandman… <.< *Ma dovrei recensire anche quello a breve. Forse. Sarebbe carino, uh.*
Comunque sia *fa un cenno vago* quest’oggi parliamo di Moonlight Ghost che, curiosamente, è pure dello stesso autore dell’ultimo gioco che ho recensito, Hello? Hell…o?. Insomma, hanno organizzato una trollata di gruppo, LOL.
Noticina specifica. Non ho potuto, ahimè, giocarci nella sua integrità: sono riuscita a completare il gioco vero e proprio e dunque la trama, ma a causa dei continui crash (che già mi avevano stressata in Hello? Hell… O?-) non ho potuto sperimentare la modalità libera bonus. La cosa mi ha alquanto irritata. Inoltre, sempre per i crash, ho preferito sorvolare sulle screen, altrimenti avrei dovuto spenderci altre dodici ore – laddove ce ne vorrebbe una.
(Ah, non inquietatevi per i suddetti crash: IO ho problemi, presumo, perché ho XP, e il gioco semplicemente mi collassa. Se avete qualunque sistema operativo superiore, non dovrebbero esserci impedimenti di sorta.)

Moonlight Ghost (月光妖怪, Gekkou Youkai) è un indie RPG game sviluppato con l’RPG Maker VX Ace da Ryuuichi Tachibana, per amici e fans Tachi, che come abbiamo detto su può vantarsi anche di aver creato quel capolavoro di trollaggine che è Hello? Hell… O?. (E se ve lo state chiedendo, sì, adoro questa formula introduttiva, è così professionale-)
Per quanto il campo in cui ci muoviamo sia anche stavolta l’horror, definire tale il gioco sarebbe quantomeno scorretto; l’autore stesso lo definisce reverse horror, in quanto sta al giocatore andare in giro a fare paura e rompere le palle a gente che passava di lì per caso. Già da questo potete intuire che, quindi, oltre il tema condivide con il suo predecessore anche una notevole originalità.
E non mancano le trollate. Ovvio. Giammai.

Il gioco, quindi, si presenta come un qualcosa a metà fra un’adorabile storia di fantasmini e altre entità sovrannaturali puccipirla (il tutto è venato da una discreta dose di ironia) e un arcade dove l’avanzamento è legato al punteggio (capitan ovvio paua). Non è proprio difficilissimo, per quanto ci siano alcune missioni in cui i requisiti sono un po’ tosti da soddisfare ò.ò – tuttavia, se si è interessati più che altro alla trama, offre anche l’opzione per abbassarli, di modo da superare il punto e proseguire.
Sempre in tema di originalità, il gioco non è continuo, ma suddiviso in varie “storie” che potremmo considerare i suoi livelli. Sono cinque, quattro di trama che costituiscono il gioco vero e proprio più una extra, laddove la successiva si sblocca solo una volta completata la precedente, e così via.
Poi, certo, non è nemmeno detto che tutte le storie siano effettivamente accadute, oh oh. <3 (Giocate e capirete!)
La modalità extra – o Work Story, a quanto ho capito visto che mi odia e non mi ci fa giocare, è quella modalità libera che in un gioco del genere tutti vorrebbero; ovvero un livello con l’intera città a disposizione, svariate missioni e la possibilità di totalizzare punti, incrementare l’esperienza, eccetera.
Aggiungerla è stata una scelta intelligente, ma ne discutiamo dopo.

La trama non è complicatissima, né straoriginale, ma andrebbe vista piuttosto come una piccola favola a tema spiritico (fa molto folclore inglese, lol). Tant’è che i personaggi non hanno nemmeno un nome vero e proprio, come i protagonisti che vengono chiamati soltanto “Ragazzo” e “Ragazza”.
La premessa è che, secondo una certa leggenda, durante una notte che ha qualcosa a che fare con luna piena e il numero tredici (non ricordo se fosse “tredicesima luna piena dell’anno”, “prima luna piena del tredicesimo mese” – LO DICONO DAVVERO, ma forse era un errore di traduzione…? – o cosa.), se si va ad osservare la luna piena l’anima “si scioglierà”; qualora lo facessero due amanti, verrebbero fusi insieme.
Ecco.
Ora, lo sappiamo tutti che sarebbe meglio non fare esperimenti con le leggende specie se siamo in una storia horror o fantasy, vero? Sì? Bene, i protagonisti no.
Girl Story: Prendiamola come piccolo prologo. E’ la storia più breve, l’unica dal PoV della ragazza, e mostra semplicemente lei che raggiunge il ragazzo al parco per vedere il chiaro di luna. Quanto a giocabilità è la più semplice, non c’è davvero nulla da fare se non trovare una chiave all’inizio e poi camminare. Ed evitare di farsi venire un colpo per vasi che esplodono e bottiglie che volano lungo la strada. E basta, già.
Questa storia finisce con un ameno I ragazzi vennero trovati morti il mattino dopo, ma… ricordate cos’ho detto su riguardo alle storie non-proprio-vere…?
Boy Story: Prima storia dal PoV del ragazzo, e tutte le altre andranno a seguire. E’ qui che il gioco vero e proprio inizia. Il ragazzo, una volta al parco, impara sulla sua pelle che scherzare con le leggende non è mai una buona idea… perché la sua anima si scioglie e, di conseguenza, finisce fuori dal corpo. (Ulteriore conseguenza, è morto. Ma tanto parliamo di un moonlight ghost.) Capendo il pericolo che corre la sua amata, il ragazzo corre da lei per cercare di fermarla; nel mentre, incontra una strega che gli spiega in breve cos’è successo e che, essendo lei una veggente, ha visto la ragazza fare la sua stessa fine. Ma aggiunge anche che lei non può prevedere il destino delle anime, quindi il ragazzo, forse, può ancora fare qualcosa. Quando lui raggiunge la ragazza, non ci vuole molto per capire che lei non lo vede né sente, più o meno, sente il contatto fisico… l’unica cosa che è in grado di fare è produrre rumori spaventosi e fenomeni sovrannaturali. Quindi, il lampo di genio: se guadagnerà abbastanza tempo, potrebbe mettersi a piovere, e la ragazza dovrà tornare indietro.
Ed ecco qui la divisione: se il livello viene superato, si metterà a piovere come sperato, e la ragazza si perderà il chiaro di luna.
Perciò il finale della storia precedente sarebbe quello che succede se SI PERDE qui. x°D
Alla fine, il ragazzo… si dissolve nella pioggia.
Prank Story: Ma parliamo di un gioco trollone e che si prende poco sul serio, quindi nella storia successiva veniamo a sapere che è diventato un blob. E che puoi riprendere le sue sembianze. Okay. (?) Dopo un’ulteriore conversazione con la strega, il ragazzo decide di passare il tempo continuando a fare i suoi scherzetti sovrannaturali agli abitanti della città. E per cui, sì, si passerà il tempo inseguendo poveracci e facendo prendere loro degli accidenti. Si fa un po’ conoscenza con gli abitanti e si vedono cose assurde come la gente che salta fuori dai cespugli. Cool. <3
Reunion Story: Storia conclusiva dove finalmente abbiamo un piccolo e puccioso happy ending, è anche quella più “tesa”, cupa. Nelle due storie precedenti era stato hintato, in modo molto vago, che di lì a breve sarebbe arrivato qualcuno di pericoloso in città. Ed è quel che accade: arriva un vampiro che ha davvero una grande passione per le belle ragazze. Soprattutto per lo sbudellarle. Nello specifico, per il bel sangue che ne viene fuori. (E’ solo un brav’uomo con un hobby un po’ macabro [autocit.]).
E la strega prevede che fra le sue vittime ci sarà anche la ragazza, a meno che il suo fidanzatino fantasma non intervenga… Per cui, sì, questa storia è una corsa contro il tempo per impedire che il vampiro metta le mani sulla ragazza; verso la metà, si viene a sapere che il Vero Piano del buon signore era di sfruttare a sua volta il chiaro di luna (perché era un’altra di QUELLE sere) per far uscire l’anima dal corpo e, perciò, non dover più fermarsi alla luce del sole. (Ora, se avete una qualche nozione base sui vampiri, già sapete perché questo era un piano idiota).
L’idea funziona forse e d’improvviso le corse diventano molto più difficili – perché tizietto tipo TRIPLICA la sua velocità… – eppure, non so bene neanche io come, alla fine si riesce comunque a guadagnare abbastanza tempo… e scoppia un temporale, nel quale il vampiro si scioglie, ma lui in via definitiva, perché non aveva anima, e quello che stava muovendo era solo… sangue. Dafuq.
E qui la ragazza raggiunge l’altro… e si parlano, perché per qualche miracolo ora è in grado di vederlo e sentirlo, sebbene sia ancora un fantasma.
E vissero per sempre pucci e contenti. *A*

Non sconvolgente ma molto apprezzabile nella sua semplicità. L’unica cosa che mi ha lasciato un po’ perplessa è stato il finale, per quanto molto gradevole: non ho capito come mai alla fine lei potesse interagire con il fantasma. °A°” O forse era sottinteso che fosse per quella faccenda delle “anime mescolate”…? Oh, be’.
Se nella modalità extra ci sia altro degno di nota è al di fuori della mia conoscenza, ma se spunteranno video di nuovi ending selvatici mi premurerò di segnarlo.
Per quanto sia “una favola”, per quanto sia “semplice e poco elaborata”, i personaggi hanno il loro carattere, sono definiti, a dispetto dei loro nomi generici che dovrebbero richiamare generiche figure. xDD Anzi, se il tutto fosse stato un poco più approfondito, non ci sarebbe stato neanche da considerarlo come favola e basta. Comunque sia, sta bene così.

Passando al piacevolissimo gameplay.
Materialmente cosa bisogna fare, durante queste corse? (Ps: si chiama Modalità Horror)
La faccenda si presenta così: durante ogni “missione”, bisogna guadagnare un certo tot di secondi prefissati – se si va sotto, anche solo di uno, si deve ripetere, se si va sopra migliora il punteggio finale.
Questi secondi si ottengono trattenendo il personaggio che si sta tortur- il personaggio cui si stanno facendo gli scherzoni nella mappa il più a lungo possibile. Per farlo, bisogna rompere svariati oggetti che si trovano lungo la strada (vasi, botti, bottiglie), le quali daranno a prescindere un minimo di secondi in più; il personaggio tornerà a controllare che cosa ha prodotto il rumore, e i secondi che ci impiega ad avvicinarsi sono il nostro guadagno.
La fregatura: la maggior parte degli oggetti produce un suono debole, quindi il personaggio dovrà trovarsi ad una certa distanza per sentirlo – che viene segnalata, sì. Ma ci sono anche oggetti che fanno suoni molto forti, come pianoforti o carillon, e si possono sfruttare per far ripercorrere anche un’intera mappa. Si possono fare anche le combo. Per ogni persona da spaventare vengono date solo un certo numero di mappe, e con quelle bisogna arrangiarsi.
La cosa è decisamente divertente, specie quando bisogna stare a studiarsi il modo per farli girare il più a lungo possibile e correre in lungo e in largo prima che scappino xD
Nella modalità non horror, invece, non c’è granché da fare; il 99% delle cutscene partono in automatico tra una modalità horror e l’altra, alla fine è solo questione di seguire i dialoghi… *Non mi pare ci siano nemmeno scelte*. Ma le cutscene non sono moltissime, le ha distribuite bene e nessuna è tanto lunga da risultare pallosa; inoltre i personaggi si dicono quello che c’è da dire, non si perdono in chiacchiere inutili e quindi il giocatore rimane coinvolto.
Quanto a grafica, per le mappe mi pare che praticamente tutto venga dagli RTP. °^° Ma li ha usati in un modo che non dà troppo nell’occhio, con eleganza e semplicità; anche se non è una grafica customizzatissima, il COME le ha usate merita.
Per il resto della grafica, invece. L’altra volta avevo detto che i disegni erano accettabili, magari non bellissimi. Okay, in questo gioco mi ha dato modo di vedere un campionario molto più vario, con tanti personaggi, pose, colori; e devo dire che il suo stile di disegno è decisamente meglio di quanto pensassi. °A° Particolare, sicuro, ma puccioso, e anche la colorazione acquarellata stile riesco ad infilare con classe tutti i colori dello spettro visibile è mooolto carina, dà un tocco di vivacità e luce anche laddove le ambientazioni sono, per la maggior parte scure, notturne. *^*
Stavolta ci sono pure più OST e sono tutte carucce, soprattutto quella dei titoli.

Sezione extra (?) per due cose diverse dal solito, stavolta: rapporto con i precedenti giochi dello stesso autore e un paio di considerazioni.
In primo luogo, l’autore ci tiene a ricordarci del suo precedente gioco; se nella Girl Story esploriamo la stanza, davanti al caminetto e allo specchio la ragazza dirà delle cose… molto evocative, sì. LOL. Mi è perfino venuto il dubbio che lei fosse la figlia di Akari e Kazuki, i protagonisti di Hello? Hell… O?, dato che ha lo stesso taglio e colore di capelli di Akari… però la madre si vede, e non è lei manco per sbaglio. Niente, all’autore piacerà quel taglio. Non ci sono nemmeno indizi che siano effettivamente nella stessa storia o tempo, dato che in questo gioco non appare nulla che sia riconducibile alla modernità tipo cellulari o televisori o computer, mentre in Hello? Hell… O? era palese…
Pare ci sia anche qualche altro cammeo nella modalità extra, poi.
Comunque sia, questo gioco mi è piaciuto molto più di Hello? Hell… O? … anche se forse metterli a paragone non ha comunque troppo senso, visto che sono di due tipologie del tutto diverse; devo però dire che questi protagonisti sono di gran lunga più caratterizzati e godibili. Ad ogni modo, entrambe nel loro piccolo sono due opere “notevoli” che spiccano per originalità e nuove proposte; posso dire con certezza che se vedo in giro qualche altro suo gioco – tradotto, perché non tradotti ne ha pure altri tre, mi pare xD – lo proverò subito (sempre se funziona).
Per il resto, volevo fare una piccola osservazione.
Ora, il gioco ci presenta una modalità innovativa e divertente. E okay. Ma bisogna fare un piccolo plauso all’autore per non essere caduto nella trappola: nelle mani di qualcuno meno esperto, avrebbe finito col fare il gioco SOLO come modalità libera con missioni arrandom, cosa che avrebbe stancato alla lunga – come tutti i giochi che non hanno alcuno “scopo finale” – e avrebbe reso tutta la buona idea uno spreco. Invece c’è la storia, ci sono i personaggi, pure ben fatti, che sono quel motore in più: il vincere le sfide non è fine a se stesso, ma si salva la ragazza, si impedisce ad un ladro di svaligiare un negozio, si ferma una bambina che è fuggita di notte, si sconfigge un vampiro. Ecco, è quello che dà veramente vita.
La modalità libera sarebbe certo stata apprezzabile messa a parte, INSIEME alla storia… ed è proprio quello che ha fatto. Perciò anche come gestione delle idee si prende un dieci pieno.
Da ultimo, vorrei spendere due paroline anche su un’altra cosa che a me è piaciuta un sacco: durante i tutorial della modalità horror, l’autore si perde in pillole di saggezza e divagazioni assortite su come si creano videogiochi horror, su cos’è che fa paura, cose così. Magari non troppo approfondito, ma combinato alle dimostrazioni pratiche è uno studio sul campo meraviglioso. x°D

Un gioco simpatico, adatto a chiunque non regga l’horror – anzi, qui vi prenderete la vostra rivincita!, con una storia pucciosa a tratti malinconica ma a lieto fine; inoltre il tutto non si esaurisce dopo aver battuto il gioco, visto che ce la si può spassare con la modalità libera (in cui si possono ottenere anche svariate immagini, sapete? ù.ù). Io aspetto altri giochi dal gentile Tachi, sperando che la prossima volta non mi esploda il PC in faccia appena avvio. Evvabbé.

E ora vi saluto.
La prossima recensione… uhm… boh. Se vi dicessi l’intero elenco di giochi che ho da recensire vi spaventereste. x°D
Bye!

 

Moonlight Ghost (Title screen)

Moonlight Ghost da tachi.
Originale in giapponese.
[Download (Eng)]