Oceania

[56° Classico Disney] [Una grandiosa avventura per mare] [E non vi toglierete più le canzoni dalla testa]

☆ ☆ ☆

Yohoo!
In primo luogo, ben trovati, miei cari e mie care! Buon 2017!
… in secondo luogo, devo dire che il mio piano non era affatto questo. Meditavo di iniziare l’anno con altre tempistiche, e con un’altra recensione.
Ma tutta la divina colonna sonora di questo film mi sta trapanando il cervello da quando sono uscita da quel multisala di Roma, gasatissima per quanto avevo appena visto; le scene migliori continuano a guizzare e tornarmi alla mente, vivide com’erano sullo schermo.
Perciò, facciamolo. Recensirò Oceania, qui ed ora!

Oceania, in originale Moana, è il 56° Classico Disney, uscito in America il 25 novembre 2016 e da noi il 22 dicembre dello stesso anno. Un film d’animazione in computer grafica come d’usanza da qualche tempo a questa parte, i registi sono i signori Ron Clements e John Musker (quelli che ci hanno regalato Hercules, La sirenetta, Il pianeta del tesoro…).
Ora, capitemi. Ho seguito tutte le ultime produzioni Disney. Zootropolis, su cui non avevo alcuna aspettativa, mi ha colpito come una palla di neve in faccia. Big Hero 6 l’avevo adorato, a suo tempo, e il live action di Cenerentola del 2015 mi aveva esaltata. Partivo, dunque, piuttosto ottimista su questo film – inoltre ero schifosamente di parte, in quanto io amo il mare/acqua/clima tropicale/gente abbronzata e questi qui mi portavano una bella avventura per mare ambientata nell’Oceania di qualche secolo fa, con una protagonista ganzissima – qual è Moana/Vaiana – e un coprotagonista con una faccia da schiaffi, assurdo, ma amabile – qual è Maui.
Ecco, insomma. avevo alte aspettative, e sì sa che in questi casi è facile rimanere delusi.
‘Sti cazzi. Sono uscita dal cinema cantando Oltre l’orizzonte. La grafica era incredibilmente bellissima e, sebbene io abbia un brutto rapporto con la computer graphic, è stato il primo film di principesse Disney che NON mi ha fatto dire “sì, sì, però ci starebbe stato meglio in 2D”. Un film dove la Disney si prende poco sul serio e scherza sui suoi difetti – “Non sono una principessa. Sono la figlia del capo villaggio.” “Se hai un vestito e un animaletto fedele, sei una principessa” – ma lo fa con classe, una strizzata d’occhio al pubblico. Il tutto condito da una bella e puntualissima panoramica sulla cultura polinesiana, che sia dal film che dagli approfondimenti possiamo capire quanta cura e documentazione ci abbiano messi i produttori. E soprattutto, finalmente delle botte scenografiche come Dio comanda.
Dimentico qualcosa? Ah, sì, le vere perle di Oceania, loro due. Vaiana e Maui sono una coppia – di amici, perché non c’è nessuna traccia di romance nel film e si sta benissimo così – di protagonisti che sa come dominare la scena e far appassionare il pubblico a tutte le loro bizzarre vicende. Ma, beh, prima di approfondire credo sia meglio farne una piccola presentazione, di queste vicende…

Nell’isola di Motunui, un angoletto pacifico dell’Oceania (#eh sì) abita la giovane Vaiana (la chiamerò col nome italiano perché non mi spiace), ovvero la figlia del capovillaggio – che NON è una principessa e farete meglio a non sbagliarvi, se non volete essere violentemente percossi con un remo.
Vaiana ha passato tutta la sua vita sulla spiaggia, su quel confine invisibile tra terra e mare, perché la verità è solo una: per quanto lei ami la gente del suo villaggio e la sua isola, per quanto si impegni per essere una bravissima futura capa, lei è incredibilmente attratta dall’oceano. Vorrebbe viaggiare, scoprire quel che c’è intorno a loro, toccare l’orizzonte con mano! Ma non può. perché il padre ha categoricamente vietato di avventurarsi fra le onde inclementi oltre il riff corallino che circonda l’isola – questo perché lui per primo, anni addietro, aveva avuto un brutto incidente in mare di cui era rimasto vittima il suo migliore amico. Nel rispetto del padre e del popolo, questo è un divieto che non ha mai infranto, per quanto a fatica.
Man mano che Vaiana cresceva, sua nonna – detta anche signora pazza del villaggio (?) – le ha illustrato la storia del mondo in cui vivono tramite racconti e leggende narrati con particolare fervore. Fra i tanti, spiccava la storia di Te Fiti… l’isola nonché dea madre, portatrice di vita, che aveva creato tutto intorno a sé. Tuttavia, un giorno, il semidio Maui – un eroe o un imbroglione, a seconda – sfruttando i poteri del suo amo gigante (… sssì, un amo. Da pesca. Molto grande. Indubbiamente, Maui vince il premio per l’arma più originale.) che gli permette di cambiare forma, decise di rubare il nucleo del potere della dea, il cosiddetto “cuore di Te Fiti”. A vederla, solo una piccola, innocente pietruzza che pulsa piano di luce verde, come un battito cardiaco. Eppure era davvero la fonte dei suoi poteri e della sua vita: una volta rubata, l’isola rigogliosa si incenerì, il mare venne infestato da demoni avidi che volevano rubare a loro volta la pietra, e la distruzione cominciò ad espandersi, silenziosa ma implacabile.
Maui venne subito attaccato da uno dei demoni più grandi, Te Ka – un grosso coso di lava e fuoco, sputafuoco, e tutto l’armamentario – che riuscì a sconfiggerlo. Da allora il Cuore di Te Fiti venne perso fra le onde, e di Maui non si seppe più nulla.
L’unico particolare che nonna Tala aveva trascurato di riferire a Vaiana è che queste storie sono vere: la ragazza ha modo di scoprirlo quando sulla sua isola, sempre florida, le noci di cocco cominciano a marcire e tutti i pesci spariscono dalle acque.
Tala, quindi, ne approfitta per svelarle il più grande segreto del loro popolo, ovvero la loro antica natura di navigatori. Beh, oddio, non è che glielo sveli proprio, la conduce in un porto segreto e a Vaiana parte un potente trip mistico in cui vede i suoi antenati intenti a surfare alla grande sulle loro grosse canoe. (Trip di lusso con solo due colpi di tamburo, raga’).
Oltre a questo, le consegna un sassolino verde fluo che grazie alla mia puntuale descrizione voi lettori avrete immediatamente riconosciuto come il Cuore di Te Fiti; ebbene sì, è proprio lui, conservato dalla nonna per anni. Perché lei era presente quando il mare in persona aveva consegnato la pietra a Vaiana, da bambina. Solo che la ragazza aveva sempre pensato fosse stato un sogno – sapete com’è, trovarsi a giocherellare con onde intelligenti che ti aiutano a raccogliere conchiglie e ti fanno gli scherzoni, beh. Invece no, era successo davvero: infatti, da questo momento in poi, il mare a Vaiana si mostrerà molto più… vivace. E reattivo.

 

“… ma è normale ‘sta cosa”

Quindi Vaiana capisce qual è il suo obiettivo: andare a recuperare Maui, ovunque esso sia, e trascinarlo per un orecchio (! dico sul serio). sulla sua barca, attraverso i mari, fino a Te Fiti, per restituirle il Cuore con le sue più cordiali scuse. E finalmente potrà affidarsi alle correnti come aveva sempre desiderato.
Il viaggio si presenterà irto di pericolo tra cui mostri marini, demoni, granchi di merda e noci di cocco demoniache, ma soprattutto la capoccia dura di Maui: il VERO cruccio di Vaiana sarà riuscire a convincerlo a comportarsi da persona beneducata.
Così, finalmente, Vaiana può partire e arrivare oltre l’orizzonte.

 

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Amicizie WIP

 

Sembra tanta roba, vero? Bene, vi ho raccontato l’introduzione. Sì, sono i primi… cosa, venti minuti di film? E non ho detto nemmeno TUTTO, eh! Lascio a voi il piacere di scoprirlo, io ho già dato. Ma, senza dubbio, posso approfondire qualcosa.
In realtà, parlare della trama senza sviscerare anche i personaggi in questo caso è difficile: è una di quelle storie che vanno di pari passo con i loro personaggi, li accompagnano, sono qui per loro. Perché la trama, di base, è una accattivante leggenda esotica rappresentata con splendida grafica e un tono moderno di narrazione. Una bella avventura per mare! Ma non proprio complicata, ecco. Quello per cui siamo davvero qui, alla fine, sono Vaiana e Maui. (E Tala, e Te Fiti, e Tamatoa, e… ma tutti gli altri personaggi hanno nomi che iniziano per T oddeo-).
Perché questa storia, essenzialmente, è il loro viaggio; non solo per mare, ma alla scoperta di loro stessi. Momento, che detto così sembra una frase da Bacio Perugina, ma dico sul serio. x°
Il chiodo principale di Vaiana è il suo non riuscire a far collimare l’amore per il mare con l’amore per il suo popolo. Sembra che le due cose si debbano escludere a vicenda: se accetti di essere un capo, di stare qui, di comandare, devi rinunciare al mare; mentre se scegli il mare, di viaggiare, di non fermarti a quello che vedi, devi rinunciare alla tua famiglia, al posto in cui hai sempre vissuto, ed essere irresponsabile verso la tua gente. Come se voler trovare qualcosa di nuovo dovesse necessariamente cancellare il punto di partenza. Per questo, quando Vaiana parte, lo fa sì per salvare l’isola e la popolazione, per seguire il volere di sua nonna… ma lo fa anche con l’eccitazione, forse un po’ egoistica, di avere finalmente ciò che vuole: un viaggio per mare. Però lei è onesta con se stessa e lo dice fin da subito che la motivazione è anche quella; nella sua canzone principale, quando sta per partire, dice chiaro e tondo “Quell’ignoto che mi spaventa un po’ mi attira a sé“. Vuole ciò che vuole e non si nasconde dietro nessun Nobile Intento. Per tutto il viaggio, perciò, oltre che cercare di sopravvivere e di sopportare Maui, nonostante si goda il viaggio – infatti chiede a Maui anche di insegnarle a navigare – e si dimostri per la giovane donna cazzuta che è, avrà sempre in background il pensiero di quello che sta facendo. E’ giusto? E’ sbagliato? Si poteva fare altrimenti? Perché lo sta facendo? Buona parte delle volte, afferma di starlo facendo perché “il mare ha scelto lei”. Però non ha idea del perché l’abbia scelta, e può solo confidare sia stata una scelta ragionata – anche se, come dice Maui, il mare non sembra molto ragionevole.
La sua vera svolta arriva quando si chiarisce le idee una volta per tutte. Lei è Vaiana – o Moana a seconda di in quale parte del mondo siete x° – nessun altro, e lo sta facendo perché lo vuole fare. Fine. Non ci sono motivazioni profonde o illuminazioni mistiche. Ma, personalmente, credo che la sincera volontà sia la motivazione più profonda del mondo.
Maui è un altro caso clinico… x° Anche lui con le sue idee MOLTO confuse su cos’è o cosa non è, il suo problema principale è credere di essere bravo, figo e bello solo perché gli dèi gli hanno fatto dono dei suoi poteri. E’ onestamente convinto, insomma, che a fare di lui “il grande Maui” sia solo il suo amo magico.
[SPOILERINO] Un esempio di questo è la scena contro Tamatoa. Mentre quello che io ho ribatezzato GranchioDiMerda sta menando Maui sulle note dell’orecchiabilissima Lo splendente Tamatoa, lui si lascia pestare ed è visibilmente scoraggiato perché non riesce ad usare il suo amo: non prova a difendersi né ad attaccarlo in altro modo, ma solo a raggiungere l’amo sfuggitogli di mano. In seguito, invece, dopo che ha avuto modo di farsi due domande, si vede la differenza contro Te Ka: l’amo è quasi rotto, rischia di disintegrarsi – e quindi andare perduto per sempre – ma Maui accetta lo stesso di combattere per guardare le spalle a Vaiana. In questo caso, lo fa usando la testa e non solo l’amo; anche quando l’amo viene effettivamente rotto, poi, non si tira indietro. Bravo, Maui! *Asciuga lacrimuccia* [/Fine spoilerino]
Tutto quello che Maui ha fatto, lo ha fatto solo per sentirsi un po’ più amato e ben accetto da tutto ciò che aveva intorno. Perfino il furto del Cuore, secondo lui, era una buona azione. Questa è una cosa che ho apprezzato moooltissimo di Oceania: i personaggi sono tutti molto, molto umani. Sono egoisti. Fanno sbagli. Pensano a se stessi. Hanno paura. Ma vanno avanti. Non che gli altri personaggi Disney mancassero di umanità, ma credo che in questo caso lo abbiano illustrato… davvero bene.
[Ohi, altro spoiler] Infatti, alla fin fine, in questo film non c’è neanche nessun vero “cattivo”; tutto il Casino Apocalittico è venuto a crearsi per sbagli fatti in buona fede e gente giustamente incazzata. E’ proprio il modo in cui piace a me inquadrare i personaggi e i loro intrecci. <3 [/Fine altro spoiler]
Loro due sono i protagonisti assoluti del film e sanno come farsi amare – ps: rimangono solo amici e stiamo tutti bene così -, ma anche gli altri pg, sebbene si vedano molto meno, fanno un ottimo lavoro. Di due in particolare vorrei ancora parlare, però: la nonna e il mare.
In primo luogo, nonna Tala. Lei non appare troppo, quasi tutte le sue scene sono all’inizio, eppure la sua presenza è MOLTO forte per tutto il film – e in Vaiana. Vogliamo parlare del fatto che Vaiana ripeta come un mantra, per tutto il tempo, quel che la nonna le aveva detto di riferire a Maui ?
E’ lei ad aiutarla a scoprire il passato del loro popolo e spiegarle cosa va fatto; tuttavia, non le ha mai detto un solo devi. Nonna Tala ha fatto in modo che sapesse le cose come stavano e fine, ha sempre lasciato che la scelta fosse sua. Piuttosto, ci ha sempre tenuto a farle sapere che lei c’era e ci sarebbe sempre stata. Che scegliesse di andare o non andare. Che ci riuscisse o meno. La scelta era sua, capire cosa voleva pure, e qualunque scelta avesse fatto sarebbe andato bene comunque. Nessun “so che farai la scelta giusta”, perché la sua scelta sarebbe stata giusta sempre… a patto che fosse davvero sua, e non dettata da vecchie regole, dal trattenersi, o dalla paura.

“Se hai qualcosa da dirmi, dillo e basta!
… c’è qualcosa che vuoi dirmi?”
“C’è qualcosa che vuoi sentirti dire?”

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Ci sarebbe sempre stata… e sempre con la fiducia che, qualunque cosa la nipote avesse scelto di fare, avrebbe avuto tutte le capacità per farla.
E questo, signore e signori miei, credo sia una delle migliori rappresentazioni di affetto e sostegno che la Disney ci abbia offerto.
Due paroline sono d’obbligo anche per il Signor Mare. Il mare in questo film è un personaggio vero e proprio o, come dice Vaiana, un suo amico. Avendo un alleato così potente alle proprie spalle, sarebbe stato facile scadere nel deux ex machina…

“L’oceano non ti aiuta.
Tu aiuti te stessa!”

… e invece no. Il mare interviene pochissime volte, che si dividono in alcune in cui era Davvero Necessario – tipo quando impedisce a Maui di lasciare la barca e tornarsene sul suo scoglio a nuoto – oppure scherzose – quando recuperare il galletto scemo e lo ri-chiude sotto coperta. (?) Giusto nel climax finale dà qualche aiuto più sostanzioso, ma comunque piccolo, e lì era perché la faccenda si stava seriamente facendo tragica.
A prescindere, tutti i suoi interventi sono sacrosanti.
… poi, il gallo, HeiHei.
Lol.
Non credo ci sia altro da aggiungere.
Riassumendo: un cast minuto, ma con degli ottimi esemplari.

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L’acqua sembra chiamarmi a sé per nome

 

Potrei stare a fare esempi anche sulla perfetta costruzione e timing – tipo, e questo è un altro spoiler, non è che nonna Tala muoia con incredibile tempismo dopo aver esaurito il suo ruolo, ma muore subito dopo aver restituito a Vaiana il Cuore di Te Fiti. Ergo: giustamente il Cuore, che è portatore di vita, l’aveva mantenuta viva e in salute per tutti quegli anni. – ma credo si possa evincere da qua sopra.

Se amate il mare sia sotto che sopra come lo amiamo io e Vaiana, la grafica di questo film vi farà piangere calde lacrime di commozione (?). No, okay, forse così è eccessivo, ma tutto il 3D e la Mega High Quality finalmente qui trovano la loro ragione d’essere: il verde di Motunui, la rigogliosa Te Fiti, onde di tutti i tipi – placide, furiose, che si infrangono sulla spiaggia, che brillano in lontananza -, gli splendori sui fondali. Per non parlare di certe uscite specifiche, tipo la tana/tesoriera di Tamatoa, tutta piena di ninnoli dorati. Abbiamo anche fatto dei passi avanti con il design dei personaggi: Vaiana ha effettivamente dei tratti diversi da Rapunzel/Anna/Elsa (che, con tutto il bene per loro, di viso si somigliano un poco) e tutti quanti sono moooolto espressivi – va bene, nello specifico Maui ha una mimica facciale bellissima, ma neanche Vaiana scherza.

 

La mimica facciale di Maui è-

 

Certe inquadrature sembrano riprese dal vivo. Ma la cosa più bella del film sono i fottuti capelli di Vaiana. Come si muovono. Come ondeggiano. Come sono realistici. Bellissimi. *A*
In alcuni punti – purtroppo pochi, ma molto azzeccati – hanno mescolato il tutto con delle animazioni 2D stilizzate che sono davvero splendide. Vedetevi il sottofondo su cui Maui si canta Tranquilla!/You’re welcome e capirete. x°
E poi e poi, altre cose varie ed eventuali della grafica sono dei gentili tributi a film precedenti. I tatuaggi semoventi di Maui – altra perla! – richiamano i vasi di Hercules; un paio di inquadrature durante la canzone Lo splendente Tamatoa sono ovviamente fatte ripensando a In fondo al mar/Parte del tuo mondo – nella scena post credits, tra l’altro, Tamatoa nomina pure Sebastian. x° Quando poi si spengono le luci e il viso… muso… di Tamatoa diventa una maschera tribale, ci ho visto anche un richiamo a Gli amici dell’aldilà, la canzone del dottor Facilier ne La principessa e il ranocchio.
Sono richiami piccoli, ben piazzati, che fa piacere cogliere.

 

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“Non dirlo a me, ma ai miei amici dell’aldi-“, ops, sbagliato canzone.

 

No, non ho ancora finito di incensarlo e nulla potrà fermarmi, dobbiamo ancora parlare della colonna sonora.
Dio. Ragazzi – e ragazze – miei. Se non avete sentito nulla, fatelo. Non è che la colonna sonora sia bella o orecchiabile, è piuttosto che qualsiasi canzone vi si avviterà nel cervello e rimarrà a sbatacchiare contro le pareti del vostro cranio finché non andrete in giro cantando e/o ballando “Non c’è di che, credi a me, tranquilla!” o “L’orizzonte sembra chiamarmi a sé per nomeeee“.
Quindi, sì, le canzoni sono belle. Assai. A parte la primissima – quella che io chiamerei “canzone del prologo” che è presente in più o meno qualsiasi film Disney dal 1989 – che è caruccia ma non memorabile, TUTTE le altre sono eccezionali. Ritmate, piacevoli, con begli strumentali – di un genere peraltro adeguato ai toni/ambientazioni del film – e:
1. Le canzoni sono dosate col misurino; sono poche e tutte necessarie. In che senso necessarie? Beh, mi era capitato di vedere, di recente, canzoni messe laddove la scena sarebbe andata benissimo, o anche meglio, in semplice recitazione, senza nessun bisogno di cantarsela. Qui no: le canzoni raccontano per lo più i sentimenti dei personaggi, o come catarsi dei momenti più importanti.
Qualora non svolga nessuna di queste due funzioni, come nel caso di quella di Tamatoa, ha invece valore psicologico per i personaggi – come ho detto sopra, serve per la psiche di Maui, ma anche per Vaiana, dato che il GranchioDiMerda ha fatto culto dell’esteriorità, mentre per lei il problema è appunto seguire quello che ha dentro.
E poi sì, oggettivamente parlando, sono poche e non invasive.
2. Stavolta si sono fatti furbi; piuttosto che diciotto canzoni, hanno ben pensato di fare UNA canzone importante per Vaiana (Oltre l’orizzonte), che avesse una reprise in un momento importante, e un’altra ancora sul climax (anche se la terza reprise è considerata una canzone a parte e si chiama Io sono Vaiana, il motivo e i versi sono quelli. x°). E così sì che questa canzone ha acquisito importanza e carica.
3. L’adattamento italiano è fatto bene. Molto bene. La cosa mi ha piacevolmente stupita.
No, ora, capitemi un attimo: ho SEMPRE preferito le versioni italiane dei film d’animazione, a meno di rarissimi casi. Perché di solito erano fatte bene. Tuttavia, Elsa posseduta da Pavarotti in Frozen mi aveva un po’ traumatizzata. Quindi trovare qui dei testi che hanno senso, musicalità, con varie frasi tradotte letterali o comunque con quasi le stesse parole, e dove si vedono tutti gli sforzi per mantenere intatto il feeling della canzone, beh, è stato piuttosto piacevole. Altra cosa per cui mi sento di ringraziare molto i produttori: su Youtube hanno messo LORO STESSI tutta la colonna sonora del film (su Disneymusicvevo).
Manco a dirlo, anche le OST e basta sono bellissime, e il doppiaggio mi è piaciuto – posso dire che forse per un colosso come Maui sarebbe stata più sensata una voce fonda come quella inglese, eppure quella è troppo figa e rischia di essere presa sul serio, quindi… va bene quella che ha.

Ma ‘sto film ce l’ha un difetto che sia uno? Personalmente non ho visto veri difetti, ma visto che stiamo parlando di musica, posso dirvi che sul climax finale c’è un momento dove Vaiana ha un dialogo cantato anziché parlato. Non è una canzone, solo un paio di frasi. Ecco, di mio l’avrei di gran lunga preferito parlato. Capisco che secondo loro è per dare profondità al momento ed estraniarlo dal generale casino, ma penso sarebbe stato più di impatto senza OST e parlato. à_à
Ma per il resto credo che non troverei cose di cui lamentarmi manco se andassi a cercarle di proposito.

Visto che voglio diversificare (almeno un poco) le recensioni dei film da quelle dei videogiochi, ho deciso che alla fine di ogni recensione farò il pratico elenchino riassuntivo dei pro e contro.

☆ I capelli di Vaiana.
☆ Le facce di Maui.
☆ Il 3D è molto ben sfruttato.
☆ L’adattamento italiano.
☆ La fantasia della fauna marina.
☆ Poche canzoni, ma incredibilmente buone.
☆ L’autoironia non invasiva.
☆ Vaiana è una capa responsabile.
☆ Il mare rientra nei “personaggi Disney che sono epic win solo perché esistono”.
☆ WHAT CAN I SAYYYY EXPECT YOU’RE WELCOMEEEE
♠ Quelle due frasi cantate che sarebbe suonate meglio nel parlato.
☆ Nonna Tala best nonna del 2016
☆ I tatuaggi di Maui.
☆ Lo strumentale de Lo splendente Tamatoa merita un discorso a parte.
☆ Personaggi molto, molto umani.
☆ Il climax finale.
☆ La prima scena della manta luminosa – chi ha visto il film sa di che parlo – CI PIANGO OGNI VOLTA CHE LA RIVEDO DIO BUONO

 

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L’epica avventura contro le noci di cocco

 

Okay, come potete constatare dal sensatissimo elenco qui sopra, il film ha tanti pregi.
E’ stato esattamente quello che speravo fosse: una grandiosa avventura per mare, con epicità laddove necessario – che fosse nei mostri, nelle battaglie o nelle OST -, ma anche una narrazione leggera e scanzonata che permettesse un sacco di risate – sempre laddove necessario. Con due personaggi che ci invitano a seguirli nelle loro vicissitudini e le rendono il più divertenti possibili. Ah, qualche momento che spezza il cuore qui e là. Il tutto sempre sullo sfondo di una grafica eccezionale, mentre nell’aria si spandono note e parole che difficilmente scorderete tanto presto.
Morale? Di mio posso dire che entra felicemente nella banda dei miei Favourite All-time della Disney, fianco a fianco con Lilo e Stitch, Hercules, Il gobbo di Notre Dame e La principessa e il ranocchio.
Di vostro, spero sia piaciuto anche a voi o, qualora non l’abbiate visto, poniate subito rimedio a questa ignobile mancanza (?).

Prima di chiudere questa già chilometrica recensione, gentile pubblico, vi informo che il blog si è munito di newsletter! … Giusto perché, visto le tempistiche assolutamente casuali con cui aggiorno, magari se vi arriva ‘na mail facciamo prima. x° Se volete iscrivervi potete farlo qua sotto, oppure nella colonnina a lato del blog.

Così saprete subito del prossimo aggiornamento!


Bon, detto questo, chiudo e vi saluto. A presto, gente!
Bye!

 

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