Hello? Hell… o?

[Videogioco RPG] [Horror] [Troll. Seriamente.]

☆ ☆ ☆

Yoh!
Avrei dovuto recensire The Sandman, prima. Sì. Tipo.
Ma anche The Crooked Man, che l’avrei in cima alla lista da circa un mese e mezzo. Eggià.
Eppure no, oggi ho finito di giocare ad Hello? Hell… o? quindi recensirò questo. *O*
Tuttavia vorrei perlomeno fingere un po’ di puntualità e The Sandman mi è piaciuto parecchio, perciò forseipoteticamentemagarichissànonèmaidetto la prossima potrebbe arrivare presto. O qualcosa del genere. Ah, sto complottando nell’ombra da almeno un mesetto su altre cose da postare qui, ma ne parliamo poi, che adesso ci dedichiamo ad uno degli RPG più trolloni della storia. *O*

Hello? Hell… o? (Moshi Moshinee) è un indie RPG game, come sempre free, sviluppato con l’RPG Maker VX Ace dal signor Ryuuichi Tachibana; al solito, la traduzione è stata ad opera di Vgperson, dal cui sito potete scaricarlo (here! Here!).
In primo luogo, visto che ne ho avuto l’occasione, mi sono soffermata un momento sul titolo, dato che già da un po’ mi chiedevo perché VG avesse adottato una traduzione che, ad occhio, non mi pareva molto letterale – e okay che VG non è famosissima per le sue traduzioni ultraletterali, però… xD
“Moshi moshi nee”, sarebbe, in teoria, “Ehi, pronto?”. Però, così, non mi spiegavo perché fosse necessario mettere un gioco di parole horror styled nella versione inglese; quindi sono andata a vedere con quali kanji si scrivesse il titolo, ovvero もしも死ねぇ… e tutto è divenuto chiaro. Lo “shi” del secondo “moshi” è scritto col kanji di “morte”; il titolo, perciò, potrebbe tradursi all’incirca con un “Pronto? Ehi, cosa sei, morto?” che, come andremo a vedere fra poco, è davvero appropriato. xD
Perciò, per quanto il titolo inglese non sia letterale, è accettabile in quanto migliore alternativa al lasciarlo semplicemente in giapponese – cosa che io in genere preferisco, ma in questo caso si sarebbe persa l’immediatezza del gioco di parole.

Ora, confesso con candore che questo gioco ce l’ho da un bel po’, nel PC; potremmo dire che l’avevo scaricato non appena mi ero imbattuta nella traduzione.
Okay. Allora perché ci ho giocato solo ieri/oggi?
Beh, il primissimo motivo è stato che, all’epoca, mi ero scordata di installare anche gli RTP del VX Ace (a proposito, sono necessari se non avete suddetto Maker sul computer-), mancanza cui ho sopperito solo da un paio di mesi – perché ho adocchiato un altro gioco che mi ispirava molto e per cui erano ugualmente obbligatori. Ed è andata da sé.
L’altro motivo è che… be’, ad essere sincera, il gioco mi inquietava un pochino. x°D Non amo troppo giocare in prima persona a giochi effettivamente horror/splatter (anche se ho finito per farlo anche un’altra volta, LOL), uno dei motivi che mi frena dal giocare personalmente The Crooked Man. QUESTO gioco l’avevo scaricato prima di saper come fosse in effetti… e pochi giorni dopo, spinta dalla curiosità, andai a vederne un walkthrough; bene, penso sia stato il gioco durante la visione del quale ho più spesso sobbalzato. Niente, ci tenevo a dirvelo.
Poi ieri mi è venuta voglia di giocarci comunque, ed è quello che ho fatto. No, non ponetevi domande, è meglio. Sono lunatica. *O*/

La prima cosa che salta all’occhio, se si è un po’ sbirciata la pagina sul sito di Vgperson, è che manca il walkthrough. In compenso, ci sono la bellezza di trentasette ending.
Questo, perciò, dovrebbe hintare che si avrà a che fare con un gioco un po’ peculiare.
In generale, quando recensisco, dopo la presentazione faccio il riassunto della trama, ma gioco particolare = recensione particolare, mh? Stavolta, dunque, preferisco mostrarvi cosa trova l’Incauto Giocatore che apre il gioco per la primissima volta. Seguitemi.
Avete fatto tutto quel che c’era da fare e potete dedicarvi ad una bella partitina rilassante.
Doppio click sull’icona del drago rosso e avviate il gioco, pregustando il divertimento che arriverà fra pochissimo, in quei due secondi che la finestra si apre.
Ad accogliervi è la schermata dei titoli… oltremodo spartana: solo uno sfondo violaceo con il titolo del gioco in rilievo. Solo due bottoni, “I know…” e “See you…”, presumibilmente versioni simpatiche di “Start” ed “Esci”. Ma siete giocatori scafati, avete già visto menu anche più fantasiosi.
Un po’ incuriositi e di certo non scoraggiati – mai giudicare un libro dalla copertina! – pigiate quell’I know, pronti ad iniziare.
Vi ritrovate in una stanzetta piccola, ordinata; l’unica fonte di luce è un candelabro, le cui fiammelle deboli e oscillanti ricreano un’atmosfera suggestiva. Non c’è musica. Oh!, pensate, Ora sì che possiamo parlarne. Perché nulla sfugge al vostro occhio esperto; è ovvio che una situazione del genere, più di ogni altra, prometta di diventare ben più spaventosa in brevissimo tempo.
Baldanzosi, partite per l’avventura… se non fosse che non è ben sicuro cosa dovreste fare. Nella stanza, alla prima occhiata, nulla è fuori posto, niente merita attenzione più delle altre cose. Forse suonerà il telefono, forse no. Vi muovete circospetti, interagite con la cosa che più vi ispira al momento e…
Ending. Tempo impiegato: due minuti. Eh? Starete pensando ora, increduli. D’accordo che quaranta ending sono parecchi, ma basta soffiare sulle candele/guardare uno specchio/mettersi a letto per ottenerne uno?
Oh, be’. La schermata, intanto, è tornata ai titoli. Ricominciate, per capire se avete sbagliato qualcosa voi o se è così che dev’essere; in effetti, riuscite ad ottenere altri tre ending in brevissimo tempo. Eh no, è tutto a posto, il gioco funziona a meraviglia. Finora, vi state divertendo; certo, molto veloce come cosa, ma che fantasia! Alcuni degli ending poi sono così sorprendenti, come quello dove il protagonista viene attaccato a sorpresa da un orso di peluche. Siete piuttosto presi e non vedete l’ora di scoprire i prossimi.
Al quinto ending, però, cominciate a notare qualcosa di un po’… strano.
Il gioco sembra tenere memoria di quello che avete già fatto – siete andati a dormire e, al riavvio, il protagonista si alza dal letto, anziché entrare dalla porta.
Ma che voi ricordiate, non avete mai salvato.
Cosa…?
Controllo veloce. Il menu, mentre giocate, nemmeno si apre. In voi si fa strada una punta di inquietudine. E’ tutto… normale, vero? Insomma, è voluto, no? Però ricomincia pure dai titoli e…
Non avete paura, no, certo. Ma giusto così, per buona norma, chiudete il gioco direttamente dal tasto X, sopra. Osservate la cartella: c’è il file Save, nonostante voi non abbiate mai salvato.
… oh, è un gioco a salvataggio automatico.
Capisco.

A quel punto, mandate a quel paese l’autore per l’accidenti che vi ha fatto prendere, ridacchiate, riaprite il gioco e riprendete: stavolta ve l’ha fatta, ma qui c’è ancora una partita da vincere.

 

Hello? Hell... o? (Screen)

Scena tipica. Osservate anche l’arredamento, già che ci siete. *O*

Altro non posso dire se non LOL.
Non è stata la mia esperienza in prima persona, dato che prima di tutto ho visto il walkthrough, ma le reazioni di quel giocatore e un po’ di fantasia mi hanno portata a dipingere una scena che, secondo me, è anche abbastanza plausibile.
– E sì, per un gioco troll ci vuole la recensione troll. No, non ho mai scritto creepypasta. Che dite, comincio?
Il meccanismo del gioco, quindi, è davvero particolare; il 90% delle azioni porterà ad un immediato “ending”, molti dei quali implicano la morte del personaggio – può venir pestato da non si sa cosa, ucciso in diversi modi, autoavvelenarsi, impiccarsi, ubriacarsi a morte – ma al riavvio lui sarà sempre lì, pronto ad un’altra breve ma intensa giocata (?). A seconda degli ending che si ottengono, si avanzerà, raccogliendo vari dettagli della storia… ciò implica che, di fatto, l’avanzamento nel gioco è vincolato ai… game over. E ai bad ending – uno è necessario per poter proseguire con l’altro personaggio. Decisamente originale, oltre che a sorpresa e appropriatissimo per sfruttare appieno tutta la capacità di “spaventare” del gioco.
E ORA possiamo anche dedicarci alla trama. <3

Inizialmente e per la stragrande maggioranza del gioco, si muoverà ucciderà Kazuki, il protagonista, per quanto ci sia effettivamente anche un altro personaggio giocabile.
Costui è chiuso nella sua stanza, forse anche da giorni, ma si ritrova a dover far fronte ad eventi molto… particolari; mobili che si spostano da soli, oggetti che divengono violenti (?), soprattutto tante chiamate senza qualcuno che parli dall’altro capo del telefono. Con l’avanzare della giocata e l’accumularsi degli ending, man mano si svela la vicenda; la persona che lui sospetta lo stia chiamando, Akari, è nient’altro che la sua fidanzata defunta. A quanto pare, avevano avuto un piccolo litigio poco prima che lei morisse, mentre correva a reincontrarlo al ritorno da un suo viaggio d’affari.
Una volta che si è scoperto il background, arriverà una lettera… “Domani verrò a trovarti.”. Un altro ending. E all’avvio successivo, il fantasma di Akari giungerà davvero di persona; a seconda di cosa si fa in questa scena, si potranno ottenere l’happy ending e uno dei bad ending necessari per continuare ad avanzare… Come, avanzare dopo l’happy ending? Eh, sì.
Infatti, una volta superata questa parte, si potrà giocare… dall’altro lato, quello di Akari. Una Akari ancora viva, con una stanzetta simile a quella di Kazuki e che, a quanto pare, ha gli stessi problemi. Giocando con lei si potrà vedere come la storia sia uguale, lo specchio di quella di Kazuki, con le parti invertite. Soltanto che lei riceve una VERA telefonata da Kazuki… non il fantasma di Kazuki che troverete appostato e sempre felicissimo di mozzarvi la testa – … Kazuki è più violento di Akari. (Ciao, Soe. Il walkthrough l’avevo visto con lei, LOL) – ma l’altro Kazuki, quello ancora vivo. Perché entrambi si trovano in due mondi che sono uno l’esatto specchio dell’altro.
E quando Akari si ritrova davanti il fantasma di Kazuki, grida.
Grida così forte che l’altro Kazuki, che aveva davanti il fantasma di Akari, la sente. E lascia perdere il fantasma e corre a salvare questa Akari, perché quando l’ha sentita gridare non ha potuto pensare a nient’altro; la voce veniva dal caminetto, perciò tende la mano… e afferra quella di Akari, ancora viva, per trascinarla nel suo mondo. E fuggono insieme. True ending!
Ah, anche il fantasma di Kazuki passa per il camino, poco dopo, e trova il fantasma di Akari. Ovviamente, amore a prima vista. (?)
E… ehm, vissero… tutti felici e contenti!

Hello? Hell... o? (Screen)

La stanza di Akari è linda come uno specchio. No, okay, questa era terribile.

E quindi, che dire?
Non è una tramona, niente di così originale o ricolmo di sfolgorante genialità; l’idea dei mondi specchiati è caruccia, ma non è di certo il primo che ci pensa. xD
Tuttavia è una trama che ha un suo senso e, come accompagnamento di un gioco del genere, ci sta – d’altronde lo scopo primario diHello? Hell… o? non è tanto raccontare la storia quanto spaventare, punto.
L’unica obiezione che si potrebbe muovere è… “Ma canonicamente i personaggi muoiono e risorgono ventotto volte!” ssssì, questo è vero. Però, per quanto non sia proprio esplicito, credo fosse sottinteso che Kazuki – e Akari – fossero bloccati in quella stanza e quella notte. Questo spiegherebbe anche perché non basta un “happy ending”, ma bisogna andare a caccia del TRUE ending (Nell’happy ending, Kazuki abbraccia il fantasma di Akari, accettando di “restare con lei”. Tuttavia, la chiave dell’avanzare è proprio “liberarsi” dei fantasmi. Allegoricamente, lo si può vedere proprio come un “accettare il passato e andare avanti”).
I personaggi non hanno questa caratterizzazione immensa, ma non sono nemmeno macchiette senz’arte né parte; per quello che si vede, sono due normalissime persone che cercano solo di salvarsi la pelle e hanno reazioni molto “umane”. E appunto, sono adeguati ad una storia del genere in un gioco del genere.

Be’, del gameplay vi ho già detto tutto. xD L’unica cosa che bisogna fare è interagire con gli oggetti per ottenere gli ending necessari, solo un paio di volte ci sarà da fare qualche scelta; per il resto, liscio come l’olio. Come tecnica di gameplay è molto insolita – e meglio così, altrimenti perderebbe la sua unicità – ma sicuramente piacevole, dato che sprona a continuare a giocare anche dopo aver ufficialmente battuto il gioco.
A livello tecnico presumo ci sia un lavoro immenso, dietro, considerando la miriade di particolarità che ha aggiunto. Solo una cosa: forse il gioco ad un certo punto comincia a dover fare TROPPO lavoro; quand’ero nelle ultime fasi, crushava in continuazione. °A°” *Ha crushato un numero irritante di volte.* Non credo fosse problema del PC, dato che per aiutarlo ho anche chiuso tutti gli altri programmi, però… chissà. °^° Beh, anche in questo caso si dimostra utile il salvataggio automatico, dato che, se anche si chiude, bisogna rifare solo QUELLA scena. xD

 

Hello? Hell... o? (Screen)

Se c’è un fantasma che cerca con particolare insistenza di uccidervi e dal nulla appare del cibo dall’aria molto invitante, beh, sarebbe una buona idea lasciarlo dov’è- ehi, un orsetto! *A*

Hello? Hell... o? (Screen)

ARGH ORSETTO DI MERDA MOLLAMI- *Questa e la precedente sono della stessa scena, sì.*

 

La grafica è semplice; il 90% giunge dritto dritto dalle librerie di default del VX Ace, l’autore ha aggiunto solo quello che lì non si trova – ovvero gli oggetti tecnologici quali cellulare, televisione… però questo non è un punto a sfavore del gioco; d’altronde ci si muove in soli DUE ambienti, volutamente simili, dove ogni singolo oggetto dell’arredamento è stato sfruttato anche ben oltre il suo effettivo “dovere”. (L’unica cosa innocente&inoffensiva è la finestra.)
L’arredamento delle stanze è stato disposto con relativa cura, non ci sono buchi e l’insieme è credibile. Non saranno le mappe più belle della storia, ma fanno il loro onesto lavoro. xD
Ci sono un paio di immagini di intermezzo. Possiamo dire che l’autore non ha preso in mano la matita per la prima volta, ma non sono neanche questi disegni bellissimi. Sono… accettabili.
Giusto un profondo quesito esistenziale che mi tormenta (?) da quando ho avuto la prima volta a che farci: perché diamine lo sprite di Kazuki ha capelli/maglia/occhi neri e nelle immagini ce li ha ROSSI? Ecco, QUESTO è un piccolo errore di coerenza. Potrebbe sembrare un qualcosa di scarsa importanza, mentre è proprio una di quelle cose che andrebbero evitate come i bad ending (?). Perché? Be’, perché il giocatore/spettatore, di certe cantonate, se ne accorge; di mio, piuttosto che pensare “Oh, che cosa carina” come si sarebbe dovuto fare, sono saltata su dicendo “COSA C’ENTRA QUESTO QUI CON LO SPRITE”. Si chiama “distrazione”, crea un buco nell’esperienza. Poi, certo, a guardarlo bene non è DEL TUTTO diverso, ma non è neanche il ritratto preciso. E a cambiare colori allo sprite/rifarlo ci si mettevano cinque secondi, su.
Poi. Non c’è musica – non ricordo se ci sia nel True Ending, però, potrebbe °A° – ma parecchi effetti sonori sì, alcuni dei quali sono messi in via molto “randomica” (può capitare di sentire qualcosa e rimanere a fissare lo schermo per sapere COSA dovrebbe aver prodotto quel rumore. E non è detto ci sia risposta.), ma sono solo elementi d’atmosfera, dunque nulla da ridire neanche in questo caso.

 

Hello? Hell... o? (Akari, Kazuki)

Wut.

Ora, sinceramente, credo che il gioco in conclusione andrebbe giudicato secondo due diversi parametri.
Come gioco e basta, è un gioco piacevole. Nulla di straordinario, ma di sicuro ben fatto, vale il tempo che ci si spende.
Come gioco horror, forse non arriva all’eccellenza – è un qualcosa a cui solo un’eccellente storia può condurre – ma di sicuro è davvero buono.
Il suo lavoro di gioco che vuole spaventare lo fa in modo perfetto, su più livelli – sia per gli avvenimenti in sé e per sé, sia per i jumpscare appostati ogni due per tre, sia per quella sottile rottura della quarta parete che, se saputa utilizzare bene, è una delle cose con più “effetto” sullo spettatore immaginabili -, a livello materiale l’idea ha trovato un’ottima messa in pratica e il tutto è piuttosto divertente. Già.

Se state cercando qualcosa di proprio terrificante, be’, magari questo sarebbe un po’ riduttivo. Se invece volete solo un buon videogioco horror che abbia il potenziale per farvi fare qualche salto ma non sia troppo complesso né lungo, ecco, questo vi piacerà.
(Ah, occhio che non vi ho parlato proprio di TUTTE le trollate. Ve ne lascio sperimentare di persona qualcuna.)

E con questo concludiamo. La prossima recensione cerco di farla un pochino prima. Sarebbe una cosa carina. *A*
Vi saluto.
Bye!

 

Hello? Hell... o? (Title screen)

Hello? Hell… o? da tachi.
Originale in giapponese.
[Download (Eng)]