Paranormal Activity

[Film horror] [O così dicono]

☆ ☆ ☆

L’unica Attività Paranormale riscontrata è l’inaudito successo di questo film.
Questa sarà una recensione negativa, quindi chi ha adorato Paranormal Activity, ha la foto di Peli nel portafoglio e ha esposto il suo DVD pirata sul caminetto, può anche fare a meno di leggerla.

Per dirla in breve, Paranormal Activity è un film pietoso. Non fa paura. Non fa niente, né caldo né freddo: scivola sullo schermo come acqua, e dopo un paio di giorni non si ricorda più nemmeno il titolo. D’orrendo non ha nulla, a parte forse la trama sconclusionata, che vi riassumo qui sotto:

Mikah e Katie si trasferiscono nella loro nuova casa. La ragazza ha spesso degli incubi, e intorno a lei da qualche giorno succedono cose strane, così decidono di riprendere con una telecamera tutta la loro vita lì, per avere prove delle “Attività Paranormali” (e quindi il PoV dello spettatore è sempre quello della telecamera). Sostanzialmente, il film mostra le loro scene quotidiane, qualche porta che sbatte di notte, e sussurri incomprensibili d’una “presenza”. Una notte la “presenza” possiede Katie, la induce a uccidere il marito e a suicidarsi. Punto.

Si, nient’altro. Se avessi avuto questo trafiletto di trama prima, non avrei perso due ore della mia vita a guardare quest’immane scempiaggine. L’unica cosa che può causare è un attacco di sonno, non di panico. Il panico mi verrebbe se mi chiedessero di riguardarlo: potrei morire di noia!

In confronto a tutti gli altri horror circolanti, questo è un film ridicolo. La trama non ha né capo né coda: insomma, c’è questa presenza ultraterrena (Dico “presenza” perché, alla fine, non si è capito cosa diamine fosse effettivamente. Le ipotesi sono contrasti: un demone? Un fantasma? Un vampiro? Harry Potter con il mantello dell’invisibilità? Mah!) che “vuole” Katie. Con qualche indizio (una foto bruciacchiata che il demone lascia trovare loro in soffitta) permettono di capire che è causa di un fatto accaduto quando lei era piccola. Ma non sapremo mai quale sia questo fatto, né perché il demone si fosse dato da fare proprio in quel momento e non prima o dopo. Rimangono degli interrogativi, e si ha l’impressione, a fine film, che la storia sia stata tirata via alla meno peggio.
Ad esempio: ad un certo punto convocano un “sensitivo”. Questi dice loro che percepisce una “forte presenza malefica. E vuole Katie.” (Non si sa bene come sia da intendere quel vuole, comunque…) e dà loro il numero di un demonologo, che si decideranno a chiamare solo verso la fine. E naturalmente scopriranno di essere un po’ in ritardo, perché il demonologo sarà già partito per lidi ignoti (O forse specificano dove si reca, ma questo dettaglio al momento mi sfugge). Quindi riconvocano il sensitivo, questi gli promette che li avrebbe aiutati… Ma poi finisce il film. Di questo tizio non si sa più nulla fino alla fine, tanto meno del demonologo.
Ehm. Fatemi capire. Il sensitivo è, dunque, entrato in scena per informarci della presenza di un’entità malefica e basta…? Ma, signor Peli, questo lo capivamo – e soprattutto lo capivano i protagonisti – anche da soli. E’ come se qui ci fosse uno sviluppo ponderato dagli inizi (Pressappoco..) e poi completamente ignorato. Be’, è una cosa fastidiosa. Dimostra scarsa attenzione verso la storia.
E’ pur vero che almeno, con le comparsate del sensitivo, si varia un po’ il solito “ritornello” del film. Ergo, più o meno va tutto così: di notte ci sono le Attività Paranormali (Muahahahahahah XD), di giorno i personaggi si lamentano della pessima nottata. Fine.

Ora parliamo un po’ delle cose a livello tecnico. Non è che io sia proprio un’esperta in questi termini, parlerò solo delle cose più lampanti.
Il PoV. Il punto di vista è sempre della telecamera dei ragazzi: questo include che, se un personaggio la lascia in una stanza e l’azione si svolge in un’altra, noi sentiremo solo l’audio. Se la cosa fosse stata gestita un po’ meglio (Veramente, il film Quarantena segue all’incirca gli stessi concetti balordi, ma almeno il pg-cameraman non si perdeva nemmeno una scena d’azione) soprattutto nel finale, sarebbe stato molto più “d’impatto”. Ma la telecamera non ci mostra mai nulla di strano. Ci sono delle inquadrature sbilenche (e questo suppongo sia per amor di realismo) la scene che sarebbe stato interessante vedere vengono omesse a causa di questo particolare. In pratica: le uniche due scene potenzialmente interessanti ed un po’ horror del film non vengono mostrate. La prima, quando una delle ultime notti (la terzultima, mi pare) il daimon Harry Potter tira Katie giù dal letto e la trascina via. Mi sembra anche normale che in un momento simile Mikah non prenda la telecamera, ma lascia la sensazione che sia stato fatto di proposito per evitare le scene “forti”.
La seconda è nel finale, ma ne parlerò fra un pochino.
La colonna sonora. Assente. Sì, avete letto bene: non c’è proprio! Anche questo va a braccetto con l’idea di “simil-riprese amatoriali di una coppia di debosciati”, ma spesso è la colonna sonora a dare quel certo tocco in più. E qui manca, completamente. Si sentono solo urla e bisbigli, quando va bene.
Effetti speciali. E qui vi volevo. Gli effetti speciali sono peggio della colonna sonora. E mancando questa totalmente… Ebbene, sì: possiamo tranquillamente dire che non ci sono nemmeno effetti speciali. Le Attività Paranormali sono tanto ridicole che, se si mettesse, persino un quindicenne fan di Dario Argento potrebbe far di meglio. Ecco quali sono, nell’ordine:

– Rumore di respiro dalla sconosciuta provenienza (Ma perché, i demonifantasmivampiri respirano?)
– Bisbigli incomprensibili
– Rumore di passi pesanti sulle scale scricchiolanti (Ra benedetto…)
– Porte che cigolano (DEI. Porte che cigolano? Ma siamo impazziti o cosa!? Le porte cigolanti sono d’una banalità imbarazzante. Se avessero aggiunto qualche catena che sbatteva in soffitta, Paranormal Activity si sarebbe potuto scambiare per una patetica versione cinematografica de Il Castello di Otranto, il primo romanzo horror-gothic della storia!)
– Impronte di borotalco (Già, il fidanzato ha avuto la geniale idea di mettere il borotalco per terra, in modo che il mostriciattolo lasciasse le sue impronte. La cosa più assurda è che ha funzionato. Bah.)
– Il vetro di una fotografia incorniciata spaccato proprio sul viso di chi sarebbe morto per primo (Regista di Final Destination, non offenderti! E’ solo un tributo!)
– Tavola Oudja che prende fuoco da sola
– Foto misteriosamente finita in soffitta
– Ombre che potrebbero anche essere normali (Ed è questa l’unica cosa che segnala la presenza del demone/fantasma/Harrycaro. Non ci viene mai mostrato con il suo vero aspetto.)

E poi le tre scenette in cui:
a) s’impossessa di Katie la prima volta e la fa uscire di casa; (e non è che ci sia molto da vedere, fa tutto l’attrice…)
b) la trascina via dal letto;
c) s’impossessa per la seconda volta di Katie e li ammazza tutti e due. (ma non abbiamo modo di vedere granché, come già detto).

L’unico effetto speciale degno di tale nome è quando la Tavola Oudja va in autocombustione. Per il resto, sono tutte cose che un gruppetto di ragazzini potrebbe replicare senza alcuno sforzo. Be’, ora almeno ho capito come gli incassi abbiano potuto superare 7000 volte il costo di produzione: signor Peli, ma per registrare questo film ha speso 100 dollari?
Il titolo. Solo il titolo è d’una banalità davvero paurosa. E’ equiparabile a quando s’intitola un libro fantasy “Le Cronache di…” cliché allo stato puro. Paranormal Activity. Possiamo dire che tutti i film horror, in pratica, parlano di attività paranormali: sarebbe come se chiamassimo un film d’azione Avventura. Attività paranormali può voler dire tutto e niente. E’ troppo generico.

Il finale. Arriva all’improvviso come una mazzata. Uno non se l’aspetta, certo, perché ancora non si è scoperto quasi nulla (eh-ehm, togliete pure il quasi) ed è un finale così scontato e prevedibile che viene voglia di darla al regista, la mazzata.
L’ho detto, no? Il demone si impossessa di lei, fa fuori lui e poi la induce a suicidarsi. Come avviene? Boh. La morte di Mikah, perlomeno, rimane un mistero: lei si alza di notte, scende al piano di sotto, si mette a gridare, lui si sveglia e corre dalla ragazza. La telecamera ovviamente rimane dov’è, quindi noi vediamo solo la camera da letto vuota, e in sottofondo si sentono grida e colpi. Poi c’è il silenzio.
Lei torna su, con la camicia da notte sporca di sangue, si mette davanti alla telecamera e si sgozza. The end.
Bisogna prendere atto dell’esistenza di un finale alternativo più carino, però. Tutto è identico fino al “Poi c’è silenzio.”
Si sente un rumore di passi su per le scale, Mikah (o il suo cadavere, non è chiaro se fosse già morto oppure no) viene scaraventato contro la cassettiera su cui è appoggiata la telecamera (quindi contro lo spettatore) e le telecamera cade. Katie si china sul corpo del ragazzo e lo annusa. Alza lo sguardo verso la telecamera, ci mostra un bel ghigno e si lancia contro l’obbiettivo urlando. The end 2.
Questo di far lanciare all’improvviso qualcosa contro lo spettatore (All’improvviso, insomma. C’era da aspettarselo.) è un trucco cinematografico vecchio quanto il cucco, ma funziona sempre. Peccato l’avessero fatto anche trenta secondi prima.
Si può intuire la fine di quella storia già da quando il demone possiede la prima volta Katie, o quando spacca il vetro della loro foto. Ovvietà e scontatezza a nastro: e questo sarebbe il più terrificante film horror dell’anno? Ma per piacere! (A parte che siamo solo a febbraio, come si può definire un film il più bello dell’anno dopo solo due mesi?)

Curiosità: In Italia, molti volevano censurare il film o vietarlo ai minori di diciotto anni. (Ci tengo a specificare che io ne ho diciassette….) Un film horror con porte cigolanti fa paura per la banalità, mica per altro. Che qualcuno volesse censurarlo mi sembra un insulto all’intelligenza e al sistema nervoso degli spettatori adolescenti. La persona con cui ho visto il film ha convenuto che è un film obbrobrioso, ma ritiene che magari possa spaventare certe persone… magari chi non è abituato all’horror. Ma… scusate… perché diamine una persona non avvezza all’horror va a vedersi un film definito il peggiore horror degli ultimi anni?
Per quanto la definizione sia fasulla, non vedo il nesso logico.

In conclusione: Paranormal Activity è un film soporifero. Vederlo è una totale perdita di tempo. Quindi, appassionati di film horror, seguite il mio consiglio: andate nel primo videonoleggio che trovate e prendete The Grudge, che è meglio!

[EDIT del 2016: all’epoca avevo 17 anni, adesso ne ho 23. Se l’avessi recensito ora, avrei usato un lessico meno brutale (?) e qualche osservazione soggettiva in meno. (E non avrei consigliato The Grudge come ottimo horror x°°. – Intendo, ce ne son di migliori) Ciò non toglie che sono tutt’ora convinta questo film sia una presa in giro. Comunque la recensione la lascio così com’è, è una delle prime che abbia mai scritto <3]

 

Paranormal Activity (Locandina)

“Uno dei film più spaventosi di tutti i tempi…” (…?)
La locandina ve la metto con puri intenti comici.