1bitHeart

[Videogioco side scrolling] [Ambientazione futuristica] [“Friend making game”] [Poi OK, è un po’ giallo e un po’ visual novel]

1bitHeart (Nanashi)

{Official art, Miwashiba}

☆ ☆ ☆

Yohoo!
Tanto tempo fa, rivedendo l’elenco dei giochini bellini da recensire, mi ero detta: “Uhm… 1bitHeart mi è piaciuto un sacco, ma visto che è solo il primo capitolo aspetterò sia concluso prima di recensire. Voglio dire, alla fine sarà un pacchetto completo.”. E avevo annuito a me stessa, convinta. Che fosse solo una scusa per rimandare a sei mesi dopo o un ragionamento dalla logica stringente, aveva senso.
Poi, indovinate un po’? E’ arrivato il fatidico giorno in cui 1bitHeart è stato gloriosamente concluso con il suo quarto capitolo. Un po’ prima dei sei mesi in cui avevo sperato. Mi sa che non ho più scuse, ora… à__à
Non che non sia divertente, anzi!
La recensione a 1bitHeart, tutto intero! *A*/

1bitHeart è un gioco indie sviluppato con il Wolf RPG Editor da Miwashiba, la quale avrebbe asserito che questo sarà il suo ultimo gioco. Sì, e io sono un cracker. [*Alza occhi al cielo* No, ora, con Miwashiba la cosa funziona più o meno come segue. Dopo Alice Mare, disse che quello sarebbe stato il suo ultimo gioco. E due mesi dopo iniziò LiEat, una serie da tre giochi. Dopo LiEat, disse che sarebbero stati i suoi ultimi giochi. E due mesi dopo iniziò 1bitHeart, un gioco suddiviso in quattro capitoli. Dopo 1bitHeart, disse che quello sarebbe stato il suo ultimo gioco. E due mesi dopo…]
Dato che a Miwa piace molto sperimentare con nuove meccaniche, stavolta abbiamo un friend-making game di ambientazione futuristica – con moderazione, però. Tutto è digitalizzato, ma a vedersi non si direbbe molto ☆
Ovvero, l’obiettivo principale sarebbe, in teoria, aggirarsi per la città insieme al buon Nanashi, il protagonista, per insegnargli come socializzare con la gente. Tuttavia, il gioco è ben lungi dal non avere una trama: i quattro capitoli verranno impiegati dai personaggi per destreggiarsi fra la quantomai sospetta perdita di memoria di una ragazza, Misane – che Nanashi si è ritrovato addormentata nel letto, fortunello lui! -, e i dispetti cattivissimi (tipo aiuole calpestate e formiche fritte con le lenti – no, sul serio) di una banda di hacker decisa ad hackerare tutta l’umanità. Che, in un mondo dove tutto è collegato e controllato ai computer, la cosa è un po’… x°
Ma 1bitHeart non è solo questo. 1bitHeart è seriamente una mini-guida alla socializzazione per asociali cronici con passato da reclusi alle spalle. 1bitHeart è il gioco dove Miwa ha mostrato meglio le sue capacità di costruzione dei personaggi, oltre quanto sia migliorata nella creazione dei giochi. E soprattutto, 1bitHeart è una variopinta raccolta di casi umani che fra tsundere, gnocchi, gnocche, SHOTA CI SONO SHOTA EVRIUER- dipinge un quadro molto preciso di come sia WTF variegata l’umanit- oh, chissene. Dico, abbiamo shota. Shotini pucci per tutti! \*A*/

Se la gentilezza può salvare il mondo,
allo stesso modo potrebbe diventare un’arma per distruggerlo.

Come accennavo poc’anzi, la storia inizia quando Nanashi – un grazioso shota albino che si è rinchiuso in casa da mesi – un bel giorno trova una fanciulla stravaccata sul suo letto. Fanciulla apparsa dal nulla. La suddetta, che si chiama Misane e ha dei vestiti favolosi, parte già con le idee chiare, sebbene abbia perso la memoria: in meno di cinque secondi di conversazione chiede subito a Nanashi (che in realtà si chiama Yoshi Nanase e Nanashi è la crasi) di chiamarla Misane-chan. (“Ma così sembreremmo fidanzat-” “Chiamami Misane-chan.” “Okay! <3”).
A questo punto vengono infilati con poca grazia ma molta nonchalance degli infodump utili e, dato che l’hanno fatto loro, non vedo perché non dovrei farlo io: in questo mondo dove tutto è digitalizzato, le persone sono “costrette” ad indossare sempre i BitPhones, un apparecchio connesso alle proprie onde cerebrali, che alla vista sono delle… cuffie con un aspetto curioso, anche se di solito personalizzato quindi le hanno tutti diverse. Quelle di Nanashi, per dire… in teoria dovrebbero essere a forma di orecchie da coniglio, ma sembrano più orecchiette da sciacallo U.U” *Sapete, il dio Anubi…* Mentre Misane ha dei BitPhones modesti che ricordano orecchie da gatto. I BitPhones, tuttavia, sono molto comodi; averli addosso è come essere sempre connessi al computer e internet, permettendo di usare delle app che rendono la vita più semplice a tutti (per fare un esempio: se ci si perde, si può far apparire una mappa dal nulla con la funzione GPS). Di per loro, poi, i BitPhones si ricollegano al fantomatico Master Program… un programma che si occupa di immagazzinare i dati ricevuto dai BitPhones di tutti. Questo, di fatto, permette di tenere sotto controllo l’intera popolazione. Ne consegue che anche l’indice di criminalità si è nettamente abbassato, in quanto i poveretti vengono sgamati subito.
Dopo averci spiegato come funziona la faccenda lì, Misane riesce con grandi abilità retoriche a trascinare Nanashi fuori di casa e spingerlo ad andare a caccia di amici. No, la cosa non è tirata fuori dal nulla x° Dato che Nanashi ha l’abitudine di definire se stesso “spazzatura” e “inutile” come se niente fosse, Misane con poche domande ha scoperto che il ragazzo si è rinchiuso in casa dopo essere stato bullato e scacciato dai suoi stessi compagni di scuola. Attualmente non ha nessun amico, a parte suo cugino Mikado, che abita con lui. (Ah, Mikado è quello che ha creato il Master Program. *Butta là*)
L’unico problema è che pare Nanashi stesso sia convinto di qualsiasi eventuale cattiveria gli sia mai stata detta; da lì, Misane conclude che trovare qualche nuovo amico per lui sia più importante che ritrovare la sua memoria.
E così partono le magiche avventure di Misane e Nanashi alla ricerca di gente da molest- gente con cui scambiare quattro chiacchiere. Il primo ad entrare in scena è il buon Natsukage, uno tsunderone dal cuore d’oro; essendo che è lo Tsundere della situazione, verrà preso in giro bonariamente da tipo Tutto&Tutti e, per quanto cerchi di tenersene ben lontano, si ritroverà invischiato nel 95% delle vicende del gioco, nonostante nemmeno lui si spieghi come sia possibile. *LOL* *Il bello è che appare pure nel capitolo extra.*
Ovviamente, quindi, è proprio con Natsukage che viene introdotta la trama Vera e Propria…
Tramite una chiacchierata e l’altra e Nanashi che cerca di corromperlo con del gelato (?), lui e Misane scoprono che, ultimamente, durante le gare di Sky-Sea-Run (uno sport locale molto apprezzato, che sarebbe… uh, a quanto ho capito, come fare sci d’acqua con delle tavole a propulsione. Ad apprezzarlo è soprattutto il pubblico, immagino, che vede tanti bei giovanotti e giovanottE correre, svolazzare sull’acqua e pestarsi, il tutto mentre sono fradici e mezzi nudi. Peccato non ci mostrino mai Natsukage in azione… x°) ci sono stai alcuni problemi. Come dei partecipati un po’ troppo violenti e pompati. Come sempre accadrà durante l’intero gioco, all’inizio i sospetti principali di tutto ricadranno su Natsukage – che, oddio, santo non è e men che meno delicato, ma…
Ma poi, sfruttando il talento da detective di Misane, le ritrovate capacità di socializzazione di Nanashi e la curiosa capacità di Nanashi di leggere nel pensiero (e vedere il mondo convertito in “numeri”), riusciranno ad arrivare ad una verità ben più inaspettata del pessimo carattere di Natsukage: in realtà la colpa di tutto è di un hacker – il quale parla per metà in giapponese e metà in una lingua nota solo a lui – che, facendo casino con i BitPhones altrui, può anche prenderne il controllo e indurli a fare qualunque cosa voglia, come se fossero posseduti. Tuttavia, il poveretto è stato incastrato con un paio di domande a trabocchetto, anche se riesce a fuggire. (!)
Ah, in tutto ciò Nanashi riesce effettivamente a far amicizia con Natsukage e la cosa è taaanto carina *A*
Questo è, bene o male, il primo capitolo di 1bitHeart. Per i prossimi, magari, stringiamo un pochino. U.U’
Gli hacker – che sono più di uno, come hanno concluso dal fatto che quello incontrato da loro è troppo poco intelligente per fare cose simili da solo – sono veramente kattiwi, tanto da indurre poveri shotini innocenti amanti dei fiori a calpestare le aiuole. Kirai, addirittura – uno degli hacker ovvero bimbo di 7 anni – si diverte un sacco a schiacciare le formiche. Kirai ha un carattere seriamente pessimo, si riferisce a se stesso come “oresama” (Traducibile come “sommo me” e, per la cronaca, il metodo più grezzo e presuntuosissimo di dire “io” in giapponese x°) e agli astanti come “luridi plebei”. Ah, amo quel moccioso-
Quando poi i ragazzi salvano le povere aiuole e hanno smascherato Kirai – non che facesse nulla di particolare per non sembrare sospetto. – e Kotora – il più maltrattato degli hacker, e dire che lui vorrebbe solo starsene nel suo bar a fare il caffè… – cominciano a trovare altri dettagli che non tornano. Come che Nanashi non può leggere nel pensiero degli hacker, o che il Master Program è così incredibilmente complicato che solo il suo creatore potrebbe manometterlo per riuscire ad hackerare BitPhones altrui… – ma il suo creatore è Mikado, giusto?
Anche se pare che gli hacker e il loro capo, chiunque sia, non condividano lo stesso obiettivo.
Fra una cosa e l’altra Misane, con un colpone di scena inaspettatissimo, rivelerà che in realtà lei non ha mai perso la memoria ed è andata lì con una precisa missione da compiere… e non può rivelare. Tuttavia, una cosa la può dire: viene dal futuro, otto anni dopo.
Di lì a poco si uniranno al party una androidessa molto puccia e un incrocio fra uno shiba e un pomerania parlante – con un pessimo carattere. Nonché lo shotino puccio di prima e un tizio che va in giro con una mascherina in stile Tokyo Ghoul perché ha paura del raffreddore.
Qualcuno, poi, insinuerà che Nanashi è così schifosamente buono e candido da sembrare quasi un programma creato per compiacere gli altri, ma… chissà?
Eppure, anche se con molta calma, anche Nanashi sta cambiando…
Alla VERA fine, ci sarà un altro colpone di scena inaspettatissimo e non telefonato: Mikado è il capo degli hacker. E’ una tale sorpresona che anche lui, quando interrogato, lo ammette con tutto il candore del mondo.
… però cosa vuole Mikado, allora, se lui neanche sta dalla parte degli hacker?
E lì, il vero colpo di scena: Mikado è Nanashi. Lo stesso Nanashi del futuro da cui viene Misane, otto anni dopo. (E Misane era tornata indietro proprio per fermarlo.)
Nanashi che è cresciuto molto bene almeno esteticamente parlando, ma questo è un altro discorso-. E il suo obiettivo è proprio semplice semplice: unificare i pensieri dell’intera umanità tramite il Master Program, cosicché tutti sappiano cosa pensano gli altri e nessuno debba mai più litigare! Così si otterrebbe la pace nel mondo, no?
… ehm… no. Per nostra fortuna, posto che siate nella route del true ending, il Nanase del presente ha imparato abbastanza da spiegare che la cosa non ha molto senso e unificare i pensieri non risolverebbe proprio un bel niente. Le persone sono tutte diverse… e questo va bene così. Anche se a volte non ci si capisce, si soffre, ci si arrabbia e non si riesce a trovare un punto d’accordo, è così che funziona il mondo. Sono quelle le esperienze che insegnano qualcosa, scappare non porta a nulla. D’altronde le persone, da sole, sono così “piccole”. Hanno bisogno degli altri, anche se si finisce col prendere un mucchio di botte. Ma è questo che rende le cose interessanti, no?
Dato che Mikado è Nanashi, accetta la sua decisione… e cancella il Master Program, tutto insieme.
Guardano tutti la città dall’alto: è molto bella, da lassù.
“Mikado” dice di amare tutto quello che vede, e di aver fatto ogni cosa per quel motivo. Ama tutto, tranne se stesso.
Nanase, invece… ama tutto in quella città, tutte le persone e probabilmente tutto il mondo. E poi.

Mi piace anche…
Un pochino…
me stesso!

Non è che quella di 1bitHeart sia una trama complicata, ma devo concedergli che ha i suoi buoni colpi di scena. Non proprio tutti, un paio sono telefonati dai primi cinque secondi di gioco. Però… à__à
Il principale, comunque, è che Nanashi da grande diventerà uno gnocco della Madonna. Sì. Credetemi.
A parte questa cosa di fondamentale importanza.
Escludendo quei pochi plot twist – chi ben congeniato, chi meno – qui e là, la trama si svolge in modo lineare, ma… è perfetta così.
Questa è una storia gentile – e potrei intendere che è una storia sulla gentilezza, ma anche che la storia di suo è gentile con i personaggi. – la storia migliore che potesse esserci per Nanashi. Una storia che l’ha accompagnato piano, rispettando i suoi ritmi, per tutte quelle tappe da superare…
Nanashi ha sempre capito benissimo il mondo, grazie al suo potere. Ne ha compreso ogni regola e meccanismo. Da adulto, così, è riuscito perfino a piegare lo spazio e il tempo per poter tornare nel passato. Tuttavia, c’era un qualcosa che non aveva mai capito: quelle certe regole non scritte che spiegano come stare al mondo e relazionarsi con le altre persone. Soprattutto, cosa pensare di se.
Questa è una storia che, nelle sue vicende relativamente tranquille, pone Nanashi di fronte al più grande enigma che non era mai riuscito ad affrontare – ovvero lui stesso, sì – ma non prima di avergli fornito tutte le armi di cui avrebbe avuto bisogno. Si è fatto pian piano degli amici; ha capito che la sua gentilezza non aveva senso, se rivolta SOLO alle altre persone.
In questa storia, hanno più importanza i personaggi che non gli eventi in cui sono presi, ma… va benissimo così. Era solo il viaggio di Nanase alla scoperta dei cuori di un po’ tutti. 1BitHeart, giusto?
Da qui, direi anche che non ci sarebbe potuto essere titolo più appropriato.

Presi da soli, i cuori delle persone sono davvero minuscoli.
Ci manca sempre qualcosa.
Ma quello che ci manca possiamo cercarlo negli altri…

Insomma, direi che in questo caso la trama e Nanashi sono un tutt’uno – e pure Misane, perché la storia di Nanashi inizia con lei e grazie a lei.

I personaggi di questo gioco sono meravigl- i personaggi sono uno dei maggiori vanti del gioc-
No, scusate, voglio esprimerlo come si deve. Questo gioco ha tutto un ventaglio di personaggi adorabili, ci si potrebbe giocare anche solo per perdersi nel loro folle background; ogni singolo personaggio, poi, per quanto possa apparire anche solo una manciata di secondi/dialoghi, è caratterizzato benissimo.
Di base, potremmo suddividerli in tre categorie: le Persone Normali, i personaggi che richiamano uno stereotipo e i personaggi alquanto originali.
Il bello è che, dato il generico tono spensierato e sbarazzino del gioco, perfino interagire con le Persone Normali risulta spassoso… e i personaggi “stereotipati” sono, piuttosto, delle caricature.
I protagonisti e i comprimari ne sono la miglior dimostrazione. Come già accennato, Natsukage è un grandissimo tsundere, eppure si sbatte per tutta la giocata pur di essere d’aiuto e ha scatti di inaspettata gentilezza; tuttavia, quando necessario, sa essere perfino troppo sincero e cristallino nello spiegare le sue opinioni. (D’altronde è lui il primo ad insinuare che Nanashi sia come un programma.) Tsundere sì, ma senza che questo vada ai danni di nessuno o che lui diventi una parodia di se stesso.
Avremmo anche Miumi, sempre al seguito di Natsukage, che è davvero mezza albina e molto piumosa; lei dovrebbe, in teoria, essere la fanciulla pura e incontaminata del gruppo. … *Coff* A parte il bizzarro ibrido di giapponese/inglese in cui parla che rende ogni sua apparizione più emozionante e istruttiva (?), il fatto che sia lei a sgridare sempre Natsukage e lo rimetterlo in riga quando esagera… (Più cazzuta di quanto non sembri, senz’altro.)
Ricordiamo di Aira, l’androidessa scappata di casa che gira sui suoi pattini a razzo e si mette un sacchetto di carta in testa per nascondere che il suo viso non cambia mai espressione – eh, è fuggita prima che il papino scienziato pazzo le finisse i muscoli della mimica facciale. – e Potete, lo shiba/pomerania/palla di pelo col vocione fondo. In realtà, sarebbe una bambina che ha scambiato il corpo con un cane. Per avere dieci anni, ha davvero un caratteraccio.
Misane è sempre posata, cerca di spacciarsi per kuudere e in realtà poi ha scatti tsundere – o di alta serietà come prendere Nanashi a calci sugli stinchi. – e, sebbene sembri così fAiga e sempre assorta nei suoi profondi pensieri, è una grandissima imbranata che inciampa pure nell’aria. Poi le piacciono i gatti e le cose morbide, ma shh-
Menzione d’onore per Izuchi, fratello maggiore di Kirai che condivide col bimbo malvagio il caratteraccio e l’altissima considerazione per se stesso/scarsissima considerazione verso il prossimo. Tuttavia, Izuchi non fa parte dei cattivi perché lui è troppo più figo. Anche di loro. Lui non lavora con nessuno. Vuole solo divertirsi e far vedere alla sozza plebe quant’è bravo. *…* *In realtà, anche Izuchi è tsundere, come dimostra il suo aver di fatto aiutato i protagonisti.* Sarebbe quello che ha scambiato le due Potete, tra l’altro.
… Il personaggio che più colpisce, però, è proprio Nanashi. Nanashi che ama tutto, al mondo, ma disprezza se stesso. Nanashi sempre disposto a perdonare chiunque, in grado di ribaltare ogni difetto in pregio, che non vede mai il male in nessun altro – a parte allo specchio. – e resta sempre serafico, qualunque cosa accada. Nanashi così buono da sembrare finto e stranire chiunque abbia intorno.
… e poi si scopre che, in realtà, Nanase è solo un ragazzino disperato che cercava di tenere insieme quel suo povero, piccolo cuore bistratto. Ha fatto finta di non avere emozioni per se stesso, di non stare male, di non essere nemmeno particolarmente felice. Eppure il suo cuore c’era, anche se ignorato. E ha capito che non puoi amare il mondo – non puoi amare proprio nessuno – se non ami te stesso per primo.
Tuttavia, Nanase ha effettivamente qualche caratteristica curiosa. La sua capacità di vedere tutto tradotto in numeri, o quella di sbirciare nei pensieri della gente.
Oltre ad essere un personaggio brillante di suo che ha tutta un’evoluzione psicologia nella storia – e ho davvero amato vederlo in azione nel capitolo extra; un Nanase sicuro di sé, propositivo e che chiede se gentilmente non si possa smettere di insultarlo. Il miracolo. – è anche calato in modo brillante nel contesto. Potrebbe benissimo trarre in inganno, lasciare il giocatore a chiedersi se non sia davvero un programma o se qualcuno non l’abbia hackerato.
E invece no, lui è solo… Un po’ codardo, lento di comprendonio e… semplicemente troppo gentile.

 

1bitHeart (Nanashi, Natsukage)

Natsukage è tsundere
(anyway, ragazzi, già vi shippo, non peggiorate le cose-)

 

1bitHeart (Potete)

Palle di pelo.
A forma di palla di pelo.

 

Il gameplay di 1bitHeart farà felici sia gli amanti di Ace Attorney, sia i fissati con i gialli, sia quelli che pensando un po’ di sano slice of life non guasti mai.
Il gioco è suddiviso in due fasi: la prima è la modalità storia, dove si svolge l’effettiva trama di ogni capitolo. La seconda è il cosiddetto tempo libero, presente fra un capitolo e l’altro, che si può protrarre quanto si vuole. Durante il tempo libero si fa amicizia con i personaggi non di trama e ci si può dilettare con minigiochi in stile tetris, oppure lurkando i profili di tutti *A*
Essendo un gioco side-scrolling orientato alla visual novel, non ci sono puzzle. Oltre all’andare a parlare con le persone giuste, le vere prove saranno delle… battaglie verbali. Proprio in stile Ace Attorney: dato che Nanashi e Misane giocano ai piccoli detective per tutto il tempo, loro compito sarà andare a parlare con la gente, introdurre nuovi argomenti per approfondire l’argomento, chiedere più informazioni quando necessario… e, ovviamente, beccare qualsiasi possibile magagna o incoerenza in quello che gli altri stanno dicendo.
– Purtroppo loro non urlano “obiezione”, ma Nanashi dice “Mitsuketa!” (Trovato!) e Misane “Chigau!” (Sbagliato!).
Che, sì, la trama sarà pure semplice, ma le faccende su cui devono indagare, di solito, vengono presentate in modo vago… e frammentario. Bisogna andare in giro a raccogliere le testimonianze e le prove per poter, così, spuntarla quando arriva il momento di discutere sul serio.
Queste discussioni non sono solo con gli antagonisti, ma anche con chi deve fornire le prove, o semplicemente fra Misane e Nanashi per cercare di ricavare un senso dal materiale che hanno.
La cosa è stata posta bene, in modo del tutto fluido e logico, con vari indizi che emergono dai pensieri dei personaggi mentre portano avanti i loro “interrogatori”.
Non è difficilissimo in generale, ma a volte è un po’ complesso intuire il momento giusto in cui presentare una certa prova… °A°’ (Specie se stanno parlando sempre della stessa cosa bisogna far attenzione anche ai MINIMI appigli.)
Di tanto in tanto ci saranno anche delle piccole battaglie contro i virus, ma in quel caso andranno solo premute le giuste combinazioni di tasti.
Durante il tempo libero, invece, fare amicizia con i personaggi è molto semplice: basta portare loro dei regali che apprezzano e, così, aumentare l’affinità con loro. Man mano che aumenta, si sbloccheranno dei piccoli eventi con loro… alla fine, manderanno la richiesta d’amicizia – che, sì, sui BitPhones ci sono le liste amici tipo feisbuc. – e lasceranno a Nanashi un qualsiasi pensierino per ricordare quel momento. (Di solito cose carine o comunque con un significato… di solito. Kirai, razza di piccolo bastardo, LA CARTACCIA!? X°)
Alcuni eventi implicano piccoli extra, come quello della padrona del negozio di bambole che, volendo, potrebbe portare a fare un piccolo giochino creepy con le sue bamboline… à_à’

 

1bitHeart (Nanashi, Kirai)

Nanashi ha delle sacrosantissime priorità
– ps, quello a destra è Kirai. Sì. Il bimbo bastardo.

 

Questo era il primo gioco side-scrolling di Miwa… ma non si direbbe affatto. La grafica è muy carina, posta di modo che ogni ambientazione abbia un suo colore caratteristico, con tante sfumature più chiare o scure… Insomma, è tutto in gradienti che risultano molto piacevoli all’occhio.
Poi, vabbé, che Miwashiba abbia un stile di disegno grazioso è risaputo, quindi credo sia superfluo dire che gli sprite dei personaggi e le immagini di intermezzo erano splendide x° (L’epic win, comunque, è quella di Misane e Nanashi nel true ending-). Più che altro stavolta ha voluto strafare e mettere tante mini animazioni, fumettini e, dulcis in fundo, una ending personalizzata che è un vero e proprio video con una canzone composta appositamente. Ci si è impegnata.
Anche per le musiche, stavolta, ha cambiato un po’ rispetto i soliti toni: forse perché più adeguate al contesto futuristico, le OST di 1bitHeart sono tutte… euh, pop. Molto occidentali, ecco xD
A proposito dell’audio: giustappunto perché voleva strafare, il gioco ha anche il doppiaggio. Non di TUTTO, naturalmente, solo le frasi di presentazione, cose arrandom (risate, colpi di tosse) e le frasi più significative del determinato pg xD

Due paroline sui toni generali.
In teoria è un gioco molto sbarazzino e sul take it easy. Gli antagonisti non si possono prendere sul serio neanche con tutta la buona volontà, non c’è nulla di davvero angst…
… a parte quel che dice Nanashi. U.U
Di cose poco allegre, poi, non ne dice solo lui. Ci sono momenti in cui i personaggi si fanno improvvisamente seri o si ricordano che è una situazione tesa. Momenti in cui la musica viene via di colpo e, essendo messi così d’improvviso nell’ambito di generica idiozia, fanno molto più effetto che non in gioco che si fosse posto in modo più serio. *E mettono pure leggermente a disagio.*
Non è da sottovalutare, ecco. ewe
Poi… onestamente, una cosa che ho apprezzato molto – e va a ricollegarsi con l’ottima costruzione dei personaggi qui – è che quando si va a fare amicizia con gli altri personaggi… sì, ci sono le cose scemotte. Chi non ha questi grandi problemi. C’è Shiren che sta studiando come preparare un ramen migliore, la madre di Haruya che vuole imparare a non perdersi sebbene non abbia il benché minimo senso dell’orientamento e si distragga con la facilità di un moscerino.
Poi c’è anche la vecchina del negozio di caramelle a cui è morto il gatto, o Akuta che scopre (accetta) che la sua amata è morta suicida anni prima, ma facendo questo gli ha comunque salvato la vita (perché lui aveva bisogno di un trapianto, così dal suo corpo…). O, meno, tragico, Ryuuri che racconta di come si è trovato la fidanzata.
Sono tutte tante piccole lezioni di vita che Nanase, pian piano, ha appreso. E imparato a mettere in pratica.
… Certo la tizia di Akuta continuo a dire che sia stata un po’ eccessiva, ma okay-
Comunque… giocare a 1bitHeart fa bene, davvero. Fa pensare.
– Ad ogni modo: rido molto per la frequenza con cui appare Natsukage negli eventi altrui.
E per il fatto che ormai Izuchi sia diventato ufficialmente lo psicanalista di tutti i casi umani di 1bitHeart.

 

1bitHeart (Nanashi, Misane)

Nanashi e le cose allegre da dire, mentre spiega loscamente le meccaniche di gioco

 

1bitHeart (Izuchi)

Izuchi che si diverte un mondo e intanto ghigna come uno psicopatico
Non è un amore? <3

 

Poi ci sarebbero questa e quest’immagine che sono ancora più spoiler, scegliete voi se vederle. à_à (Dal true ending. Mi hanno stesa.)

1BitHeart è un gran bel gioco.
Dal punto di vista tecnico – sia di grafica/gameplay che di costruzione di storia e pg – non credo di averci trovato nemmeno mezza pecca.
Ha una bella storia, personaggi amabili e una vagonata di roba in più – direi che poter fare amicizia con tutti, i profili dei pg, i minigiochi e il capitolo extra siano considerabili dei bonus xD – per togliersi qualsiasi eventuale curiosità o sfizio. Non è difficilissimo, ma nemmeno a prova di imbecille.
Non so se sarà davvero l’ultimo gioco di Miwa no, non credo. ma, direi, con questo ha dato il meglio di sé. *^*
(Certo il mio preferito rimane Alice Mare, ma-).
Oh, giusto: non l’ho detto, ma in questo gioco ci sono vagonate di riferimenti a manga/anime/altri giochi OVUNQUE X°

Con queeesto, vi saluto!
Okay, magari riusciamo a riprendere un ritmo decente con le recensioni. Tipo due al mese sarebbero già un gran risultato. à__à *Mmh…*
Bye!

 

1bitHeart (Title screen)

1bitHeart da Miwashiba.
Originale in giapponese.
[Download (Eng)]